Controlli su conti correnti, fatture elettroniche e acquisti con bancomat: cosa cambia col nuovo algoritmo anti-evasione

Rosaria Imparato

05/09/2022

Il nuovo algoritmo VeRa interviene sui controlli sui conti correnti, ma anche su fatture elettroniche, acquisti con bancomat e patrimoni immobiliari: vediamo cosa cambia.

Controlli su conti correnti, fatture elettroniche e acquisti con bancomat: cosa cambia col nuovo algoritmo anti-evasione

Ci sono novità sui controlli anti-evasione fiscale. Il nuovo algoritmo incrocerà i dati dei conti correnti e le informazioni sui patrimoni immobiliari e finanziarie, ma anche sui pagamenti con bancomat o carta. Anche le fatture elettroniche passeranno sotto la lente d’ingrandimento del fisco.

Il nuovo algoritmo si chiama VeRa, che sta per Verifica dei Rapporti Finanziari. L’algoritmo ha avuto l’approvazione del ministro dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco e del Garante della privacy. L’obiettivo, nei controlli dei prossimi mesi, è quello di ridurre il gap tra le tasse dovute e quelle effettivamente incassate, che per ora ammonta a 14 miliardi di euro.

Nel frattempo, da segnalare un primo elemento positivo nella lotta all’evasione fiscale e contributiva: per la prima volta è scesa sotto i 100 miliardi di euro. Nel 2019 (i dati si riescono a raccogliere qualche anno dopo) l’evasione è scesa a 99,5 miliardi. Un buon segnale, arrivato in corrispondenza con una maggiore digitalizzazione del Fisco (per esempio grazie al 730 precompilato). Tuttavia, le cifre relative all’evasione fiscale rimangono altissime.

Nuovi controlli su conti correnti, fatture elettroniche e pagamenti con bancomat: come funziona l’algoritmo VeRa

Creato da Sogei, l’algoritmo VeRa è in grado di elaborare milioni di dati in contemporanea, riuscendo a individuare liste di contribuenti a rischio di evasione fiscale. Grazie all’intelligenza artificiale diventerà sempre più preciso. VeRa incrocerà i dati relativi a:

  • conti correnti;
  • patrimoni immobiliari e finanziari;
  • fatture elettroniche;
  • pagamenti effettuati con carta o bancomat (o altri mezzi tracciabili).

Alessandro Santoro, consigliere del ministero sull’evasione fiscale, spiega come funziona l’algoritmo:

“Si parte dai riscontri dell’anagrafe dei rapporti finanziari, ovvero di tutti i conti correnti. Se l’algoritmo individua scostamenti rilevanti tra il saldo di inizio anno e quello di fine anno, non giustificati in apparenza da nulla, come per esempio eredità, donazioni, vendite di immobili, vincite, allora l’amministrazione farà la prima mossa. Ovvero quella ”gentile” della compliance, della letterina, della spinta a spiegare l’anomalia o a mettersi in regola. Questa norma c’era da oltre due anni, rimasta inattuata. Ora grazie anche al Pnrr – si tratta anche in questo caso di un milestone del Piano nazionale – si parte davvero.”

Attenzione però, perché non ci sarà una caccia alle streghe: i controlli sui dati vengono fatti in modo anonimizzato. Che significa? I nomi e i cognomi delle persone che risultano nelle liste dei movimenti sospetti, cioè che l’algoritmo non è riuscito a giustificare, verranno fuori solo in un secondo momento, quando la verifica spetta agli addetti, e non più all’algoritmo. A questo punto i contribuenti verranno avvisati, e avranno la possibilità di spiegare le anomalie riscontrate, come scostamenti improvvisi nei saldi dei conti correnti.

Controlli fiscali, cosa cambia con nuovo algoritmo?

Il Governo continua a spingere verso l’adempimento spontaneo. Quindi, anche se si investe molto sull’intelligenza artificiale e i controlli incrociati del nuovo algoritmo, la procedura poi rimane la stessa: si invia al contribuente una lettera di compliance, in cui si invita il cittadino a saldare quanto dovuto, prima che venga avviato un accertamento formale, oppure contattare l’Agenzia delle Entrate per spiegare le anomalie riscontrate, anche inviando nuovi documenti e giustificativi.

Secondo gli impegni presi con l’Europa, le lettere di compliance dovranno aumentare del 15%: è previsto l’invio di 2,5 milioni di avvisi bonari.

Inoltre, Santoro ha spiegato che l’Agenzia delle Entrate userà i droni per censire gli immobili fantasma, “metodo che ha già portato all’emersione di diversi fabbricati”. Fermo, invece, il data scraping, cioè l’uso dei dati trovati su social network e delle informazioni sul web in ottica anti-evasione, cioè chiedendo conto al possibile evasore.

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