Quanto consenso ha Donald Trump durante l’emergenza coronavirus negli USA? La gestione della crisi ha evidenziato contraddizioni e passi falsi del presidente. Ecco cosa dicono realmente i sondaggi sul suo operato.
Donald Trump è più che mai sotto osservazione in queste settimane cruciali per gli sviluppi - tragici - del coronavirus negli USA. Anche i sondaggi sul consenso nei confronti del presidente sono attivi, per captare quanto davvero l’operato dell’inquilino della Casa Bianca sia apprezzato dalla popolazione.
Con le elezioni presidenziali di novembre avvolte nella grande incertezza pandemia e le consultazioni per le primarie congelate per settimane, l’interesse sulle percentuali di gradimento verso Trump resta molto alto.
Quanto sostegno ha il presidente sulla sua discutibile gestione dell’epidemia? Ecco cosa dicono veramente i sondaggi su Trump, proprio in questi giorni in cui lui stesso ha ammesso scenari da 240.000 morti.
Trump e i sondaggi in piena emergenza coronavirus
La media dei sondaggi effettuati durante l’ultima settimana di marzo, la più difficile per gli Stati Uniti, quando la nazione si è scoperta davvero vulnerabile e colpita dal potente coronavirus, non sorride molto a Trump.
Il presidente, infatti, ha raccolto un consenso sul suo operato del 44,5%, mentre la maggioranza della popolazione ha espresso una opinione sfavorevole su di lui, pari al 51,3%.
I dati che provengono dai vari istituti sono allineati sullo stesso andamento: più del 50% circa dei cittadini americani ha espresso un giudizio negativo su Trump, contro numeri oscillanti tra il 43% e il 46% di coloro che hanno approvato la condotta presidenziale.
Ci sono almeno due considerazioni da fare su questi sondaggi. Innanzitutto, le percentuali di consenso verso il presidente non sono poi cambiate di molto rispetto ai tempi precedenti all’esplosione della pandemia.
Già allora Trump era stato superato da Biden nelle preferenze sulla scelta alla Casa Bianca. Poi, occorre sottolineare che rispetto a un mese fa, il presidente in carica ha guadagnato circa l’ 1,5% del sostegno dalla popolazione.
I primi di marzo, la media dei sondaggi elaborata da RealClearPolitics assegnava al presidente un consenso del 43%, ora aumentato fino al 44,5%.
Il mese appena trascorso è stato davvero cruciale per Trump, che ha dovuto a fatica e con diverse dichiarazioni contraddittorie e discutibili inasprire le misure contro il coronavirus.
Il giudizio sull’operato della casa Bianca per la pandemia, resta, in generale, negativo e insidioso per Trump, anche in vista delle prossime elezioni (se ci saranno davvero a novembre).
Alcuni sondaggi eseguiti da Politico, mostrano proprio come stia crescendo il panico tra i cittadini. Gli elettori sono sempre più preoccupati per il coronavirus: il 60% afferma di essere “molto preoccupato” per l’epidemia, rispetto al 53% della scorsa settimana e al 41% due settimane fa.
L’incertezza e la superficialità mostrata da Trump all’inizio e l’ammissione di uno scenario drammatico che lui stesso ha annunciato dimostrano, forse, il perché il consenso resti ancora sotto la soglia del 50% per il presidente. L’aumento del gradimento dell’1,5% nell’ultimo mese potrebbe davvero fare una minima differenza.
Coronavirus, Trump e presidenziali: cosa accadrà?
Il clima di campagna elettorale negli USA sembra essersi smorzato. Le primarie sono state annullate quasi ovunque, in attesa di tempi più sicuri per le consultazioni mentre cominciano a diffondersi anche voci su una possibile proroga delle presidenziali.
Quello che è certo è che Trump si sta giocando davvero la partita della rielezione con la crisi del coronavirus. I sondaggi non gli sono così favorevoli e gli occhi dei democratici sono tutti puntati su di lui e sulle sue scelte anche in vista del voto di novembre.
Se la gestione - soprattutto sanitaria - gli dovesse sfuggire completamente di mano il sostegno degli elettori potrebbe calare in modo vertiginoso per lui, a tutto vantaggio di Biden.
Secondo Politico, per esempio, le valutazioni su Trump impallidiscono rispetto a quelle per i governatori dei vari Stati. Un totale del 62% afferma che il governatore del proprio stato ha svolto un lavoro eccellente o buono nella gestione della crisi.
Anche questo è un campanello di allarme per il presidente USA e le prossime elezioni.
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