Impennata di casi da Omicron 2, scatta l’allarme: «Potremmo dover richiudere»

Emiliana Costa

1 Aprile 2022 - 15:43

Da oggi, 1° aprile, scatta la fase di convivenza con il virus. Ma i contagi non accennano a diminuire e Fabrizio Pregliasco lancia l’allarme: «Potremmo dover richiudere».

Impennata di casi da Omicron 2, scatta l’allarme: «Potremmo dover richiudere»

Da oggi, 1° aprile, termina ufficialmente lo stato d’emergenza (iniziato il 31 gennaio 2020) e inizia la fase di convivenza col virus. Scatta dunque la road map che porterà al progressivo abbandono delle misure di contenimento, come green pass e mascherine.

Ma la pandemia non accenna a finire. Nel bollettino di ieri, giovedì 31 marzo 2022, i nuovi positivi nelle 24 ore sono stati 73.195 su 486.813 tamponi, per un tasso di positività del 15,03%. Le vittime sono 159. Calano lievemente le terapie intensive, ma aumentano i ricoveri nei reparti ordinari. E il direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi di Milano, Fabrizio Pregliasco lancia l’allarme: «Potremmo dover richiudere». Entriamo nel dettaglio.

Riaperture da oggi 1° aprile, la posizione di Pregliasco

Da oggi, 1° aprile, inizia il periodo di convivenza con il virus, dopo due anni e due mesi di stato di emergenza Covid. Progressivamente saranno abbandonate le misure di contenimento, dal green pass alla mascherina. Ma in un’intervista all’Adnkronos, Fabrizio Pregliasco - docente all’Università di Milano - invita a rimanere con i piedi per terra.

«Il messaggio - spiega l’esperto - deve essere di fiducia e positivo. Ma così come si fa con il rubinetto dell’acqua calda, che adesso stiamo aprendo stando attenti a non scottarci, questo rubinetto potremmo doverlo richiudere ed è importante dirlo, almeno come ipotesi, sperando che non accada». Il direttore dell’Irccs Galeazzi di Milano invita a puntare sulla responsabilità degli italiani.

«Dovremmo contare sulla responsabilità di ognuno di noi e rilanciarne il valore. I cittadini hanno già dimostrato responsabilità con un’adesione massiccia alla vaccinazione anti-Covid. E questo è un elemento importante che prova come la maggioranza degli italiani sia consapevole e dovrà continuare a esserlo, di una situazione che dobbiamo gestire con progressività».

Parlando delle riaperture, Pregliasco invita a ricordare l’immagine del rubinetto che si apre e si può richiudere: «Pensiamo a questo aspetto e non abbassiamo la guardia. Soprattutto proteggiamo i fragili, perché è vero che il virus nella versione Omicron 2 è un terzo meno cattivo, ma lo è soprattutto per la gran quota di vaccinati che abbiamo. Quindi stiamo attenti ai fragili».

E per quanto riguarda l’isolamento dei positivi confermato a 7 giorni o a 10 per i non vaccinati, il professore commenta: «Assolutamente giusto mantenerlo. Dobbiamo andare in progressione e l’isolamento, specie in questa fase espansiva, potrebbe limitare un po’ l’impatto della circolazione virale che continua».

«Le mascherine diventino un accessorio di moda»

Il prof. Pregliasco ha ricordato l’importanza delle mascherine da portare sempre con sé: «Preferibilmente Ffp2, da indossare al chiuso e in generale in ogni situazione di assembramento a rischio. Vanno mantenute e dovrebbero diventare un accessorio moda per tutti»

Continua il virologo: «Vanno usate come si fa con gli occhiali da sole. Qualcuno se li tiene anche in discoteca o di notte e non ha senso così come non ha senso tenere la mascherina se intorno non c’è nessuno o se siamo all’aperto in condizioni di sicurezza. Vanno utilizzate con buon senso al di là dell’obbligo. Manteniamo l’abitudine di metterle quando serve, facendone un uso appropriato. In questa fase meglio la Ffp2, preferibilmente».

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