Come si forma il nuovo governo, qual è il ruolo del Presidente della Repubblica e su chi ricade la scelta del premier. Vediamo i passaggi istituzionali necessari alla formazione dell’esecutivo.
Come si forma un nuovo governo, a chi spetta la decisione e chi sarà il prossimo premier sono le domande più comuni del momento, da quando è stata aperta la crisi di governo da Matteo Renzi.
Spetta al Presidente della Repubblica, a seguito delle consultazioni con le delegazioni politiche, individuare chi sarà il Presidente del consiglio il quale, a sua volta, propone i ministri che formeranno il governo.
Così recita l’articolo 92 della Costituzione:
“Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri.”
Il dettato costituzionale è breve e coinciso e non indica i passaggi necessari alla formazione del governo, tuttavia è ormai consuetudine seguire un rituale ben preciso:
- la fase delle consultazioni (o fase preparatoria);
- l’attribuzione dell’incarico;
- la nomina finale.
Prima di assumere le funzioni, il nuovo premier e i ministri devono incassare il voto di fiducia del Parlamento, secondo quanto stabilito dagli articoli 93 e 94 della Costituzione.
Spieghiamo passo dopo passo come avviene la formazione del governo e cosa prevede la legge.
Le consultazioni (la fase preparatoria)
La prima fase necessaria alla formazione del governo sono le consultazioni tra il Presidente della Repubblica e i gruppi parlamentari. La scelta deve pendere su una personalità capace di unire la maggioranza, assicurare stabilità al Paese e incassare la fiducia del Parlamento.
Le consultazioni avvengono di norma dopo le elezioni politiche oppure in seguito ad una crisi di governo che ha fatto venire meno il rapporto di fiducia tra potere legislativo ed esecutivo.
Lo svolgimento delle consultazioni non segue un iter particolare, ma avviene secondo un rituale consuetudinario che negli anni ha subito molte variazioni. Generalmente partecipano alle consultazioni con il Capo dello Stato:
- i capi dei gruppi parlamentari;
- i rappresentanti delle coalizioni;
- i Presidenti di Camera e Senato;
- gli ex Presidenti della Repubblica.
leggi anche
Come viene eletto il Presidente del consiglio?
L’incarico
Il Presidente della Repubblica conferisce l’incarico di premier alla personalità che - per indicazione dei gruppi politici interpellati - può formare un governo stabile ed ottenere la fiducia dal Parlamento.
L’incarico è conferito in forma orale di cui poi ne viene data notizia attraverso un comunicato stampa.
Una volta conferito l’incarico, il Presidente della Repubblica non può più revocarlo per motivi squisitamente politici.
Talvolta è necessario procedere ad un mandato esplorativo (che non è espressamente previsto dalla Costituzione) affidato ad una personalità diversa dal futuro premier che ha il compito di proseguire le consultazioni. Ciò accade quando le delegazioni politiche non sono state in grado di indicare il futuro Presidente del consiglio.
La nomina del premier e del governo
In genere l’incarico di Presidente del consiglio viene accettato “con riserva”: significa che la persona nominata, prima di accettare ufficialmente, si riserva di procedere ad altre consultazioni necessarie a scegliere i ministri e assegnare i dicasteri.
Quando la riserva viene sciolta, il Presidente della Repubblica emana tre distinti decreti:
- la nomina del Presidente del consiglio dei ministri;
- la nomina dei singoli ministri (controfirmato dal Presidente del consiglio);
- l’accettazione delle dimissioni del governo uscente (controfirmato anch’esso dal Presidente del consiglio nominato).
Giuramento e formula rituale
Prima di assumere le funzioni, il Presidente del consiglio e i ministri incaricati devono prestare giuramento secondo la formula rituale indicata dall’articolo 1, comma 3, della legge n. 400/88:
“Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della Nazione.”
A partire da questo momento il Presidente del consiglio e i ministri assumono le loro responsabilità, quindi ancor prima del voto di fiducia.
La fiducia in Parlamento
Il nuovo governo deve presentarsi dinanzi al Parlamento per incassare il voto di fiducia, senza il quale non è legittimato ad agire. Questo è stabilito dall’articolo 94 della Costituzione:
“Il Governo deve avere la fiducia delle due Camere.
Ciascuna Camera accorda o revoca la fiducia mediante mozione motivata e votata per appello nominale.
Entro dieci giorni dalla sua formazione il Governo si presenta alle Camere per ottenerne la fiducia.”
Con la fiducia, deputati e senatori esprimono il sostegno al premier, alla squadra di governo e al programma politico che si intende perseguire, e si assumono la responsabilità della scelta intrapresa nei confronti dell’elettorato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Argomenti