Secondo l’ISS, 11 Regioni rosse e arancioni non possono allentare le misure di contenimento prima di tre settimane
L’Rt scende a 1 in tre Regioni italiane, ma in molte altre le misure non sono ancora efficaci e rimarranno in vigore per almeno altre 3 settimane. A settimane dall’entrata in vigore del Dpcm che ha diviso l’Italia in zone gialle, arancioni e rosse, e a un mese circa dal decreto che ha imposto il coprifuoco, rallenta la velocità della trasmissione del coronavirus in alcuni territori. Un dato che, ribadisce l’ISS nel monitoraggio settimanale, non deve comunque indurre a un abbassamento dell’attenzione nei comportamenti. Vediamo perché.
Aperture in zone rosse e arancioni? Improbabili per l’ISS
L’epidemia in Italia si mantiene a livelli critici, afferma oggi l’Istituto Superiore di Sanità: “l’incidenza di nuove diagnosi resta molto elevata e ancora in aumento”, e l’impatto sui servizi assistenziali è ancora “significativo”.
Nonostante l’esecutivo faccia veleggiare l’ipotesi che alcune Regioni possano passare da zona rossa ad arancione, sono ancora 17 le Regioni e Province Autonome “classificate a rischio alto”. Un dato che conferma “di fatto su quasi tutto il territorio nazionale un rischio elevato di epidemia non controllata e non gestibile”.
Regioni rosse o arancioni non miglioreranno prima di 3 settimane
Undici Regioni sono osservate speciali, ed è improbabile, secondo l’ISS, che per loro il Ministero stabilisca una zona di allarme inferiore rispetto a quella in cui si trovano. Si tratta delle Regioni che sono classificate a rischio alto da più di tre settimane: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Liguria, Lombardia, Piemonte, PA Bolzano, Sicilia, Toscana, Umbria e Valle d’Aosta.
Per queste Regioni l’ISS prevede che rimarranno nella loro zona per almeno altre 3 settimane: “L’attuale normativa prevede che tutte le Regioni mantengano le misure in essere”.
Dal verbale della riunione della Cabina di Regia del 20 novembre emerge, inoltre, la possibilità che la Lombardia imponga nuove zone rosse a livello sub-regionale, sul modello siciliano.
Le Regioni a rischio moderato sono invece Friuli Venezia Giulia, Marche, Molise e Veneto. Con gli attuali livelli di trasmissibilità, “solo nelle Marche non è evidenziata una probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese”. Per tutte le altre, insomma, se la situazione non cambia potrebbero essere necessarie misure più restrittive.
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