Cosa rischia la Juventus con il patteggiamento?

Alessandro Nuzzo

30/05/2023

Il club bianconero sembra aver scelto la strada del patteggiamento per il secondo filone d’inchiesta, quello relativo alla manovra stipendi. Ecco cosa prevede l’accordo.

Cosa rischia la Juventus con il patteggiamento?

Dopo i 10 punti di penalizzazione in campionato inflitti per il caso plusvalenze, la Juventus ora deve affrontare il secondo filone d’inchiesta, quello ritenuto dagli esperti il più preoccupante relativo alla manovra stipendi e alle scritture private con i quali i giocatori hanno recuperato le mensilità ufficialmente rinunciate nel periodo pandemia sotto forma di premi.

Come anticipato anche dal capo dell’area sportiva della Juventus Francesco Calvo nel pre partita della gara con il Milan domenica sera, il club bianconero ha chiesto la strada del patteggiamento rinunciando in cambio al ricorso al collegio di garanzia del Coni per i 10 punti di penalizzazione. «Riteniamo di essere stati puniti ingiustamente, ma ormai è acqua passata» - aveva detto Calvo facendo intendere che per il club bianconero la vicenda con la Procura sportiva è ormai andata in soffitta.

Il processo inizialmente previsto per il 15 giugno è stato anticipato a questa mattina alle 10.30 al Tribunale federale. Vediamo cosa prevede l’accordo e cosa rischia la Juventus.

La Juventus patteggia con la Procura federale: ecco cosa rischia

Il club bianconero ha deciso alla fine di accettare di buon grado la penalizzazione di 10 punti per il caso plusvalenze chiudendo un accordo con la Procura per l’altro filone, quello della manovra stipendi. Quindi in cambio della rinuncia al ricorso al collegio di garanzia, la Procura avrebbe accettato di chiudere il discorso per la manovra stipendi con una maximulta o al massimo un paio di punti di penalizzazione in classifica.

Questa mattina è atteso il processo con il procuratore Chiné che dovrà esprimere il consenso, poi il Tribunale si ritirerà per decidere la correttezza dell’iter giuridico e la congruità della pena. L’alternativa alla multa sarà aggiungere una lieve penalità nella stagione in corso.

Il filone d’indagine degli stipendi era ritenuto il più rischioso per la Juventus perché veniva contestata la responsabilità diretta e oggettiva per il comportamento di otto suoi dirigenti, deferiti sempre per l’articolo 4, la mancata lealtà: Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Fabio Paratici, Federico Cherubini, Giovanni Manna, Paolo Morganti, Stefano Braghin e Cesare Gabasio. La via del patteggiamento è stata ritenuta la più valida dai nuovi dirigenti bianconeri che in questo modo possono difendere il settimo posto in campionato valevole per la qualificazione alla prossima Conference League.

Una decisione avallata non per i risultati sportivi ma per scontare già in questa stagione la possibile esclusione dalle Coppe inflitta dalla Uefa. La Uefa ha aperto infatti un’indagine per le irregolarità del club bianconero che molto probabilmente la porteranno all’esclusione dalle coppe per un anno. In questo modo il club bianconero sconterà la pena in questa stagione rinunciando alla Conference League ripartendo così pulita la prossima stagione. Un sacrificio ritenuto tollerabile considerato che si tratta della terza coppa europea per importanza.

Se invece avesse proseguito con l’iter giuridico e avesse subito una nuova pesante penalizzazione che l’avrebbe portata fuori anche dal settimo posto, a quel punto la Juventus avrebbe dovuto scontare la pena dell’esclusione dalle coppe europee il primo anno utile e quindi presumibilmente tra due anni dopo i risultati sportivi della prossima stagione.

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