Cosa ci è costata la grazia a Patrick Zaki?

Alessandro Nuzzo

20/07/2023

Lo studente condannato a 3 anni ha ricevuto ieri la grazia dal presidente Al-Sisi. Semplice volontà presidenziale o il frutto di un baratto tra Italia ed Egitto?

Cosa ci è costata la grazia a Patrick Zaki?

Patrick Zaki è un uomo libero e su questo non ci sono dubbi. Lo studente egiziano iscritto all’Università di Bologna dove si è laureato lo scorso luglio con 110 e lode, ha ricevuto la grazia dal presidente dell’Egitto Abdel Fatah Al-Sisi. L’annuncio è arrivato il giorno dopo la sentenza da parte della corte speciale che aveva condannato Zaki a 3 anni di reclusione per «diffusione di notizie false» sui social. Subito dopo la sentenza lo studente era stato arrestato direttamente nell’aula di Tribunale e portato in carcere dove doveva scontare altri 14 mesi.

Già oggi Zaki dovrebbe essere rilasciato per fare il suo ritorno in Italia. La notizia è stata accolta con gioia nel nostro paese, in particolare dalla presidente Giorgia Meloni che ha voluto ringraziare Al-Sisi per questo gesto ritenuto molto importante. Il vice premier Tajani ha affermato con un certo orgoglio che i meriti sono tutti del governo e della diplomazia messa in campo in tutti questi mesi in cui i rapporti tra Italia ed Egitto sono diventati più amichevoli.

Ma dietro alla decisione di graziare Zaki c’è solo una scelta presidenziale o l’Egitto ha ottenuto comunque qualcosa in cambio? Repubblica ha provato ad approfondire i rapporti diplomatici in atto tra il nostro paese e quello africano arrivando a supporre possibili accordi dietro la grazia dello studente.

Il presunto baratto tra Italia ed Egitto

Dopo la vicenda Giulio Regeni, le bugie, i depistaggi, i rapporti diplomatici tra l’Italia e l’Egitto erano arrivati ai minimi storici tanto che il nostro paese era arrivato anche a ritirare il proprio ambasciatore. Da qualche mese invece i rapporti bilaterali sono ripresi e proseguiranno anche nelle prossime settimane. L’Egitto aveva chiesto che «l’Italia non dovrà più guardarci come un Paese nemico» e secondo il quotidiano Repubblica così sarà.

La scelta di Al-Sisi di concedere la grazia a Patrick Zaki vede dietro una trama solo politica. L’Egitto da tempo sta cercando di mettere una pietra tombale sulla vicenda Giulio Regeni facendo calare il silenzio sulla triste e misteriosa vicenda. E se la libertà di Zaki fosse stata barattata con il silenzio dell’Italia su Regeni? Questa è l’ipotesi rilanciata da Repubblica.

Di sicuro i rapporti tra il nostro paese e quello africano si sono intensificati nell’ultimo anno. Gli accordi viaggiano su due fronti: il problema migratorio con l’Egitto che si impegnerà a gestire i flussi dal proprio paese e il problema agroalimentare rappresentato dal grano visto che l’Egitto dipendeva per il 90% dal grano ucraino che, causa guerra, non sta più arrivando.

In questo caso è importante per l’Egitto l’intervento dell’Italia per cercare di arrivare ad una soluzione che non spinga il paese nel caos causa assenza di cibo. Come documentato da Repubblica ci sono stati diversi incontri bilaterali tra i due paesi negli ultimi mesi e altri ce ne saranno entro la fine dell’anno.

Sul caso Regeni l’esecutivo ha deciso di lasciare la palla alla magistratura mettendo di fatto il processo in un binario morto visto che dall’Egitto non c’è nessuna volontà a collaborare alla ricerca della verità e dei responsabili che dovrebbero essere processati. Anche la decisione di concedere la grazia invece di rilasciare Zaki prima della sentenza sa tanto di scelta politica volta a far intendere la volontà del governo egiziano a collaborare per risolvere la questione Zaki.

Si tratta di un’ipotesi di Repubblica su cui al momento non abbiamo prove a riguardo. Ma sarà possibile vedere nei prossimi mesi il comportamento dei due Stati sulla questione Regeni per capirci di più.

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# Egitto

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