La scissione annunciata da Luigi Di Maio ha portato 60 parlamentari a lasciare il Movimento 5 Stelle e aderire a Insieme per il futuro. A spiegare le ragioni dello strappo è la deputata Carla Ruocco.
Tra i parlamentari passati insieme a Luigi Di Maio dal Movimento 5 Stelle a Insieme per il futuro c’è anche Carla Ruocco. La deputata e presidente della commissione d’inchiesta sulle Banche spiega in un’intervista a Money.it le ragioni che hanno portato alla scissione e accusa Giuseppe Conte e la leadership pentastellata di aver focalizzato l’attenzione su se stessa e “sulle proprie simpatie e antipatie” invece che sui temi.
Ruocco sottolinea come Conte, da capo politico, abbia tralasciato informazioni fondamentali per i cittadini e pensa poi al futuro: da una parte quello del governo che, a suo avviso, è blindato e non subirà contraccolpi; dall’altra il progetto di un nuovo movimento che si presenti in autonomia alle elezioni politiche del 2023.
Perché si è arrivati a una scissione?
Partiamo dal discorso che ha fatto di Di Maio sulla politica estera che è fondamentale e lo ribadisco: bisogna essere chiari, netti e categorici sull’aggressione di Putin all’Ucraina. Detto questo, che mi sembra già sufficiente, dall’altra parte personalmente ritengo molto rilevante il fatto che rispetto alle mie materie, affrontate nella mia commissione e da me come istituzione, con la presidenza della commissione Banche, non ho riscontrato per anni l’attenzione dovuta. Purtroppo il M5s che era nato con una linea precisa su alcuni temi poi si è voltato dall’altra parte concentrandosi sull’insultare il ministro degli Esteri o alimentare spaccature per consensi poi neanche arrivati. Questo mi ha mortificato e ha mortificato il lavoro condotto all’interno della mia commissione senza la giusta attenzione che si deve ai cittadini.
Secondo lei la colpa è solo di Conte e del suo personalismo o di tutto il Movimento?
Diciamo che le cose sono un po’ collegate. Ma il discorso non è il personalismo, è la conseguenza di focalizzare l’attenzione su se stesso e sulle proprie simpatie e antipatie invece che su temi più ampi.
Crede che questa scissione possa mettere a rischio il governo Draghi, considerando che ora nel M5s non ci sarà più una controparte filo-governativa?
Non so, ma non credo proprio che ci siano contraccolpi sul piano governativo. Il governo è blindato perché ora ci sarà maggiore chiarezza nella definizione degli obiettivi, non ci saranno confusione e polemiche e non si seguirà Salvini. Questo momento verrà superato e il governo potrà confidare in una maggiore solidità.
Il governo arriverà a fine legislatura?
Penso di sì.
Ora Insieme per il futuro dovrà pensare anche alle alleanze: dove guarderete, a quali partiti e movimenti?
Luigi ieri ha parlato molto bene dell’interlocuzione che avremo con i territori, con i sindaci, mi sembrano dei riferimenti fondamentali nella definizione della dialettica, nella definizione degli obiettivi, nel coordinamento tra politica centrale e amministrazione. Dobbiamo pensare ad affrontare temi e soluzioni.
Alle elezioni del 2023 andrete da soli, con una vostra lista, o pensa che ci saranno candidature di singoli in altri schieramenti?
Io credo che il progetto sia qualcosa di importante per il Paese, strettamente collegato agli obiettivi per il bene del Paese. Bisogna spostare il focus, dobbiamo pensare a una prospettiva di futuro. Se abbiamo qualcosa da fare con un progetto che guardi in avanti, allora bisognerà continuare a lavorarci.
Dal vincolo di mandato all’uno vale uno: come è stato possibile che sia cambiata così tanto la linea rispetto al M5s di pochi anni fa, quando lo stesso Di Maio ne era il capo politico?
Intanto voglio sgombrare il campo dal cunicolo del primo e secondo mandato: 40 parlamentari sui 62 che hanno aderito sono al primo mandato, quindi si sta parlando di un gruppo che non ha messo insieme le persone al secondo mandato che devono fare il terzo. Non focalizzerei il dibattito su questo. Io non sono d’accordo sul discorso dell’uno vale uno perché, come per tutte le regole, non si devono applicare con una cecità sterile e immutabile, con una visione non al passo coi tempi. Vale per tutto, le regole si applicano con flessibilità. Io mi aspetto, dato che il Movimento si sta focalizzando molto su questo, che quel che ne resta ora applichi rigidità su tanti fronti e anche sulle regole dei due mandati evitando anche la votazione.
Ma era davvero impossibile dialogare nel M5s oggi? Non poteva esserci un’altra soluzione?
Non era possibile, perché abbiamo provato a farlo in tutti i modi. Anche dopo due anni in cui siamo stati ignorati e ne ho le prove. Ha mai visto rilanciare un tema bancario affrontato in commissione? Un’intervista in cui si parla del sistema di segnalazione predisposto dalla commissione che prevede che un cittadino non sia più abbandonato in banca? Se non è un argomento sufficiente questo...
Considerando che il tema delle banche è sempre stato molto sentito dal M5s, il fatto che Conte non ne abbia parlato secondo lei è dovuto ad antipatie personali o ad altro?
Cos’è non lo so, lo diranno i cittadini. Non spetta a me andare contro Conte, io ho detto soltanto un fatto. Non ricadiamo nell’errore di andare contro la persona. Ma in quanto capo politico Conte ha tralasciato informazioni fondamentali per i cittadini, non so perché l’ha fatto e neanche mi interessa saperlo. Ora dobbiamo continuare a lavorare in maniera più efficace.
Ora cambierà qualcosa negli equilibri parlamentari, per esempio con qualche cambio alla guida delle commissioni?
Non è previsto assolutamente di cambiare gli equilibri parlamentari, il Parlamento è autonomo e ci sono delle regole che ne blindano l’autonomia e questa è una garanzia per i cittadini stessi. Le presidenze delle commissioni sono istituzionali e neutrali e questa è una forma di tutela.
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