Matteo Salvini è il nuovo ministro delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili. Tra il Pnrr e il codice per gli appalti, sono molti gli impegni inderogabili per il nuovo ministro. Ecco cosa farà.
Il passaggio del testimone più complicato che avverrà tra il Governo uscente e il nuovo esecutivo Meloni spetterà molto probabilmente al ministro “tecnico” Enrico Giovannini il quale dovrà consegnare uno dei ministeri più importanti al momento al nuovo ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini.
Il leader del Carroccio si trova infatti a ereditare il Ministero che ha ricevuto la quota più consistente del Pnrr con 40,4 miliardi di fondi europei e altri 21 miliardi del Piano nazione complementare (Pnc) e con questi anche una spada di Damocle che pende sopra la poltrona del nuovo ministro delle Infrastrutture e Mobilità sostenibili.
Tornato centrale per la politica italiana, tra le mura del Mims avranno luogo alcune delle sfide più importanti dei prossimi mesi. Giovannini nell’ultimo mese, fino all’ultimo del giorno della sua carica, ha intrapreso ben 18 iniziative di comunicazione per testimoniare quanto fatto negli ultimi tempi, specialmente per quanto riguarda la pianificazione settoriale e sulla sostenibilità.
Punti fermi per lasciar tracciata una via, nella speranza che il suo successore continui a seguirla, benché in parte fin dalle prime dichiarazioni, Salvini abbia dimostrato di avere a cuore alcune tematiche ritenute di poco conto dall’uscente ministro, come la progettazione del Ponte dello Stretto di Messina, vero cavallo di battaglia del centrodestra da oltre 20 anni. Un progetto che di sicuro potrebbe essere dispendioso. Dato il ruolo centrale è opportuno capire cosa lascia in eredità Giovannini e cosa farà Salvini per il Governo Meloni. Ecco tutto quello che c’è da sapere
leggi anche
Ministri governo Meloni, la lista ufficiale
Mims, cosa farà Salvini con l’eredità di Giovannini: Pnrr e i progetti inderogabili
L’eredità che Giovannini lascia a Salvini è quanto mai sostanziosa e quanto mai impegnativa. Infatti con la poltrona del Ministero delle Infrastrutture, Salvini dovrà fare attenzione ai lavori finora svolta:
- 4 miliardi per gli investimenti idrici;
- il piano per la portualità nel Pnrr;
- piste ciclabili;
- strategie per la decarbonizzazione dei trasporti urbani;
- l’investimento di 3,5 miliardi 2021-2022 per il rinnovo del parco autobus;
- l’affidamento dell’appalto della Diga foranea di Genova;
- il progetto della ferrovia veloce Palermo-Catania;
- i progetti per la disabilità ai passi dolomitici.
Infine prima del passaggio del testimone, Giovannini ha approvato il nuovo piano della logistica sostenibile, lasciando quindi una via ben tracciata nella speranza che Salvini porti a conclusione tutti questi lavori ormai avviati. E probabilmente è di questo che i due parleranno all’ultimo colloquio, prima dell’insediamento del nuovo ministro delle Infrastrutture.
Grazie al Pnrr sono molte anche le risorse indirette che Salvini dovrà ridistribuire in vecchi e nuovi progetti, come il Piano nazionale complementare (Pnc) con 21 miliardi, grazie a Giovannini che convinse l’ex premier Draghi a finanziare con fondi nazionali pluriennali opere come l’Alta velocità Salerno-Reggio Calabria. Insomma ciò che Giovannini lascia a Salvini un “riordino complessivo di fondi europei e nazionali” come spiegato da Il Sole 24 Ore. Ora bisognerà capire quali saranno i primi passi che compirà Salvini.
Cosa farà Salvini, ministro Infrastrutture: le sfide più importanti
Sicuramente ci saranno alcuni elementi di discontinuità tra la precedente amministrazione “tecnica” e l’attuale guida politica del Ministero delle Infrastrutture. Come ricorda Il Sole 24 Ore: “Nulla è intoccabile, forse in prospettiva neanche il Pnrr”.
Al momento, stando alle prime dichiarazioni di Salvini, la nuova linea si concentrerà anche nella realizzazione del Ponte sullo Stretto, ma prima ci sono sfide più importanti che Salvini dovrà affrontare per il governo Meloni, a partire dal codice degli appalti, appena consegnato in bozza dal Consiglio di Stato a Palazzo Chigi.
E se il Pnrr per il 2023 prevede come riforme solo quella del codice degli appalti, sono ben 11 gli obiettivi per investimenti. Matteo Salvini dovrà quindi occuparsi di assegnare appalti, aprire nuovi cantieri e prevedere lavori di rinnovo.
Eppure per fare tutto questo serviranno fondi, che - come riporta Il Sole 24 Ore - non sembra siano disponibili. Il primo importante appuntamento per Salvini sarà quindi il la legge di bilancio. Staremo a vedere quali saranno le prime manovre del nuovo ministro Salvini.
© RIPRODUZIONE RISERVATA