Non basta più investire per guadagnare, ma il risparmiatore deve optare per l’Investimento Socialmente Responsabile o SRI, il quale mira a creare valore aggiunto per lo stesso investitore e per la società nel suo complesso.
Negli ultimi anni, anche il mondo finanziario ha subito evoluzioni e cambiamenti di vasta portata e di grande valore: non basta più investire per ottenere un mero rendimento sul capitale investito, ma occorre impostare valide strategie di investimento che siano socialmente responsabili.
Nell’industria del risparmio si parla sempre di più di investimento sociale o investimento sostenibile o SRI o investimento socialmente consapevole che cerca di ottimizzare non solo, sic et simpliciter il ritorno finanziario, ma punta a creare esternalità positive e benefici per l’intera collettività sociale.
Implementare una valida strategia di investimento che sia socialmente responsabile significa, nel medio-lungo periodo, integrare l’analisi economico-finanziaria con quella sociale, etica e ambientale.
Alla luce di questo rinnovato scenario, la presente guida si propone di capire che cos’è il Sustainable and Responsible Investment o SRI e quali sono le principali strategie da mettere in atto affinchè un risparmiatore possa optare per l’investimento socialmente responsabile.
Che cos’è l’SRI?
Nell’ambito degli studi della finanza aziendale, negli ultimi anni, a seguito dell’evoluzione dei bisogni della classe degli shareholder e degli stakeholder, si è sviluppata una filosofia aziendale denominata finanza sostenibile o finanza etica.
Molte banche, società di investimento e tutti gli operatori che popolano l’industria del risparmio hanno necessariamente dovuto modificare la logica di fare profitto e di offrire alla propria clientela nuovi prodotti di investimento socialmente responsabili.
Grazie all’esperienza maturata nell’alta finanza anglosassone e nelle banche mitteleuropee si è andato sviluppando un sottogruppo di SRI o Sustainable and Responsible Investment, noto come «impact investing», dedicato alla creazione consapevole dell’impatto sociale attraverso i prodotti di investimento.
Grazie a questo approccio da parte dei “Big” del mercato bancario e finanziario, anche gli investitori hanno mutato la loro modalità di investire il capitale accumulato nel tempo.
Sono considerati investitori socialmente responsabili coloro che incoraggiano e “premiano” tutte quelle condotte aziendali che promuovono il rispetto dell’ambiente, la protezione dei consumatori, i diritti umani e la diversità.
Molti shareholders, nella valutazione dei progetti d’investimento, evitano di apportare capitali alle imprese operanti nel comparto degli alcolici, tabacco, fast food, gioco d’azzardo, pornografia, armi, contraccettivi, produzione di pellicce, produzione di combustibili fossili etc. etc.
Dunque la nozione di SRI o di «investimento socialmente responsabile» in un primo momento era riferito solo ad indicare un approccio che prevede l’esclusione esplicita di singoli emittenti o settori sulla base di determinati criteri. Ad oggi si tratta di una nozione “restrittiva” e non più adattabile all’attuale contesto macroeconomico.
Odiernamente, si deve adottare una definizione di SRI “allargata”, più adatta all’attuale scenario che includa tutte le condotte e le pratiche proattive come la difesa degli azionisti e/o la creazione di benessere collettivo all’interno della comunità dove opera l’unità di business.
Impostazioni strategiche dell’Investimento Socialmente Responsabile
Gli investimenti sostenibili e responsabili dal punto di vista sociale possono essere declinati secondo varie impostazioni strategiche che occorre di seguito analizzare.
- Fondi controllati dai Governi
I fondi pensione espletano un ruolo sempre più rilevante nel settore degli investimenti; infatti, sono costantemente influenzati dalla comunità amministrata affinchè incentivino l’adozione di politiche di investimento volte ad incoraggiare comportamenti etici, il rispetto dei diritti dei lavoratori ed il rispetto dell’ambiente.
Per esempio, The Government Pension Fund of Norway ha il compito di evitare investimenti che possano costituire un rischio inaccettabile per la comunità ammnistrata.
- Fondi comuni e ETF socialmente responsabili
I fondi comuni e gli ETF socialmente responsabili sono il prodotto più rappresentativo della finanza etica; non a caso sono sempre più apprezzati dai piccoli risparmiatori che intendono investire sui mercati con un approccio socialmente responsabile.
Anche se in ritardo rispetto all’esperienza maturata in altri paesi anglosassoni, negli ultimi anni si sono diffusi anche sulla nostra Penisola i Fondi Etici.
“Fondi etici” o “Fondi SRI” sono la denominazione tecnica per indicare tutti quei fondi che cercano di replicare, nel loro portafoglio, la composizione di un indice azionario etico come gli indici Dow Jones Sustainability Index o Ftse4Good o Ftse Ecpi Italia Sri introdotto nella Borsa di Milano.
- Microfinanza e microcredito
La Microfinanza fa riferimento all’eterogenea varietà di prodotti e di servizi finanziari offerti da istituti bancari a clienti reputati privi di solide garanzie.
Si tratta quindi di soggetti che sono considerabili non solvibili o i cui costi legati all’erogazione dei servizi e prodotti finanziari sono troppo onerosi.
Nell’attuale contesto si parla di “Banche dei Poveri”, istituti che erogano microcredito, concedono prestiti di modesto importo a piccoli imprenditori che ne hanno necessità per avviare una nuova attività o migliorare quella esistente, onde evitare l’esclusione dal mercato. Altri servizi offerti dalle “Banche dei Poveri” riguardano anche la raccolta del risparmio e le assicurazioni.
Nell’attuale contesto finanziario non è più possibile operare solo secondo la logica dell’homo oeconomicus, ma occorre incentivare progetti di investimento che siano socialmente responsabili ed apportino benefici alla collettività sociale.
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