Mentre il Brasile risulta sempre più colpito dal coronavirus a livello mondiale, il presidente Bolsonaro continua a minimizzare la situazione. L’ultima mossa riguarda i dati nazionali sull’epidemia: quelli cumulativi non saranno più resi noti
Il mondo guarda con sempre maggiore preoccupazione al Brasile, dove i casi di positività hanno superato i 672.000.
La nazione latinoamericana è balzata al secondo posto a livello globale per numero di contagiati, con un incremento di deceduti altrettanto allarmante: sono oltre 35.900, il terzo numero più alto e l’aumento maggiore mondiale.
In Brasile, il coronavirus sta uccidendo un cittadino al minuto. Ma Bolsonaro continua nella sua strategia della minimizzazione e del complotto. L’ultima decisione riguarda proprio la diffusione dei dati: non saranno più resi noti quelli totali del Paese, ma solo le novità giornaliere.
Un ulteriore tentativo di offuscare la tragedia brasiliana?
Bolsonaro nasconde i dati sull’epidemia?
L’ultima decisione del Brasile sulla gestione della pandemia nel Paese ha gettato ulteriori dubbi sulla trasparenza del Governo Bolsonaro per quanto riguarda la strategia contro il coronavirus.
Sabato 6 giugno il ministero della Sanità ha rimosso dal sito web pubblico e ufficiale i dati relativi all’andamento dell’epidemia nazionale, che stavano documentando contagi e decessi nel corso del tempo.
Il numero di positivi e di morti totali non saranno, quindi, resi noti e l’aggiornamento riguarderà soltanto i casi delle ultime 24 ore.
Il presidente Bolsonaro ha spiegato così la decisione via Twitter:
“I dati cumulativi ... non riflettono il momento in cui si trova il Paese. Altre azioni sono in corso per migliorare la segnalazione dei casi e la conferma delle diagnosi”.
La decisione è stata ampiamente criticata da giornalisti e dai membri del Congresso. La rimozione dei dati è avvenuta dopo che il Brasile ha riportato più di 1.000 morti per quattro giorni consecutivi.
Il Brasile come gli USA contro l’OMS
Il presidente brasiliano è stato criticato per non aver seguito le indicazioni preventive dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). L’organizzazione ha più volte richiamato soprattutto i Paesi dell’America del Sud affinché aspettino a rallentare le misure di contenimento.
Ma la pressione dell’OMS non è piaciuta affatto a Bolsonaro, che seguendo la strategia di Trump, ha minacciato di ritirarsi dall’agenzia ONU, accusandola di essere “un’organizzazione politica partigiana”.
La gestione del coronavirus in Brasile, quindi, continua a suscitare timori, mentre il contagio cresce senza una reale politica di prevenzione.
Il presidente si è unito ripetutamente ai sostenitori delle proteste negli ultimi mesi, ignorando i consigli di allontanamento sociale.
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