La combinazione di deregolamentazione e riduzione delle tasse negli Stati Uniti consentirebbe alle banche americane di ampliare il volume dei prestiti e ottimizzare il capitale.
Con la prospettiva di una nuova era di deregolamentazione finanziaria negli Stati Uniti, le banche europee si trovano ad affrontare una sfida ancora più ardua nel tentativo di colmare il divario di redditività con i colossi finanziari americani.
Il secondo mandato di Donald Trump alla Casa Bianca lascia presagire un ritorno a politiche meno restrittive per le banche statunitensi, favorendo le istituzioni finanziarie americane rispetto a quelle europee e britanniche, già indebolite da una bassa redditività e da economie stagnanti sin dalla crisi finanziaria globale del 2008-09.
Dalla crisi del 2008, le banche dell’area euro e del Regno Unito sono state caratterizzate da una ridotta profittabilità, in parte dovuta a economie più deboli e a politiche monetarie restrittive, rispetto alle controparti americane che, al contrario, hanno conosciuto una crescita significativa. Da allora, le banche statunitensi hanno visto una triplicazione del loro valore, mentre le azioni bancarie europee hanno subito una contrazione di circa il 10%. La redditività sul capitale proprio (Return on Equity, ROE) per le banche europee è stimata intorno al 5%, rispetto a un ROE del 10% per quelle statunitensi, un dato che riflette il divario nella generazione di entrate e nelle politiche di gestione del rischio. [...]
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