Controlli incrociati su bancomat e scontrini per verificare i pagamenti

Patrizia Del Pidio

3 Ottobre 2024 - 10:31

Arrivano i controlli incrociati sulle transazioni elettroniche di pagamento: a ogni pagamento con il bancomat deve corrispondere uno scontrino o fattura.

Controlli incrociati su bancomat e scontrini per verificare i pagamenti

Controlli incrociati tra bancomat e scontrini per scovare l’evasione fiscale. Sono anni che si cerca di attuare il collegamento tra lo scontrino e l’Agenzia delle Entrate tramite lo scontrino elettronico per evitare il nero di esercizi commerciali, ristoranti e bar.

Il Fisco non ha mai certezza che i commercianti contabilizzino tutti gli scontrini emessi e potrebbero anche dichiarare meno di quello che in realtà incassano: l’Agenzia delle Entrate non potrà mai provare il contrario.

Lo scontrino elettronico risolverebbe il problema a monte, come ha fatto la fatturazione elettronica, visto che il dato sarebbe trasmesso immediatamente al Fisco. L’intenzione del Governo, messa nero su bianco sul Piano strutturale di bilancio, è quella di creare un collegamento tra le informazioni degli scontrini e quelle dei Pos.

Controlli incrociati tra bancomat e scontrini

Una delle nuove leve che il Fisco vuole utilizzare per contrastare l’evasione fiscale nel commercio al dettaglio è quella di fare in modo che i Fisco riesca a controllare se a fronte di un pagamento fatto con il bancomat o con la carta di credito sia stato emesso lo scontrino o la fattura.

La proposta non è nuova ed era stata già avanzata dell’esecutivo guidato da Mario Draghi nel disegno di legge per la delega fiscale (nel 2022) non votata dal Parlamento (a cui era seguita la caduta del governo).

Nel Piano strutturale di bilancio si legge che “L’amministrazione si impegna a effettuare un pieno collegamento delle informazioni derivanti dai pagamenti elettronici e dal registro dei corrispettivi. Tale misura consentirà per le operazioni al consumo finale (business to consumer, B2C) di potenziare la tracciabilità, tempestività e capillarità delle informazioni trasmesse dagli operatori all’amministrazione e, in modo strutturale, di contrastare l’evasione fiscale derivante da omessa dichiarazione”.

Non solo evasione, ma anche riciclaggio

Le anomalie che potrebbero emergere in questo modo sono molteplici. Non solo l’evasione fiscale, ma anche il riciclaggio, come nel caso di esercizi commerciali che a fronte di pochi scontrini dichiarano importi molti alti.

Ovviamente il tutto dovrà rispettare la privacy dei clienti i cui estremi non dovranno essere indicati (Anche per non rendere visibili le tipologie di spese effettuate).

Come funzionerà il meccanismo? Si prevede l’introduzione di un indicatore “di recupero complessivo di gettito fiscale versato spontaneamente dai contribuenti a seguito delle azioni di prevenzione e attività di controllo più efficaci realizzate dall’Amministrazione fiscale”.
Già sapere, in ogni caso, che ci sarà un incrocio dei dati potrebbe fare da deterrente all’evasione fiscale.

Come funzionano i pagamenti elettronici?

Per effettuare un pagamento elettronico sono molti gli attori che devono essere messi in campo. Da un lato l’esercente che deve dotarsi di un dispositivo Pos (ormai obbligatorio) e per farlo deve contattare la banca. La banca da questo ricava un margine, visto che il commerciante paga un tot a transazione effettuata.

Dall’altra parte c’è l’utente che, sempre tramite la banca, si dota di una carta per pagare (che può essere di debito o di credito). Anche se per molte carte non è prevista commissione sulla transazione, va ricordato che è previsto, per l’uso, che sia pagato un canone annuo alla banca.

Come fanno i Pos a dialogare con le carte? Ci sono i circuiti di pagamento come Visa, Pagobancomat e Mastercard, che ovviamente non lo fanno gratis e che a loro volta hanno un margine su ogni transazione.

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