Sotto la lente del 118 un insieme di 100 casi esaminati a Taranto, con quasi il 50% dei test rivelatisi errati
I tamponi per rilevare il contagio da coronavirus non sempre sono affidabili. Il dubbio, già espresso in diverse circostanze, si fonda stavolta su basi numeriche di sicuro clamore.
La segnalazione arriva infatti dal presidente nazionale del Sis 118, Mario Balzanelli, che ha rilevato un insieme di 100 casi esaminati a Taranto, con quasi il 50% dei test rivelatisi errati.
In quel frangente Balzanelli, alla guida della COVID-19 Station del 118 di Taranto, si è trovato di fronte a ben 45 pazienti reduci da due tamponi negativi malgrado fossero effettivamente affetti da coronavirus.
“Appena presi in carico, abbiamo notato che avevano la sintomatologia clinica e il quadro radiologico di polmonite interstizio-alveolare da Covid-19, diagnosticato con la Tac del torace che dava esattamente l’immagine a vetro smerigliato del virus. Ma sono risultati negativi a due tamponi nonostante avessero la malattia”.
Coronavirus: tamponi non affidabili. La denuncia
Non è certo questa la prima segnalazione di tamponi inaffidabili, o almeno non affidabili al 100%.
Tuttora i dubbi sono molti e quotidiani, visti risultati dei test molto variabili ed esiti che molto spesso possono cambiare a seconda dell’operatore sanitario che li effettua.
Esattamente come ricordato di recente dal direttore scientifico della Società italiana malattie infettive Massino Andreoni, il tampone si rivela essere molto “operatore-dipendente”:
“Ci sono operatori che hanno in gran parte risposte positive dai pazienti, altri che ne hanno in batteria di negative. L’esecuzione richiede un certo expertise. Se fatto male, il tampone può dare esito negativo. Sappiamo poi che a volte quando sembra che il virus non è più replicante, invece riprende a moltiplicarsi”.
A fine aprile aveva fatto molto discutere il caso del 41enne di Chiavari morto ufficialmente per complicanze da coronavirus, che però non gli era mai stato diagnosticato malgrado ripetuti esami.
Balzanelli ha quantificato in 283 i casi «sospetti» a Taranto, che si sono rivelati negativi malgrado sintomi compatibili con la malattia, poi effettivamente rilevata dopo ulteriori esami clinici:
“È evidente che i tamponi possono non rilevare la positività, questo dato emerge dalla nostra esperienza e il numero è decisamente alto. Elemento che ci induce a ritenere che il numero attuale di positivi alla malattia sia di molto sottostimato. E se circa 50 pazienti su 100 sono risultati negativi a due tamponi nonostante avessero la malattia, questo vuol dire che sfugge alla contabilità praticamente la metà degli infetti”.
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