Cos’è un ETN e come investire

Redazione Investimenti

31 Gennaio 2025 - 10:38

Un ETN è uno strumento finanziario, come funziona? Cosa c’è da sapere e come investire.

 Cos’è un ETN e come investire

ETN sta per Exchange-Traded Note, ovvero nota negoziata in borsa. È un tipo di strumento finanziario simile agli ETF (Exchange-Traded Funds), ma con alcune differenze, anche rispetto all’ETC.

Sul mercato dal 2006, introdotti dapprima negli USA e, successivamente, nel Vecchio Continente come nuovi strumenti di investimento, gli ETN consentono agli investitori di replicare le performance di indici benchmark di varia natura (azionari, obbligazionari, valutari, criptovalute, ecc).

Nel corso degli anni sono diventati piuttosto popolari soprattutto in alcuni settori, come quello delle valute digitali. Dopo l’approvazione degli ETF su Bitcoin spot nel 2024, il mercato delle criptovalute sta diventando sempre più istituzionalizzato. Secondo alcune previsioni, gli ETN su Bitcoin ed Ethereum continueranno ad attirare investitori, soprattutto in Europa, dove sono già più diffusi rispetto agli ETF.

Per il 2025, gli analisti vedono gli ETN più promettenti quelli legati alle crypto e a settori in espansione come energia rinnovabile e IA. Tuttavia, bisogna sempre valutare il rischio di credito dell’emittente prima di investire.

Nel dettaglio di seguito sono chiarite le caratteristiche dell’ETN: cos’è e a cosa fare attenzione prima dell’investimento.

Cosa sono gli ETN e a cosa servono

Gli Exchange Traded Notes o ETN sono i vicini “parenti” degli ETF e degli ETC, possono essere considerate delle vere e proprie obbligazioni strutturate emesse dalle banche o dalle SIM, non producono interessi certi e conferiscono il diritto all’investitore di replicare le performance di singoli titoli, o di un gruppo di valori in un settore di attività economica, oppure relativi all’intero listino di borsa.

In parole più semplici:

Gli ETN non possiedono direttamente gli asset sottostanti, ma sono titoli di debito emessi da una banca o un’istituzione finanziaria. Il loro valore dipende dalla performance di un indice di riferimento, come criptovalute o azioni. Hanno un rischio di credito maggiore rispetto agli ETF, perché il pagamento dipende dall’emittente.

Questo ultimo concetto significa che, nel caso in cui la banca emittente fallisca vi è la reale e potenziale possibilità che l’investitore subisca gli effetti della bancarotta dell’istituto bancario.

Gli ETN permettono di investire in asset difficili da replicare con ETF tradizionali, come materie prime, valute o strategie alternative. Offrono agli investitori la possibilità di ottenere un’esposizione a un mercato specifico o a una classe di attività senza dover acquistare direttamente l’attività sottostante.

La differenza tra ETN, ETF ed ETC

Gli investitori che intendono approcciarsi a strumenti finanziari diversi da quelli tradizionali devono sapere che esistono sostanziali differenze tra ETN, ETF ed ETC.

Un ETF è un fondo che replica in modo fedele l’andamento e quindi il rendimento di indici azionari, obbligazionari o di materie prime. La sua struttura consente di avere il capitale separato dall’emittente, quindi non c’è rischio di credito. Inoltre, investe in più asset contemporaneamente ed è quindi adatto a chi vuole diversificare.

Un ETN, come già specificato, è un titolo di debito e non un fondo. Emesso da una banca o istituzione finanziaria, il suo rendimento è legato a un indice specifico. In sostanza, l’ETN replica esatta il sottostante e a differenza degli ETF su azioni, gli ETN non distribuiscono dividendi, perché sono strumenti di debito.

L’ETC, infine, è uno strumento finanziario che replica il prezzo di una materia prima (oro, petrolio, argento, gas naturale, ecc.). Ne esistono due tipologie: ETC con copertura fisica, con il quale il prodotto è garantito dalla detenzione della materia prima (es. ETC sull’oro fisico); ETC sintetici, basati su contratti derivati e soggetti al rischio di credito dell’emittente.

In sintesi, ecco le differenze tra ETF, ETN, ETC:

  • ETF: è un fondo con capitale separato dall’emittente e quindi senza rischi di credito che investe in più asset, riducendo il rischio specifico;
  • ETN: è un titolo di debito con rischio di credito alto, se l’emittente fallisce, l’investitore può perdere il capitale;
  • ETC: è un certificato su commodity con rischio di credito se in forma sintetica. Ideale per investire in materie prime senza possedere direttamente l’asset

ETN ed ETC sono i più simili tra loro. La differenza principale è da ricercarsi proprio nella natura dell’asset sottostante: quando questo è rappresentato da materie prime (soft o hard) si fa riferimento agli Exchange Traded Commodities, mentre nei casi in cui l’asset sottostante è un indice ci si riferisce all’ETN.

Tuttavia, sia gli ETC che gli ETN condividono le medesime caratteristiche della struttura dell’operazione, trattandosi entrambe di obbligazioni strutturate senza scadenza emesse da una società veicolo a fronte dell’investimento nell’asset sottostante.

Come funzionano gli ETN: le principali caratteristiche

Il funzionamento degli ETN è abbastanza semplice.

Una banca o un’altra istituzione finanziaria emette un ETN come titolo di debito. Il suo impegno consiste nel pagare agli investitori un rendimento basato sulla performance di una specifica attività o indice sottostante.

Gli ETN sono negoziati in borsa come le azioni e gli ETF, con prezzo che varia durante la giornata. A differenza degli ETF, però, essi hanno una data di scadenza (di solito a lungo termine, es. 20-30 anni). Alla scadenza, l’emittente rimborsa il valore dell’ETN, che riflette la performance dell’indice sottostante.

Gli ETN non distribuiscono dividendi o interessi perché non possiedono direttamente gli asset sottostanti.

Immaginiamo un ETN legato al prezzo del Bitcoin:

Se il prezzo del Bitcoin sale del 10%, anche il valore dell’ETN salirà di circa 10%. Se scende del 10%, l’ETN perderà circa 10%. A differenza di un ETF, l’ETN non compra realmente Bitcoin, ma semplicemente promette di pagarti la performance della crypto.

ETN, come investire?

La procedura di sottoscrizione degli ETN consente agli intermediari specializzati che operano sul mercato primario di effettuare arbitraggi.

Sul mercato secondario il prezzo degli ETN è allineato al valore di mercato dell’asset (indici di natura diversa) e ciò permette alla platea di investitori di poter accedere direttamente al mercato sottostante, grazie all’investimento diretto da parte della banca emittente.

Costi e commissioni applicate agli ETN

Sottoscrivere un ETN permette a ogni investitore di poter accedere a indici difficilmente investibili a un costo contenuto: infatti, come per gli Exchange Traded Commodities, non è prevista l’applicazione di alcuna commissione di “entrata”, di “uscita” e di “performance” a carico dell’investitore.

Le uniche commissioni che sono applicate agli ETN sono quelle di intermediazione e di negoziazione previste dalla banca o dalla SIM e sono variabili in relazione al tempo di possesso del titolo.

Tassazione

La tassazione degli ETN (Exchange-Traded Notes) dipende dal paese in cui investi e dalla tipologia di guadagno ottenuto. In Italia, gli ETN sono generalmente trattati come strumenti finanziari derivati e vengono tassati in modo simile agli ETF, ma con alcune differenze.

Se si vende un ETN con un guadagno, la plusvalenza è soggetta a una tassa del 26% (aliquota per i redditi finanziari in Italia). Se si vende un ETN in perdita, la minusvalenza può essere compensata con altre plusvalenze entro 4 anni.

Si paga anche l’imposta di bollo dello 0,2% annuo sul valore dell’ETN, se detenuto in un conto titoli italiano.

Gli ETN sono sicuri?

Considerando che gli ETN sono debito non garantito dell’emittente, la loro sicurezza dipende da alcuni fattori.

Se è emesso da una banca con un rating di credito alto; se è ben regolamentato e quotato in borse affidabili; se ha un volume di scambi sufficiente per garantire liquidità questo strumento risulta probabilmente più sicuro.

Attenzione, però, a questi rischi. Se la banca o l’istituzione che ha emesso l’ETN fallisce, potresti perdere tutto il capitale investito. Il rating di credito dell’emittente è quindi un requisito da controllare (banche solide come JP Morgan o UBS sono più affidabili di emittenti minori).

Alcuni ETN hanno un volume di scambi basso, quindi potresti avere difficoltà a venderli rapidamente senza perdere valore. Infine, poiché il valore di un ETN segue un asset o un indice, è soggetto a volatilità. Se il sottostante perde valore, anche l’ETN seguirà la stessa sorte.

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