Cosa è successo a Ischia e perché era prevedibile

Chiara Esposito

26 Novembre 2022 - 19:36

L’isola di Ischia è vittima di una frana e si studiano le cause del disastro. Non ci sono però ancora risposte preventive a nuovi episodi alluvionali.

Cosa è successo a Ischia e perché era prevedibile

Frana a Casamicciola, sull’isola di Ischia. La notizia della tragedia trova spazio nella cronaca del 26 novembre e, a poche ore dal disastro, ci sono già esperti che tentano di offre una spiegazione a ciò che è avvenuto nelle strade della cittadina insulare.

Le scene delle auto trasportate via dal fango e delle vie che diventano fiumi in piena fanno il giro del web anche a causa dell’eccezionale furia degli eventi.

Si vedono case travolte e si contano numerose famiglie rimaste imprigionate. La causa è il maltempo ma gli esperti che osservano il teatro degli eventi avanzano anche altre supposizioni. Le testimonianze drammatiche da Casamicciola vengono infatti registrate dagli addetti ai lavori e inserite in un quadro più ampio di disagio abitativo e logistico dell’intera zona interessata dal maltempo e dalle sue conseguenze.

A presidiare l’area ci sono i soccorritori e i volontari che cercano di intervenire per salvare il salvabile. Dal Governo intanto giungono le prime dichiarazioni in risposta agli appelli del sindaco del paese e delle località circostanti.

Cosa è accaduto ad Ischia

A scatenare la frana è stato un forte nubifragio che ha colpito nella notte l’isola di Ischia causando allagamenti specialmente nella zona di Casamicciola, già teatro di un devastante alluvione nel novembre del 2009.

Il bilancio dei dispersi cresce mentre viene rinvenuta la prima vittima. Sono circa le 14:00 quando i soccorritori recuperano il corpo di una donna in piazza Maio, a Casamicciola Terme. Non ancora identificata, la signora è stata probabilmente travolta dalla colata di fango. Un altro uomo è invece stato travolto ma l’intervento dei soccorsi lo ha salvato: al momento è cosciente e privo di lesioni gravi.

Mancavano all’appello invece una coppia e un neonato miracolosamente ritrovati vivi in un’abitazione travolta dal fango, in via Celario. Proprio quello sarebbe da considerarsi l’epicentro dello smottamento, sceso poi verso il lungomare in piazza Anna De Felice. La situazione dei residenti della zona, descritta dal sindaco di Lacco Ameno, Giacomo Pascale è quella di 20-30 nuclei familiari barricati nelle abitazioni prive di corrente elettrica.

Quali sono le cause della frana? Parola all’esperto

La stampa ha raggiunto Andrea Billi, geologo dell’Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria del CNR, per ricostruire la vicenda, le possibili cause e l’eventuale assenza di prevenzione di tale rischio. La risposta dell’esperto di fatto getta un’ombra sul caso:

«Ischia è troppo abitata e scoscesa, i fiumi di fango possono travolgere tutto»

E ancora:

«Ischia è un centro fortemente colonizzato dall’uomo, ciò significa che abbiamo portato via spazio al territorio per far sfogare la natura»

S’insinua quindi il tema di densità abitativa che, continua Billi, è tipico di molte isole turistiche italiane. In particolare il caso di Ischia, isola vulcanica, vede un territorio ripido «con depositi vulcanici spesso cineritici» nel quale «non sorprende che ci siano frane». Sulla distribuzione urbanista inoltre il geologo aggiunge che «le strade asfaltate sono dei corridoi, dove il flusso dell’acqua diventa molto veloce e violento e porta via tutto». Veniamo quindi ad un dato chiave: la scarsità della vegetazione.

Nell’intervista rilasciata ai media si riflette però anche sulla possibilità di prevedere e intervenire per scongiurare eventi simili. La risposta è complessa:

«Gli indizi ci sono. Si può fare una previsione a lungo termine, si possono individuare le aree a rischio, spesso, peraltro, sono già mappate. Poi, però bisogna non costruire più in quelle aree e, a un certo punto, anche abbattere. In talune situazioni tuttavia è molto difficile intervenire. In un’isola così fortemente abitata, con tantissimi turisti da maggio fino a ottobre non è facile intervenire, questo è sicuro».

Questo fenomeno è riconducibile al tema delle sanatorie che, dal punto di vista legale ed amministrativo, certificano l’abitabilità di una zona ma non per questo sono in accordo con la realtà naturale del sistema paesaggistico in cui si inseriscono. Molte delle case sanate sono quindi ugualmente a rischio.

Una simile dimensione di fragilità di base del territorio, addizionata al tema dell’abusivismo, non è però che una parte del dramma. Come riportato da altri voci autorevoli del panorama della geologia, con livelli di precipitazione come quelli che hanno interessato Ischia tra la mezzanotte di ieri e le otto di stamattina qualsiasi territorio sarebbe stato messo a rischio.

L’intervento della politica

Restano poi le voci della politica che, nella persona di Giorgia Meloni, si concretizza in un monitoraggio costante tramite il presidio del ministro per la protezione civile e le politiche del mare Nello Musumeci che si sta coordinando con il dipartimento della protezione civile e la regione Campania per seguire l’evoluzione della situazione.

La presidente del Consiglio ha poi espresso vicinanza ai cittadini e gratitudine ai soccorritori dialogando con i sindaci dei comuni dell’isola. Le autorità di Ischia Porto, Forio, Lacco Ameno e Procida hanno infatti disposto la chiusura di tutte le scuole, chiuso il porto cittadino e dirottato diverse navi.

Una risposta per il domani al momento non c’è. I fenomeni climatici eccezionali potrebbero ripresentarsi e far ripiombare nuovamente nel terrore l’intera isola. Le proposte avanzate in queste ore riguardano l’implementazione del sistema di monitoraggio locale del territorio e la disposizione di strutture ad hoc in grado per esempio di disporre evacuazioni preventive di zone a rischio. Altro punto da dibattere sarà poi quello della pulizia e manutenzione dei cosiddetti alvei ovvero le vie di fuga naturale per acqua e fango.

Argomenti

Iscriviti a Money.it