Contaminazione radioattiva, i Paesi più colpiti in Europa: c’è anche l’Italia?

Martino Grassi

17/07/2020

È stata diffusa una mappa che illustra quali sono le zone dell’Europa in cui si assiste a una maggiore contaminazione radioattiva in cui compare anche l’Italia, gli scienzati rassicurano che non ci sono pericoli per l’uomo.

Contaminazione radioattiva, i Paesi più colpiti in Europa: c’è anche l’Italia?

È stata diffusa una nuova mappa della contaminazione radioattiva dell’Europa, nella quale compare anche l’Italia. La presenza di radioattività sarebbe ancora attribuibile all’incidente avvenuto nella centrale nucleare di Chernobyl nel 1968, soprattutto per le zone della Francia Orientale, della Germania Meridionale e del Nord Italia. Secondo i dati forniti da uno studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports, elaborato dai ricercatori coordinati da Katrin Meusburger, dell’università svizzera di Basilea, gli esperimenti nucleari che sono stati svolti negli anni ‘70 sarebbero responsabili di una scia radioattiva nella zona della Francia centro meridionale.

Il direttore del Dipartimento Fusione e Tecnologie per la Sicurezza Nucleare dell’Enea, Alessandro Dodaro, ha comunque rassicurato che non ci sono pericoli ne per l’uomo ne per l’ambiente dal momento che si tratta di valori ben al di sotto di cifre che normalmente vengono raggiunte naturalmente in altre zone, aggiungendo che “sapere come varia sulla crosta terrestre il livello radioattività è sempre importante anche per vedere differenze dovute a eventuali incidenti nucleari”.

Contaminazione radioattiva: la mappa delle zone più colpite

La mappa in questione è stata elaborata basandosi sull’analisi di 160 campioni proveniente dalla banca europea del campione di suolo, e rispetto alle precedenti ha una migliore risoluzione spaziale. Da questa analisi è emerso che le zone più colpite sono la Svizzera, la Francia, l’Italia, la Germania, e il Belgio.

In questo nuovo studio è stato utilizzato anche un nuovo metodo di calcolo che permette di risalire alle due fonti da cui sono stati rilasciati il cesio e il plutonio, i due elementi radioattivi. Dal disastro di Chernobyl infatti è stato rilasciato il cesio, mentre dagli esperimenti degli anni ‘70 il plutonio. Dodaro ha aggiunto che:

“Sapere quali sono le zone dove ci sono più elevate concentrazioni di radionuclidi è importante per gli effetti sul ciclo vitale degli esseri umani. In quelle aree potremmo non coltivare o non far pascolare, ma questo problema riguarda solo l’area di Chernobyl”.

Per quanto riguarda la salute, l’istituto francese di radioprotezione (IRSN) ha fatto sapere che i test nucleari e il distrato di Chernobyl hanno un’influenza minima sulla dose di esposizione dei cittadini francesi, inferiore all’1%.

Le concentrazioni delle sostanze radioattive

Dall’indagine condotta a Basilea è stato scoperto che il plutonio dei test nucleari circolava nell’atmosfera a un’altezza compresa tra i 12.000 e i 15.000 metri prima di venir portato a terra dalle piogge in modo abbastanza omogeneo, fatta eccezione per le zone in cui si registrano maggiori precipitazioni come il Massiccio Centrale o la Bretagna.

Per quanto riguarda il cesio di Chernobyl è stato scoperto che esso non ha raggiunto tali altitudini, ma è rimasto entro i 12.000 metri. Le piogge del 1986 lo hanno quindi rapidamente portato a terra, principalmente nella zona dell’Ucraina, facendo registrare delle concentrazioni più alte a livello locale

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