Cosa sono i servizi sociali e come funzionano

Giorgia Dumitrascu

5 Dicembre 2024 - 17:39

I servizi sociali plasmano una società più equa: tutela dei diritti, sostegno ai vulnerabili e innovazione digitale al servizio del welfare.

Cosa sono i servizi sociali e come funzionano

I servizi sociali sono il termometro del grado di civiltà di una comunità. Tale principio trova piena attuazione in un sistema che si pone come argine alle disuguaglianze e promotore di coesione sociale. Secondo un rapporto ISTAT del 2021, oltre il 10% delle famiglie italiane ha usufruito di almeno un servizio sociale negli ultimi cinque anni, evidenziando l’importanza di questi interventi. Il ruolo dei servizi sociali si è evoluto, integrando strumenti digitali per ampliare l’accesso e l’efficacia delle prestazioni.

I servizi sociali non si limitano all’assistenza materiale: essi incarnano un impegno più ampio per garantire il rispetto dei diritti umani e promuovere il benessere delle persone in condizioni di fragilità economica, sociale o relazionale. Tale sistema articolato, composto da interventi pubblici e privati, opera su più livelli per sostenere minori, anziani, disabili e famiglie, proteggendo i soggetti più vulnerabili e prevenendo il disagio. La loro azione si estende dalla mediazione dei conflitti familiari alla protezione dei minori da situazioni di pregiudizio, spesso in stretta collaborazione con i Tribunali, per garantire il miglior interesse del minore. Insomma, i servizi sociali si confermano un pilastro fondamentale del welfare, volto ad adattarsi alle esigenze emergenti e sostenere il progresso sociale.

Cosa sono i servizi sociali?

I servizi sociali costituiscono un insieme di attività e interventi, sia pubblici che privati, finalizzati a rimuovere e superare situazioni di bisogno e difficoltà che le persone possono incontrare nel corso della loro vita. Essi mirano a promuovere l’autonomia, l’integrazione sociale e il benessere degli individui, garantendo il rispetto della dignità umana e dei diritti fondamentali.

La legge n. 328 dell’ 8 novembre 2000, denominata «Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali» è il principale riferimento normativo in materia. Secondo l’art. 1 di questa legge:

“i servizi sociali comprendono tutte le attività relative alla predisposizione ed erogazione di servizi, gratuiti o a pagamento, o di prestazioni economiche destinate a rimuovere e superare le situazioni di bisogno e difficoltà che la persona umana incontra nel corso della sua vita, escluse quelle assicurate dal sistema previdenziale e sanitario, nonché quelle assicurate in sede di amministrazione della giustizia.”

Questa normativa è affiancata da recenti riforme, come il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che prevede investimenti per digitalizzare i servizi sociali, migliorare l’accesso alle prestazioni e ridurre le barriere burocratiche.

I servizi sociali sono organizzati in un sistema integrato che coinvolge diversi livelli istituzionali.

  • Stato: definisce le linee guida e i livelli essenziali delle prestazioni sociali.
  • Regioni: programmano e coordinano gli interventi sul territorio, determinando gli ambiti territoriali per la gestione unitaria dei servizi.
  • Comuni: erogano direttamente i servizi ai cittadini, spesso in collaborazione con enti del terzo settore e organizzazioni no profit.

In particolare, gli assistenti sociali sono professionisti qualificati incaricati di valutare le esigenze degli individui e delle famiglie, predisporre piani di intervento personalizzati e monitorare l’efficacia delle misure adottate.

A cosa servono i servizi sociali

Le principali finalità dei servizi sociali, nel garantire il rispetto dei diritti fondamentali, pari opportunità e coesione sociale includono:

  • prevenzione e riduzione del disagio sociale. Mediante interventi mirati, si cerca di prevenire l’emergere di situazioni di marginalità e di ridurre l’impatto di condizioni di disagio già presenti;
  • supporto all’autonomia personale. I servizi sociali, fornendo assistenza e risorse coadiuvano le persone a sviluppare capacità e competenze per gestire autonomamente la propria vita.
  • tutela dei minori e delle famiglie, attraverso interventi volti a proteggere i minori da situazioni di abuso o trascuratezza e per sostenere le famiglie in difficoltà, promuovendo un ambiente sicuro e favorevole alla crescita;
  • inclusione di persone con disabilità, garantendo pari opportunità;
  • forniscono supporto agli anziani, promuovendo la loro partecipazione attiva nella società e garantendo assistenza in caso di non autosufficienza.

In particolare, strumenti come il Reddito di Cittadinanza sono stati introdotti per contrastare la povertà estrema e favorire il reinserimento lavorativo. Parallelamente, il sistema offre un supporto essenziale per l’autonomia personale, garantendo alle persone disabili programmi personalizzati di formazione e lavoro.

Un esempio significativo è rappresentato dall’assistenza agli anziani: secondo ISTAT, il 35% degli over 65 richiede servizi di supporto domiciliare. In tale ambito, programmi come «Progetto Home Care Premium» dell’INPS offrono assistenza a domicilio attraverso contributi economici e servizi integrati, promuovendo il benessere e l’inclusione degli anziani non autosufficienti.

Assegno di inclusione 2025

Tra le numerose misure implementate per garantire il sostegno alle famiglie più vulnerabili, un esempio è rappresentato dall’Assegno di Inclusione 2025. Questa misura, introdotta per riformare e sostituire il Reddito di Cittadinanza, è destinata ai nuclei familiari in condizione di povertà, con particolare attenzione a quelli con minori, disabili o anziani a carico. L’Assegno di Inclusione non si limita a fornire un sostegno economico mensile variabile, ma si integra con percorsi di attivazione sociale e lavorativa personalizzati, coordinati dai Centri per l’Impiego e dai servizi sociali territoriali.

La normativa, disciplinata dal D.l. 4 maggio 2023, n. 48, prevede l’erogazione per un massimo di 18 mesi consecutivi, seguiti da una pausa obbligatoria di un mese prima della possibile ripresentazione della domanda per ulteriori 12 mesi. Questa misura rappresenta un passo avanti verso un sistema di welfare che non solo allevia le fragilità economiche, ma promuove il reinserimento lavorativo e l’autonomia delle famiglie.

Come funzionano i servizi sociali e normative di riferimento

Il sistema integrato di interventi volti a garantire supporto a singoli individui e famiglie è regolato da un quadro normativo specifico che ne definisce l’organizzazione e le modalità operative.

Accesso ai servizi sociali

Per accedere ai servizi sociali, il cittadino può rivolgersi allo Sportello Sociale del proprio Comune di residenza, dove verrà preso in carico da un assistente sociale. È necessario essere residenti nel Comune e, per i cittadini stranieri, possedere un regolare permesso di soggiorno. L’assistente sociale effettuerà una valutazione della situazione e predisporrà un piano di intervento personalizzato.

Normative di riferimento

Oltre alla legge n. 328/2000, altre normative rilevanti includono:

  • D. lgs. 31 marzo 1998, n. 112 che attribuisce funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni e agli enti locali, delineando le competenze in materia di servizi sociali;
  • Leggi regionali, ogni regione può emanare leggi specifiche per l’organizzazione dei servizi sociali sul proprio territorio, in conformità con le linee guida nazionali.

Pertanto, il sistema integrato di interventi garantisce il coordinamento tra Stato, Regioni e Comuni. Il recente aggiornamento al D. l. n. 12 del 1998 ha rafforzato le competenze regionali, con l’obiettivo di armonizzare i servizi sul territorio. Tuttavia, persistono disparità significative tra regioni: ad esempio, le regioni settentrionali registrano una maggiore spesa pro capite per i servizi sociali rispetto a quelle meridionali (ISTAT, 2022).

In questo contesto, la digitalizzazione dei servizi sta diventando una priorità. Il portale nazionale dei servizi sociali, introdotto nel 2023, consente ai cittadini di accedere rapidamente alle informazioni e presentare richieste online, migliorando l’efficienza del sistema.

Come richiedere l’intervento dei servizi sociali e quando farlo

Dal 2021, molti Comuni hanno attivato strumenti online che consentono di prenotare colloqui con assistenti sociali e caricare documenti in formato elettronico, semplificando l’intero iter. Infatti, piattaforme come il Sistema Informativo Unitario dei Servizi Sociali (SIUSS) consentono ai cittadini di richiedere supporto online. Nel corso del primo incontro, verranno raccolte informazioni sulla situazione personale e familiare, al fine di valutare le necessità e predisporre un piano di intervento adeguato.

In alternativa, la richiesta può essere presentata da un parente, un conoscente o un professionista (come un medico o un insegnante) che segnala la condizione di bisogno della persona interessata. La segnalazione può essere effettuata in forma scritta o orale, anche anonima, ai servizi sociali del Comune competente.

Quando richiedere l’intervento dei servizi sociali

È opportuno rivolgersi ai servizi sociali in diverse circostanze, tra cui:

  • difficoltà economiche. Quando si affrontano problemi finanziari che compromettono il sostentamento personale o familiare;
  • problemi familiari. In presenza di conflitti, violenze domestiche o difficoltà nella gestione dei figli;
  • situazioni di abbandono o trascuratezza. Quando si è a conoscenza di minori o anziani in condizioni di abbandono o maltrattamento;
  • disabilità o non autosufficienza. Per ottenere supporto nell’assistenza a persone con disabilità o anziani non autosufficienti;

In alcuni casi, l’intervento dei servizi sociali è obbligatorio, come quando si viene a conoscenza di minori in stato di abbandono, vittime di abusi o sfruttamento. In tali situazioni, la segnalazione ai servizi sociali diventa un dovere civico e legale.

Come avviene l’intervento dei servizi sociali

L’intervento dei servizi sociali è un iter che si snoda in diverse fasi, ciascuna con specifiche modalità operative. Un recente caso è il programma “Family Hub” in Lombardia, che fornisce supporto psicologico, educativo e materiale alle famiglie vulnerabili, combinando risorse pubbliche e private. Un sistema di valutazione multidisciplinare per affrontare casi complessi, come situazioni di disagio minorile o conflitti familiari. Procediamo ora nell’esaminare il percorso – tipo.

Segnalazione o richiesta di intervento

L’attivazione dei servizi sociali può avvenire attraverso una richiesta diretta. L’individuo o la famiglia in difficoltà si rivolge spontaneamente allo Sportello Sociale del Comune di residenza, richiedendo un colloquio con un assistente sociale. In altri casi, ci può essere anche una segnalazione esterna. Terze parti, come parenti, conoscenti, istituzioni scolastiche, forze dell’ordine o strutture sanitarie, possono segnalare situazioni di disagio o rischio ai servizi sociali competenti.

Valutazione preliminare

Una volta ricevuta la richiesta o la segnalazione, l’assistente sociale effettua una valutazione preliminare attraverso dei colloqui individuali o familiari per comprendere la natura del problema e raccogliere informazioni pertinenti. Inoltre, la valutazione preliminare si basa anche sulla raccolta di dati; cioè l’analisi di documentazione rilevante e consultazione di altre fonti informative per avere un quadro completo della situazione.

Definizione del piano di intervento

In base alla valutazione effettuata, viene elaborato un piano di intervento personalizzato che può includere:

  • supporto economico con l’erogazione di contributi o sussidi per affrontare difficoltà finanziarie;
  • assistenza domiciliare servizi di supporto a domicilio per persone non autosufficienti o con disabilità;
  • inserimento in strutture protette collocamento temporaneo in comunità o case famiglia per minori o adulti in situazioni di grave disagio;
  • consulenza e mediazione familiare interventi mirati a risolvere conflitti familiari o a migliorare le dinamiche relazionali.

Attuazione e monitoraggio

Il piano di intervento viene quindi messo in pratica, con un monitoraggio costante per valutare l’efficacia delle misure adottate e apportare eventuali modifiche necessarie. Questo monitoraggio può includere visite domiciliari, colloqui periodici e la collaborazione con altre istituzioni o servizi coinvolti.

Conclusione dell’intervento

L’intervento si conclude quando gli obiettivi prefissati sono stati raggiunti o quando la situazione è migliorata al punto da non richiedere ulteriori supporti. In alcuni casi, può essere prevista una fase di follow-up per assicurarsi che i progressi ottenuti siano mantenuti nel tempo.

Si può contestare la relazione dei servizi sociali? Come fare?

Le relazioni redatte dai servizi sociali hanno un grande rilievo nei procedimenti giudiziari, specialmente in ambito familiare e minorile, costituendo una base fondante per i provvedimenti dell’autorità giudiziaria. Tuttavia, qualora tali relazioni presentino inesattezze, incompletezze o parzialità, è possibile impugnarle.

Diritto di accesso e conoscenza della relazione

In base all’art. 473 bis.27 c.p.c:

“le parti coinvolte hanno il diritto di prendere visione ed estrarre copia delle relazioni e degli accertamenti compiuti dai servizi sociali o sanitari trasmessi all’autorità giudiziaria, salvo diverse disposizioni di legge”.

Questo diritto garantisce la possibilità di esaminare il contenuto della relazione e preparare eventuali controdeduzioni.

Presentazione di memorie difensive

Una volta ottenuta la relazione, è fondamentale analizzarne attentamente il contenuto per individuare eventuali errori o valutazioni non obiettive. In tali circostanze, è possibile presentare memorie difensive all’autorità giudiziaria, esponendo le proprie argomentazioni e fornendo prove a supporto. Questo consente di contrastare le conclusioni della relazione e offrire una prospettiva alternativa.

Richiesta di consulenza tecnica d’ufficio (CTU)

In situazioni complesse o controverse, è possibile richiedere al giudice la nomina di un consulente tecnico d’ufficio. Il CTU, in qualità di esperto neutrale, effettuerà una valutazione indipendente della situazione, fornendo un parere tecnico che può confermare o smentire le conclusioni della relazione dei servizi sociali. Tuttavia, occorre tenere conto che la Corte di Cassazione con sentenza n. 23326 del 2013 ha stabilito che, nei procedimenti per la dichiarazione dello stato di adottabilità di un minore, le relazioni degli assistenti sociali e degli psicologi, pur non asseverate da giuramento, costituiscono indizi sui quali il giudice può fondare il proprio convincimento. Tuttavia, è garantito alle parti il diritto di prendere cognizione di tali relazioni e di presentare controdeduzioni e prove contrarie.

Assistenza legale

Data la complessità delle procedure e l’importanza delle relazioni dei servizi sociali nei procedimenti giudiziari, è altamente consigliato avvalersi della consulenza di un avvocato specializzato in diritto di famiglia. Un legale esperto può guidare nella contestazione della relazione, assicurando che i diritti delle parti siano pienamente tutelati e che ogni azione intrapresa sia conforme alle normative vigenti. Infatti, uno studio del 2022 del Consiglio Nazionale Forense ha evidenziato come la collaborazione tra avvocati e assistenti sociali sia fondamentale per tutelare i diritti delle parti coinvolte.

Il ruolo dei servizi sociali nel diritto di famiglia e per i minori

I servizi sociali svolgono un ruolo sempre più permeante nel diritto di famiglia e per la tutela dei minori, operando in stretta collaborazione con l’autorità giudiziaria per garantire il benessere e la protezione dei bambini e degli adolescenti. Un esempio concreto è l’utilizzo del progetto “P.I.P.P.I.” (Programma di Intervento per la Prevenzione dell’Istituzionalizzazione) che ha ridotto del 30% i casi di collocamento di minori fuori famiglia in alcune regioni italiane. Tali interventi, basati su una stretta collaborazione tra servizi sociali e tribunali, dimostrano come un approccio multidisciplinare possa garantire decisioni più consapevoli e orientate al benessere del minore.

Valutazione e monitoraggio delle condizioni familiari

Gli assistenti sociali sono incaricati di valutare le dinamiche familiari, identificando situazioni di disagio, maltrattamento o trascuratezza che possano compromettere lo sviluppo psico-fisico del minore. Attraverso visite domiciliari, colloqui e raccolta di informazioni, redigono relazioni dettagliate che forniscono al giudice elementi fondamentali per assumere decisioni informate. Queste relazioni permettono al Tribunale di comprendere le difficoltà e le risorse del nucleo familiare, orientando verso interventi adeguati.

Interventi di sostegno e assistenza

In presenza di difficoltà genitoriali o conflitti familiari, i servizi sociali attivano programmi di supporto volti a migliorare le competenze educative dei genitori e a promuovere un ambiente domestico sano. Ciò può includere consulenze psicologiche, mediazione familiare e interventi educativi mirati. L’obiettivo è prevenire l’escalation di problematiche che potrebbero portare a misure più invasive, come l’allontanamento del minore.

Affidamento e collocamento in comunità

Quando la permanenza del minore nella famiglia d’origine risulta pregiudizievole, i servizi sociali propongono soluzioni alternative, come l’affidamento familiare o il collocamento in comunità. Tali misure sono temporanee e mirano a garantire al minore un ambiente protetto, favorendo nel contempo il recupero delle capacità genitoriali per un eventuale ricongiungimento.

Collaborazione con l’autorità giudiziaria

Nei procedimenti civili e penali riguardanti i minori, gli assistenti sociali forniscono consulenza tecnica al giudice, partecipano alle udienze e monitorano l’attuazione delle disposizioni giudiziarie. La loro presenza serve ad assicurare che le decisioni prese siano nel migliore interesse del minore, offrendo una prospettiva professionale sulle dinamiche familiari e sulle esigenze del bambino.

Come si regolano altri Paesi in materia?

I servizi sociali per la tutela dei minori variano significativamente tra le diverse nazioni, riflettendo specifiche tradizioni giuridiche, culturali e politiche. Di seguito, un’analisi di come alcuni paesi gestiscono tali servizi, con particolare attenzione all’Unione Europea e agli Stati Uniti.

Unione Europea

L’UE promuove un approccio integrato per garantire il benessere dei minori, fornendo orientamenti agli Stati membri per assicurare l’accesso a servizi essenziali. Un’iniziativa di rilievo è la Garanzia europea per l’infanzia, adottata dal Consiglio dell’UE il 14 giugno 2021. Tale raccomandazione esorta gli Stati membri a garantire che ogni minore a rischio di povertà o esclusione sociale abbia accesso a servizi fondamentali quali:

  • educazione e cura della prima infanzia;
  • istruzione e attività scolastiche;
  • assistenza sanitaria;
  • alimentazione sana;
  • alloggio adeguato.
    L’obiettivo è spezzare il ciclo intergenerazionale dello svantaggio, assicurando pari opportunità a tutti i bambini nell’UE.

Stati Uniti

Negli USA, il sistema di welfare è caratterizzato da una combinazione di programmi federali e statali che offrono assistenza in vari ambiti, tra cui:

  • assistenza monetaria;
  • assicurazioni sanitarie;
  • assistenza abitativa.

La Social Security Administration è l’agenzia governativa principale che gestisce questi programmi. Tuttavia, l’accesso e la qualità dei servizi sociali possono variare notevolmente tra i diversi Stati, riflettendo le specifiche politiche locali.

Regno Unito

Il Regno Unito adotta un modello di welfare liberale, destinando una quota del PIL alla spesa sociale inferiore rispetto ai modelli socialdemocratici. Ciò si traduce in una maggiore enfasi su iniziative private e comunitarie per la fornitura di servizi sociali, con un ruolo più limitato dello Stato.

Paesi Scandinavi

Nazioni come la Svezia e la Danimarca seguono un modello socialdemocratico, investendo una percentuale significativa del loro PIL nella spesa sociale. Questo approccio garantisce un accesso universale e di alta qualità ai servizi sociali, con l’obiettivo di promuovere l’uguaglianza e il benessere di tutti i cittadini.

In sintesi, mentre l’Unione Europea promuove un approccio coordinato per la protezione dei minori, gli Stati membri mantengono la responsabilità primaria nell’attuazione delle politiche sociali. Negli Stati Uniti, la combinazione di programmi federali e statali crea un sistema di welfare variegato, con differenze significative tra le giurisdizioni. I modelli di welfare nel Regno Unito e nei Paesi Scandinavi riflettono diverse filosofie riguardo al ruolo dello Stato nella fornitura di servizi sociali, influenzando l’accesso e la qualità dei servizi disponibili per i minori.

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