Con Trump è arrivato un nuovo ordine mondiale. Solo l’UE non se n’è accorta

Luna Luciano

1 Febbraio 2025 - 14:21

Con la salita al potere di Trump si prepara un nuovo ordine mondiale. Così l’Ungheria saluta il 47° presidente Usa. Ecco cosa ha detto il ministro degli Affari esteri e qual è il suo obiettivo.

Con Trump è arrivato un nuovo ordine mondiale. Solo l’UE non se n’è accorta

L’Ungheria festeggia la vittoria di Donald Trump e avverte l’Unione Europea: “Solo voi non vi rendete conto che è in arrivo un nuovo ordine mondiale”. Questa è la dichiarazione di Péter Szijjártó, Ministro degli Affari Esteri e del Commercio ungherese, che ha evidenziato come l’insediamento del nuovo presidente degli Stati Uniti abbia portato a un cambiamento radicale negli equilibri geopolitici.

Il nuovo presidente degli Stati Uniti, infatti, si schiererebbe apertamente dalla parte dei valori “patriottici, sovranisti, pro-famiglia e anti-immigrazione”, delineando un’America più vicina alla visione politica ungherese. Le sue prime decisioni, secondo Szijjártó lo dimostrerebbe: gli Stati Uniti hanno applicato misure restrittive sull’immigrazione, adottato politiche economiche nazionaliste e un approccio “mirato alla pace invece che al conflitto”.

Nonostante questa chiara svolta, l’Unione Europea continua a seguire la strada della democrazia, una scelta che non piace molto all’Ungheria che spera di essere il futuro interlocutore europeo degli Stati Uniti. Ecco cosa ha detto il Ministro Szijjártó e qual è il suo scopo.

Ungheria e Stati Uniti: un’alleanza naturale: cosa ha detto Szijjártó

L’Ungheria di Viktor Orbán si trova ora in una posizione privilegiata nel nuovo “ordine mondiale delineato da Trump”. Secondo quanto dichiarato da Szijjártó con fierezza: le politiche adottate dal governo ungherese negli ultimi 14-15 anni sono perfettamente in linea con quelle del nuovo presidente americano. La stretta sulle politiche migratorie, l’importanza della famiglia come nucleo centrale della società e la volontà di evitare un coinvolgimento diretto in conflitti esterni sono tutti punti in comune tra Budapest e Washington. Insomma una politica che reprime ogni diritto delle minoranze, della comunità Lgbtq+ e delle donne.

Sempre il ministro degli Affari Esteri l’Unione Europea appare sempre più isolata, incapace di adattarsi a questa nuova realtà. Il discorso, che inneggia a una destra sempre più radicale, ha evidenziato come Bruxelles continui a considerarsi una potenza mondiale, nonostante la sua influenza stia diminuendo. La sua insistenza su sanzioni e interventi militari dimostra una mancanza di visione strategica, che potrebbe portare a conseguenze negative per gli stati membri. Di fronte a questa situazione, l’Ungheria potrebbe emergere come uno dei principali interlocutori degli Stati Uniti in Europa, consolidando il suo ruolo nel nuovo scenario geopolitico.

Ungheria, l’“UE è cieca”: qual è lo scopo del discorso di Szijjártó?

Uno dei punti principali sollevati dal Ministro ungherese riguarda la totale cecità politica dell’Unione Europea. Secondo Szijjártó, i leader europei non riescono a cogliere la portata del cambiamento in corso, restando ancorati a un modello politico e ideologico ormai superato. Mentre l’America di Trump spinge per politiche più pragmatiche, orientate alla difesa degli interessi nazionali, l’UE sembra voler continuare con un approccio basato su globalizzazione, politiche migratorie permissive e interventismo militare, nonostante le sue contraddizioni interne. Infatti, Szijjártó ha sottolineato che l’Unione Europea ha fornito più aiuti all’Ucraina rispetto agli Stati Uniti e che i leader europei sembrano intenzionati a proseguire su questa strada, aumentando i finanziamenti e le forniture militari.

Se è vero che l’Europa ha le proprie contraddizione, la comunità europea propende ancora - fortunatamente - per la via democratica, nonostante l’aumento dei governi di destra - a partire dal governo Meloni. Ovviamente il discorso di Szijjártó presenta un punto di vista chiaramente schierato, non oggettivo e fortemente orientato verso una politica radicale di destra. La narrazione proposta ha lo scopo di esaltare il nazionalismo e il sovranismo, minimizzando i rischi associati a una deriva autoritaria.

L’insistenza nel presentare l’Unione Europea come un’entità cieca e inefficace nasconde un tentativo di delegittimazione delle istituzioni democratiche europee a favore di un modello politico che, nella storia, ha già mostrato le sue pericolose derive. Insomma si preparano tempi bui per l’Europa: l’ondata di ritorno al conservatorismo e l’ascesa dell’estrema destra rappresentano una sfida complessa, che rischia di ripetere errori del passato anziché trarne insegnamento.

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