Forze Armate e di Polizia: mega indagine sulle procedure truccate porta all’emissione di otto misure cautelari. 118 gli indagati: tangenti per facilitare il reclutamento.
Concorsi per le Forze Armate e di Polizia truccati: ancora un’operazione della Procura della Repubblica (Benevento) - condotta dalla Guardia di Finanza - che va a scovare un metodo truffaldino finalizzato ad alterare il reclutamento nelle Forze dell’Ordine.
Un’indagine - l’operazione è stata denominata “Par Condicio” - che ha portato all’esecuzione di otto misure cautelari nei confronti di altrettanti pubblici ufficiali, tra cui figura anche un vice prefetto. Questo basta per far capire la portata di tale operazione e del sistema messo in atto dalle persone interessate.
Nel dettaglio, sono circa cinquanta gli episodi corruttivi al momento contestati che potrebbero aver alterato il reclutamento nei corpi interessati dall’indagine, ovvero i Vigili del Fuoco, la Polizia di Stato, l’Arma dei Carabinieri e la Guardia di Finanza. A conferma che quello dei concorsi pubblici truccati è un problema che, per quanto le istituzioni stiano cercando di risolvere, è ancora frequente nel nostro Paese.
Nel dettaglio, l’operazione “Par Condicio” che ha portato all’esecuzione di otto misure cautelari, ha accertato un sistema dove i pubblici ufficiali interessati intascavano tangenti per alterare l’esito dei concorsi pubblici, favorendo il reclutamento di alcuni candidati. Quindi reclutamento “a pagamento” nelle Forze dell’ordine, un sistema di cui la Procura di Benevento sta cercando di capirne la portata.
Concorsi pubblici truccati: i dettagli dell’indagine
Secondo le indagini della Procura di Benevento, sono otto le persone a capo dell’associazione finalizzata ad agevolare i reclutamenti nelle Forze dell’ordine previo il pagamento di una tangente. Nel dettaglio, delle otto misure cautelari tre sono in carcere, due agli arresti domiciliari, due riguardano la sospensione dai pubblici uffici o servizi e l’ultima l’obbligo di dimora.
Tra le persone coinvolte ci sono: un vice prefetto con funzione apicale al momento in servizio presso il Ministero dell’Interno (dipartimento dei Vigili del Fuoco), altri tre funzionari (di cui uno in pensione e due attualmente in servizio presso il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Benevento e Venezia), un militare dell’Arma dei Carabinieri, un militare della Guardia di Finanza e un agente della Polizia di Stato.
Le accuse sono a vario titolo, ma si possono riassumere come associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, corruzione e rivelazione dei segreti d’ufficio.
Nel frattempo, le indagini hanno portato al sequestro preventivo di somme di denaro pari a 370 mila euro, di cui circa 220 mila riferiti all’attività dell’associazione per delinquere in provvisoria contestazione, mentre altri 150 mila euro sono conseguiti dai vari indagati in concorso tra loro.
Ma le indagini non sono ancora concluse e potrebbero portare ad una rete ben più ampia di quella accertata al momento. Al momento in cui stiamo scrivendo, infatti, ci sono ancora 50 perquisizioni in corso su tutto il territorio nazionale, con oltre 118 persone che sono ancora indagate (tra cui figurano anche i pubblici ufficiali).
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