Secondo questi studi sono 5-6 milioni i casi di coronavirus in Italia, ma il numero è ancora troppo basso per parlare di immunità di gregge.
In Italia il numero reale dei contagi potrebbe aggirarsi intorno ai 5-6 milioni, a conferma di queste cifre arrivano da tre studi, di cui due effettuati nel nostro Paese. I numeri sono decisamente alti per la diffusione del virus, ma ancora troppo bassi per parlare di immunità di gregge.
La prima persona a far emergere la questione dei “contagi sommersi” è stato proprio Angelo Borrelli, il capo della Protezione Civile durante un’intervista: “Il rapporto di un malato certificato ogni dieci non censiti è credibile”. La proporzione fornita da Borrelli è stata confermata anche da uno studio accademico cinese di inizio marzo che, spostando l’attenzione sulla provincia dell’Hubei, individuava lo stesso rapporto.
Secondo l’ipotesi del capo della Protezione Civile, essendoci circa 130.000 contagi dichiarati ufficialmente, il totale delle infezioni reali dovrebbe essere di circa 1 milione e 300.000 casi. Tuttavia secondo delle ricerche più aggiornate il numero delle persone infette in Italia dovrebbe aggirarsi tra i 5 e i 6 milioni, di cui 1 solamente in Lombardia.
5 milioni di contagi in Italia: i dati dei 3 studi
Secondo Carlo La Vecchia, docente di Statistica epidemiologica dell’Università di Milano, che ha coordinato un’indagine Doxa sulla Covid-19, circa il 10% degli italiani sarebbe infetto. A questo studio si unisce anche un’altra ricerca firmata da 12 studiosi italiani intitolata “La COVID-19, l’infezione in Italia: uno studio statistico di una malattia anormalmente grave”.
Lo scorso 25 marzo, risultavano positive circa 75.000 persone, per cui è ipotizzabile pensare che il numero reale delle persone con COVID-19 fosse compresa tra i 600.000 e i 3,3 milioni, seguendo l’andamento di questa curva ad oggi dovrebbero essere 5 milioni. I numeri sono molto alti ma non ancora abbastanza per poter parlare di immunità di gregge che prevede il 60-70% di persone positive.
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I due studi sono in linea anche con un altro studio pubblicato dagli epidemiologi dell’Imperial College di Londra, secondo i quali il tasso di infezione nel nostro Paese è compreso all’interno di una forbice tra il 3,2% e il 26%, il cui dato medio risulta essere poco più di 6 milioni di contagi.
Secondo le varie ricerche pubblicate il numero delle persone positive in Italia è largamente sottostimato e questo spiegherebbe anche il fatto che nel nostro paese abbiamo un tasso di mortalità così alto.
Perché il tasso di mortalità in Italia è così alto?
In Italia il tasso di mortalità si aggira intorno al 12% nel rapporto tra numero di contagi e decessi, mentre in Germania, Austria, Norvegia, Irlanda e Australia è al 4% ed in altri Stati come Danimarca, Belgio, Portogallo e Stati Uniti si arresta in media all’1-2%.
Nonostante l’Italia presenti una popolazione più a rischio rispetto alle altre nazioni data l’età media molto elevata e il gran numero di fumatori, questi due fattori non sono in grado di giustificare un tasso di mortalità così alto. Il motivo reale sembra dunque essere la sottostima delle diagnosi.
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