Ecco cosa non dovresti mai fare quando trasferisci denaro tra i tuoi conti correnti per evitare problemi con il Fisco e cosa bisogna sapere.
Al giorno d’oggi tanti cittadini hanno più di un conto corrente per il proprio denaro e spesso nella gestione rientrano anche diversi trasferimenti di denaro. Per esempio, si tratta di una pratica diffusa quando uno dei conti è cointestato oppure estero, ma non solo. In ogni caso, diversi contribuenti si preoccupano di come giustificare queste operazioni al fisco, temendo che l’entrata del denaro sia rilevata come un pagamento o un altro reddito da tassare. Ecco cosa c’è da sapere e quale errore bisogna evitare.
La presunzione di imponibilità
Tutto il denaro in entrata su un conto corrente viene considerato reddito del contribuente e come tale imponibile ai fini della tassazione. Spetta al titolare superare questa presunzione, dimostrando che il denaro è esente oppure che è già stato tassato alla fonte (come avviene per esempio nelle vincite ai giochi autorizzati). Altrimenti, bisogna dichiarare l’entrata nella dichiarazione dei redditi e pagare quanto dovuto al Fisco.
Si parla di soldi in entrata, dunque principalmente di versamenti sul conto corrente e bonifici. Quando il denaro proviene da un conto corrente intestato allo stesso titolare, invece, non si configura una vera e propria entrata e nemmeno un trasferimento. Con il giroconto i fondi vengono semplicemente spostati, restando di proprietà della medesima persona.
Per questo motivo i trasferimenti tra conti correnti intestati alla stessa persona non creano problemi dal punto di vista degli accertamenti fiscali, per l’appunto potendo dimostrare che il denaro proviene dallo stesso correntista. A tal scopo, specificare “giroconto” nella causale dell’operazione può essere utile per velocizzare eventuali controlli, a patto che ciò risponda al vero. I contribuenti non sono infatti tenuti a motivare al Fisco lo spostamento del proprio denaro, cosa che invece è dovuta per le entrate provenienti da altri soggetti.
La giurisprudenza ha spesso affrontato questo tema, confermando che la presunzione per cui il denaro in entrata è reddito imponibile (salvo prova contraria) non opera nei trasferimenti di soldi tra i propri conti. Oltretutto, non è importante se uno o entrambi i conti sono cointestati, rilevando appunto soltanto lo spostamento del denaro circoscritto nella proprietà della stessa persona. Di pari passo, finché la movimentazione è interna in riferimento al titolare, la presunzione di redditi non si applica nemmeno quando i conti correnti sono collocati presso istituti di credito differenti.
I conti correnti rappresentano senza dubbio la situazione più comune e pratica per effettuare spostamenti di denaro, ma lo stesso vale per tutti gli strumenti intestati allo stesso titolare, nei limiti degli stessi. Per esempio, non c’è presunzione di reddito sul denaro trasferito dal conto corrente bancario al libretto postale.
Spetta in questo caso all’Agenzia delle entrate approfondire i controlli per dimostrare che i soldi non sono stati tassati in occasione dell’entrata sul primo conto corrente, circostanza assai improbabile perché altrimenti gli accertamenti sarebbero stati anticipati.
Trasferire soldi da un conto corrente all’estero
Quanto detto circa i giroconti vale anche per i soldi provenienti da un conto corrente straniero, purché intestato alla stessa persona. In questo caso, tuttavia, si è al riparo dai controlli soltanto se non si verificano trasferimenti a titolo oneroso di una valuta estera e in assenza di prelievo della stessa. Altrimenti, l’Agenzia delle entrate potrebbe avviare dei controlli per accertare l’origine del reddito e pretenderne, eventualmente, la tassazione. A maggior ragione, non è considerato reddito il denaro spostato su un conto corrente straniero. Proprio in questa ipotesi, tuttavia, c’è un errore comune che causa problemi a diversi cittadini. Approfondiamo nel seguente paragrafo.
Come evitare problemi
Si ricorda comunque che i controlli fiscali non sono automaticamente portatori di conseguenze spiacevoli. Bisogna però assicurarsi di poter dimostrare la provenienza del denaro in arrivo sui propri conti correnti, in particolar modo quando se ne attesta la non imponibilità oppure l’avvenuta tassazione alla fonte. Altrimenti, sarà necessario dichiararlo e pagare le dovute tasse. In caso di accertamento fiscale si potrà infatti essere chiamati all’adempimento, con eventuali sanzioni per il ritardo.
In tal proposito, essere precisi nelle causali dei trasferimenti è utile per semplificare e velocizzare i controlli al Fisco, evitando così spiacevoli perdite di tempo superflue in caso di situazioni dubbie. Per quanto riguarda il giroconto, si ribadisce, è sufficiente esplicitare che si tratta di un trasferimento interno allo stesso proprietario.
Cosa non dovresti mai fare?
Per evitare indagini dell’Agenzia delle entrate bisogna dunque evitare nei trasferimenti tra i propri conti delle causali dubbie, che causerebbero controlli spiacevoli e del tutto evitabili. Naturalmente, è sempre essenziale che il denaro sia correttamente dichiarato (o che ne sia dimostrabile l’avvenuta tassazione o non imponibilità) in riferimento al suo arrivo sul primo conto corrente. Spostare i soldi su un altro conto, infatti, non esenta dai controlli “all’origine”.
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