Cosa rischia chi prende la Naspi e nel frattempo lavora in nero?

Simone Micocci

15 Maggio 2024 - 16:19

Lavorare in nero mentre si prende la Naspi: assolutamente no. Ecco quali sono i rischi (che non conviene correre).

Cosa rischia chi prende la Naspi e nel frattempo lavora in nero?

Solitamente dal punto di vista legale non rischia nulla chi lavora in nero, in quanto la normativa prevede sanzioni solamente per l’azienda. Ma non è sempre così: ad esempio, è prevista una sanzione, e anche molto severa, per chi lavora in nero nel periodo in cui percepisce l’indennità di disoccupazione Naspi.

Lo svolgimento dell’attività lavorativa, infatti, può comportare non solo la sospensione della Naspi ma persino la perdita dello stato di disoccupazione. È ovvio quindi che se l’attività viene svolta in nero, “nascondendo” il reddito percepito, il lavoratore continua a prendere la disoccupazione senza tagli, per quanto in maniera irregolare e quindi soggetta a sanzione.

Per quanto possa risultare appetibile l’idea di avere una doppia entrata mensile, di cui una neppure tassata (lo stipendio appunto), lavorare in nero percependo al tempo stesso la Naspi è un rischio che non conviene correre.

Come disincentivo a una tale opportunità, infatti, sono state fissate delle sanzioni molto severe ai danni del lavoratore. Così come tra l’altro è previsto nel caso di chi percepisce altri sostegni come l’Assegno di inclusione sfruttando la propria posizione di disoccupato quando in realtà sta svolgendo un’attività lavorativa.

Vediamo quindi perché non dovresti assolutamente lavorare in nero, specialmente se prendi la Naspi, nonché quali sono i rischi a cui vai in contro.

Cosa succede alla Naspi quando si inizia a lavorare

Per fruire dell’indennità di disoccupazione Naspi tutta la durata prevista è necessario mantenere lo stato di disoccupazione. Nel caso in cui si perda anche la Naspi decade.

Avviare una nuova attività lavorativa, in regola, potrebbe di fatto comportare la perdita dello stato di disoccupazione, il che si verifica quando:

  • si avvia un’attività da lavoro autonomo con reddito prospettico annuo superiore ai 4.800 euro;
  • si dà avvio a un’attività da lavoro subordinato della durata superiore ai 6 mesi e non si dà comunicazione del reddito che si presume percepire nel corso dell’anno di attività;
  • si dà avvio a un’attività da lavoro subordinato con reddito presunto superiore a 8.500 euro annui.

La Naspi, invece, si sospende in caso di rioccupazione con contratto di lavoro subordinato di durata non superiore a 6 mesi, ma solo se il beneficiario della prestazione non effettua la comunicazione del reddito che si presume percepire (che comunque deve essere inferiore a 8.500 euro annui).

Inoltre, l’importo della si riduce quando si dà avvio a un’attività da lavoro autonomo con reddito prospettico inferiore ai 4.800 euro annui suddetti. I redditi percepiti impattano all’80% sull’importo della Naspi.

È ovvio, quindi, che indipendentemente dalla tipologia dell’attività lavorativa, lavorare in regola ha conseguenze sull’indennità di disoccupazione. Ragion per cui ci sono persone che decidono di approfittare di questo periodo per arrotondare lavorando in nero, trascurando però quelle che potrebbero essere le conseguenze di un tale gesto.

Cosa rischia chi lavora in nero mentre prende la Naspi?

Chi accetta di lavorare in nero pur continuando a beneficiare del sostegno riconosciuto ai disoccupati è esposto a serie conseguenze. Nel caso in cui da un controllo da parte dell’Ispettorato del Lavoro dovesse essere accertata l’attività lavorativa in nero, questo potrà essere accusato di vari reati:

  • intanto, falsità ideologia in atto pubblico, in quanto ufficialmente si è disoccupati mentre in realtà non è così. In tal caso c’è il rischio di reclusione fino a 2 anni;
  • dopodiché può essere incriminato per il reato d’indebita percezione di erogazione ai danni dello Stato. In questo caso, oltre a dover restituire quanto indebitamente percepito, ci sarebbe anche il rischio di reclusione dai 6 mesi ai 3 anni;
  • resta infine l’ipotesi della truffa aggravata per il conseguimento di erogazione pubbliche. Questo vale nel caso in cui dovessero essere accertati dei fatti molto gravi, dei raggiri messi in atto proprio per cumulare i due redditi. Per questa, la pena va da 1 anno a 6 anni di reclusione.

Conseguenze gravi quindi, da tenere ben in considerazione quando si sceglie di lavorare in nero. Anche perché c’è il rischio di pagare oltremisura per quanto indebitamente percepito.

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# Naspi

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