Concordato preventivo, tutti i «regali» per i forfetari

Nadia Pascale

19 Settembre 2024 - 11:31

Il concordato preventivo biennale riconosce numerosi vantaggi ai contribuenti forfetari, al punto che si parla di veri regali. Quali sono i regali per i forfetari? Ecco una disamina.

Concordato preventivo, tutti i «regali» per i forfetari

Perché si parla di “regali” per i forfetari che aderiscono al concordato preventivo biennale?

Il concordato preventivo biennale trova applicazione in via sperimentale e per un solo anno anche a coloro che aderiscono al regime forfetario. La circolare 18/E 2024 del 17settembre ha portato a galla quelli che sembrano dei veri e propri regali per i forfetari. Vediamo quali sono.

In primo luogo ricordiamo che il concordato preventivo biennale è un accordo tra contribuente e Fisco sulla tassazione da applicare. L’accordo ha validità due anni, per questo è una vera scommessa, ma per i forfetari un solo anno.
La base imponibile per il calcolo è determinata dalle entrate dichiarate negli anni precedenti, adeguamento agli Isa, andamento del mercato e di settore.
Nel frattempo si attende l’approvazione anche della sanatoria 2018-2023 per chi aderisce al concordato.

Fatta questa premessa vediamo i vantaggi, regali, che il concordato preventivo biennale sembra riconoscere ai forfetari.

Adesione per un solo anno a 2 mesi dal termine

Il primo regalo è determinato dal fatto che i forfetari aderiscono per un solo anno di imposta, cioè il 2024, e aderiscono entro il 31 ottobre, questo implica che sanno quanto hanno dichiarato per l’anno di imposta 2023, sanno quanto stanno guadagnando nel 2024 (e tendenzialmente conoscono i lavori in corso e che caratterizzeranno gli ultimi scorci di 2024).

Ne consegue che hanno dati attendibili per determinare se possono ottenere un vantaggio economico reale dal concordato preventivo biennale. La scommessa sul 2025 non esiste per loro.

Flat tax sugli aumenti di redditi con aliquota super agevolata

La seconda voce da considerare sono gli indici Isa: la base imponibile è determinata dai redditi dell’anno di imposta precedente, ma anche dall’adeguamento agli indici Isa, cioè quanto avrebbe dovuto dichiarare il contribuente per avere un punteggio Isa “affidabile”.
Ai forfetari non si applicano gli Isa, quindi la base imponibile risulta più vicina rispetto a quanto dichiarato dai contribuenti che, invece, applicano gli Isa.

Ricordiamo che i forfetari comunque godono di una tassazione di vantaggio con aliquota al 15% (5% per le star up) che sostituisce anche addizionali e non sono tenuti agli adempimenti Iva.

Qui arriva un altro regalo per i forfetari. La disciplina del concordato preventivo biennale prevede una flat tax sulla differenza tra quanto dichiarato dal contribuente negli anni precedenti e la base imponibile determinata dal Fisco applicando i parametri che prima abbiamo visto.

Ecco, anche qui ci sono notevoli differenze determinate dal fatto che i forfetari non applicano gli Isa. Sebbene la circolare 18/E 2024 fissi un importante criterio: la determinazione del reddito deve avere come punto di riferimento anche quanto dichiarato da attività dello stesso settore che applicano gli Isa, i vantaggi restano.

Per conoscere i minimi e massimi previsti per le varie attività si può leggere l’articolo Ecco quanto deve dichiarare ogni attività per essere in regola con il Fisco.

L’aliquota applicata ai contribuenti, titolari di partita Iva, ordinari dipende dall’ affidabilità fiscale Isa, più è elevato e minore è l’aliquota. L’aliquota minima è del 10% e la massima del 15%.

Cosa succede ai forfetari che, invece, non applicano gli Isa?

In questo caso l’aliquota applicata alla differenza tra quanto dichiarato e quanto avrebbero dovuto dichiarare, è pari al 10% del reddito eccedente, aliquota che scende al 3% nel caso di inizio di nuove attività di cui all’articolo 1, comma 65, della legge forfetari.
Anche in questo caso si può notare un vantaggio non indifferente tra coloro che applicano un regime ordinario e coloro che, invece, applicano il forfetario, con un’aliquota a dir poco irrisoria per le start up.

Ultimo regalo ai forfetari: accordo del concordato si applica anche superando la soglia dei 100.000 euro

Resta, infine, l’ultimo regalo per i forfetari. Sappiamo che il regime forfetario prevede limiti di ricavi e compensi.

Chi supera limite di 85.000 euro di ricavi e compensi, dall’anno successivo non può applicare il forfetario. Chi, invece, supera i 100.000 euro di ricavi e compensi esce immediatamente dal forfetario e deve, di conseguenza, aderire agli adempimenti previsti per il regime ordinario già in corso d’anno, in particolare gli adempimenti Iva.

Sappiamo che per il 2025 c’è la proposta di innalzare a 100.000 euro la prima soglia, ma ora dobbiamo attenerci al diritto vigente. Bene, anche in questo caso è previsto un piccolo regalo ai forfetari che aderiscono al concordato preventivo biennale.

La normativa prevede casi di uscita dal concordato, cioè circostanze eccezionali che portano a uscire da questo accordo con il Fisco. Tra queste vi è il superamento di limiti economici, cioè quando il contribuente guadagna troppo rispetto alla base imponibile determinata.

Bene, per i forfetari è previsto che gli effetti del concordato cessino al superamento del limite massimo, maturato del 50%, cioè 150.000 euro, soglia chiaramente dettata dalla circolare. Cosa vuol dire?

Un esempio pratico può aiutare.

Io contribuente forfetario che non aderisco al concordato, se supero il limite di 100.000 euro vengo automaticamente dirottato nel sistema ordinario in corso di anno e quindi inizio a pagare le imposte ordinarie e devo sottostare alle regole e adempimenti del regime ordinario.

Se entro il 31 ottobre ho scelto il concordato, invece, esco dal forfetario al superamento dei 100.000 euro di ricavi e compensi, devo adottare gli adempimenti previsti per il regime ordinario, ma di fatto applico la tassazione concordata con il Fisco sicuramente inferiore al limite dei 100.000 euro.

Il motivo di questa particolare attenzione è determinato dal

fine di dare stabilità e certezza all’assetto che si viene a definire a seguito della adesione al concordato.

Cosa implica tutto ciò? Se io sono un contribuente forfetario e mi rendo conto che sono vicino al superamento dei 100.000 euro di ricavi e compensi, mi conviene aderire subito al concordato preventivo e avere i benefici di un accordo che presuppone che io non superi i limiti.

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