Reddito di cittadinanza: aumentano i controlli per scovare i furbetti. Ecco quali sono le informazioni a cui hanno accesso le autorità e a cosa fare attenzione per non rischiare una sanzione.
Reddito di cittadinanza: sono partiti i controlli volti a verificare che i beneficiari della misura non abbiano mentito su redditi e patrimoni - in sede di richiesta del RdC - così da poter beneficiare del contributo.
Ecco perché coloro che non hanno la “coscienza pulita” devono prestare molta attenzione, visto che potrebbero essere soggetti a un controllo da parte dell’Ispettorato del lavoro e dell’apposito nucleo dei Carabinieri e della Guardia di Finanza.
Mentre si attende la convocazione da parte dei centri per l’impiego, quindi, i controlli nei confronti dei beneficiari del reddito di cittadinanza sono già partiti e hanno cominciato a dare i loro frutti: a Napoli sono stati cinque i percettori del reddito di cittadinanza scoperti a lavorare in nero in un cantiere edile, mentre a Palermo un uomo pur percependo il contributo (intestato alla moglie) lavorava in nero in un bar. A Bolzano, invece, un titolare del RdC era proprietario di alcuni possedimenti in Spagna, guadagnando inoltre una cospicua somma di denaro da un commercio illecito di birra.
Adesso per loro ci sarà di rispondere dell’accusa di truffa ai danni dello Stato, con una sanzione già scritta: come si legge nel decreto 4/2019, infatti, chiunque rende o utilizza dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere al fine di ottenere il beneficio è punito con la reclusione da due a sei anni.
Ma non è solo il lavoro in nero ad essere oggetto di controlli da parte dell’Ispettorato del Lavoro; sono diversi, infatti, gli aspetti su cui l’amministrazione concentrerà la propria verifica, con i percettori del reddito di cittadinanza che devono fare particolare attenzione se non vogliono rischiare una sanzione severa (oltre alla perdita del contributo).
Reddito di cittadinanza, intensificati i controlli: a cosa fare attenzione
Può essere una denuncia o una segnalazione di un vicino, o anche un semplice controllo di routine a far scattare un accertamento dell’Ispettorato del Lavoro.
I controlli possono riguardare le attività lavorative svolte da tutti i componenti del nucleo familiare che beneficia del reddito di cittadinanza: nessuno di questi deve svolgere un lavoro in nero, o comunque un’attività lavorativa non segnalata all’Inps. Quanto detto vale per qualsiasi attività lavorativa, anche se svolta per uno o due giorni.
Ci saranno poi controlli sui patrimoni, con la verifica che non ci siano possedimenti non dichiarati, anche se situati all’estero.
Un altro caso in cui scatta un accertamento è quello in cui si rifiuta un’offerta di lavoro presentata dal centro per l’impiego: chi rifiuta un’offerta di lavoro definita congrua, infatti, potrà essere segnalato alle autorità affinché queste verifichino che dietro al rifiuto non si celi un lavoro svolto in nero.
Controlli del conto corrente
Si ricorda poi che Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate possono controllare anche il conto corrente del beneficiario del reddito di cittadinanza, così da verificare che non ci siano entrate sospette.
Questi, infatti, possono accedere alla grande anagrafe tributaria, dove tra l’altro sono presenti le informazioni su altri strumenti e prodotti bancari e postali, come ad esempio conti deposito e carte di credito.
Qualsiasi movimento sospetto che potrebbe nascondere un’entrata non dichiarata in sede di richiesta del reddito di cittadinanza darà luogo ad un accertamento più approfondito. A tal proposito è bene sapere che le autorità che controllano i vostri conti possono farlo senza chiedere il vostro permesso e non sono tenute a darvi neppure un preavviso.
Gli altri controlli: dall’auto al monitoraggio delle spese
Controlli poi riguarderanno il rispetto delle norme descritte dal decreto 4/2019 in merito al possesso di auto e moto. In tal caso ci sarà una verifica diretta, visto lo scambio d’informazioni con l’Aci grazie al quale si accerta che nessun componente del nucleo familiare sia in possesso di un autoveicolo o di un motoveicolo che non soddisfa i requisiti stabiliti dalla normativa.
Controlli a priori, invece, riguarderanno le coppie divorziate dopo il 1° settembre: queste, infatti, al momento della domanda del reddito di cittadinanza dovranno dimostrare l’effettivo cambio di residenza presentando un apposito verbale dei vigili urbani.
Infine, ricordiamo che ci saranno controlli anche sulla carta reddito di cittadinanza, con le autorità che pur non potendo vigilare su ogni singolo acquisto potranno controllare gli importi complessivamente spesi e prelevati dalla carta, informazioni che potrebbero servire per scovare “furbetti” e per verificare che i beneficiari non facciano un uso improprio della misura.
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