Cosa succede se Matteo Salvini viene condannato per Open Arms?

Ilena D’Errico

15 Settembre 2024 - 15:19

Cosa succede se Matteo Salvini viene condannato per Open Arms? Ecco i possibili scenari e le conseguenze.

Cosa succede se Matteo Salvini viene condannato per Open Arms?

Secondo la procura di Palermo Matteo Salvini deve rispondere dei reati di sequestro di persona e omissione di atti d’ufficio per aver negato lo sbarco dei 147 migranti sulla nave dell’ong Open Arms. Come molti ricordano il fatto risale al periodo in cui Salvini era il ministro dell’Interno sotto il governo Conte, più precisamente ad agosto 2019.

Ora, la procura chiede 6 anni di reclusione per il vicepremier, che invece rinnega le accuse. Matteo Salvini continua infatti a comunicare con il pubblico e i suoi sostenitori attraverso i propri canali social, dove ha rimarcato le proprie convinzioni. Il ministro ha così dichiarato di aver agito nel modo corretto, difendendo il suo Paese come richiesto dalla Costituzione.

Quest’ultima, tuttavia, parla anche di diritti umani, come fatto notare dal pubblico ministero e dal procuratore aggiunto, i quali richiamano la priorità di questi diritti rispetto ad altro, compresa la difesa dei confini in caso di minaccia. Naturalmente, la procura ha basato queste considerazioni su elementi probatori concludenti che sarà compito della difesa smentire in modo altrettanto incontrovertibile. L’avvocato di Matteo Salvini ha infatti dichiarato che la legittimità delle azioni del ministro è del tutto riscontrabile.

Proviamo a capire cosa potrebbe succedere alla fine del processo, soprattutto in caso di condanna.

Cosa succede se Matteo Salvini viene condannato?

In caso di condanna Matteo Salvini potrebbe presentare a mezzo del suo avvocato un ricorso in Corte d’Appello, impugnando la sentenza di primo grado entro 30 giorni dalla notifica della sentenza o 60 giorni dalla pubblicazione. Nel caso in cui la condanna venisse confermata dalla Corte d’Appello il ministro potrebbe ricorrere alla corte di Cassazione entro 60 giorni dalla notifica o dalla pubblicazione della sentenza.

La sentenza sarà definitiva soltanto con il giudizio degli Ermellini, a meno che il ministro ometta di far ricorso. In questo caso, la sentenza passa in giudicato non appena scadono i termini utili all’impugnazione. Analogamente, sarebbe la procura ad avere la possibilità di impugnare una sentenza di assoluzione, definitiva soltanto in seguito al giudizio della Cassazione oppure alla scadenza dei termini.

Le cariche politiche

È importante capire quando la sentenza diventerebbe definitiva perché in quel momento Salvini decadrebbe dalla carica di Senatore per l’applicazione della legge Severino, ma soltanto in caso di condanna superiore a 2 anni di reclusione. Per quanto riguarda la carica di ministro non ci sarebbero problemi, a meno che non venga applicata la sanzione dell’interdizione dai pubblici uffici, ipotesi rara e in ogni caso temporanea.

La pena da scontare

Per quanto riguarda la pena, invece, è assai probabile che Matteo Salvini non metta effettivamente piede in un carcere. A seconda della durata della condanna potrebbe infatti accedere a diverse misure alternative e anche alla sospensione condizionale della pena, che a determinati requisiti potrebbe portare perfino all’estinzione del reato. Ciò sarebbe possibile soltanto ad alcune condizioni, tra cui una condanna inferiore a 2 anni e una valutazione del giudice positiva in merito al ravvedimento.

L’impatto politico e mediatico

Ovviamente, bisogna sempre considerare anche l’ipotesi di un’assoluzione, che non avrebbe quindi alcun genere di conseguenza legale sulla vita di Salvini. Trattandosi di un personaggio politico, tuttavia, è ragionevole aspettarsi che il processo - comunque vada - influenzerà notevolmente la sua vita e la sua carriera.

Già allo stato attuale delle cose si possono osservare veri e propri schieramenti nel pubblico, con chi considera giusto l’operato del vicepremier e perfino accusa la procura di avere interessi ulteriori alla giustizia e chi vorrebbe una condanna più alta della pena che è stata richiesta dalla procura. Sarà il giudice a scoprire la verità ed emanare una sentenza cui fare riferimento, anche per chiarire a livello mediatico e per avere una guida da seguire nel caso in cui si ripetano episodi analoghi.

Da non perdere su Money.it

Iscriviti a Money.it