Cosa vogliono gli agricoltori che protestano con i trattori (anche a Sanremo)

Luna Luciano

08/02/2024

È ufficiale, gli agricoltori in protesta avranno uno spazio sul palco di Sanremo per dar voce alle loro richieste con una lettera. Ecco chi sono e cosa vogliono.

Cosa vogliono gli agricoltori che protestano con i trattori (anche a Sanremo)

La marcia degli agricoltori in protesta con i trattori si dirige verso Sanremo.

È ormai ufficiale, la contestazione che ha preso piede in Italia e nel resto d’Europa troverà un proprio spazio all’interno della quarta serata del Festival di Sanremo. Non sarebbe la prima volta che Sanremo diventa vetrina di proteste, diversi sono gli episodi di operai e operatori che sono saliti sul palco per raccontare la disastrosa situazione economica e la drammatica realtà in cui vivevano migliaia di lavoratori

La Rai ha quindi confermato che venerdì 9 febbraio, Amadeus leggerà sul palco dell’Ariston un comunicato. Una decisione e una vittoria però dal retrogusto amaro, in quanto inizialmente ben quattro rappresentanti di Riscatto agricolo, il movimento che ha ottenuto maggiore visibilità in Italia, sarebbero dovuti salire sul palco di Sanremo.

In ogni caso gli agricoltori non demordono e partiranno per raggiungere Sanremo, come spiega uno dei quattro rappresentanti Filippo Goglio: “Se ci vogliono far salire sul palco faremo sapere le nostre problematiche e ruberemo solo dieci minuti al festival della canzone”.

Ma quali sono esattamente le richieste degli agricoltori che protestano con i trattori? Ecco cosa chiedono e perché.

Cosa vogliono gli agricoltori in protesta con i trattori a Sanremo

Sono molteplici le rivendicazioni per le quali gli agricoltori hanno iniziato a protestare con i trattori, creando anche un presidio di cinque giorni all’imbocco dell’A1 di Melegnano, nel milanese.

Proteste affini si sono diffuse a macchia d’olio in tutta Europa, fino ad arrivare a Bruxelles, chiedendo all’Europa di intervenire.

Principalmente molte rivendicazioni vedono al centro la Pac (Politica agricola comune, ossia l’insieme dei fondi europei erogati al settore agricolo, e le regole e limiti che gli agricoltori devono rispettare per ottenerli. Tra questi vi è quello di tenere il 4% dei propri terreni incolto, per aiutare la biodiversità dei campi. Una decisione che nuocerebbe all’intero settore secondo i coltivatori.

Ma le richieste non si fermano a questo, ogni regione italiana poi ha delle richieste specifiche in base al proprio territorio. In generale i punti su cui vi è una convergenza totale sono i seguenti:

  • la revisione del Green Deal europeo;
  • no alla messa a riposo del 4% dei terreni per garantire la biodiversità;
  • il grave problema dell’aumento dei prezzi dei prodotti e del gasolio;
  • la richiesta di maggiori tutele per i prodotti Made in Italy.

È su quest’ultimo punto che si sono concentrate le proteste a Foggia, lamentando di come “i prodotti dall’estero vengono poi spacciati per nazional i”. Nel mirino degli agricoltori anche la Coldiretti, che per i manifestanti avrebbe “tradito” il settore, ed è per questa ragione che il movimento ha rifiutato qualsiasi bandiera politica e di associazioni della categoria.

A questi problemi bisogna aggiungere quelli dell’interno settore nel resto d’Europa. A Bruxelles, infatti, gli agricoltori hanno chiesto anche lo stop al maxi-accordo commerciale con i Paesi sudamericani del Mercosur, esprimendo anche preoccupazione per l’apertura del mercato interno ai prodotti ucraini per le possibili importazioni a basso costo.

Agricoltori in protesta, i dubbi se partecipare o meno a Sanremo 2024

La decisione di essere rappresentati, o di salire fisicamente, sul palco dell’Ariston è stato messo in dubbio dagli stessi componenti e sostenitori della protesta degli agricoltori.

Da un lato Sanremo è da sempre una “vetrina” per le rivendicazioni dei lavoratori, basti pensare agli operai genovesi dell’Italsider che nel 1984 salirono sul palco, invitati a parlare dall’allora conduttore Pippo Baudo, o ancora quando nel 2014 due operai del “Consorzio del bacino di Napoli e Caserta”, minacciarono di suicidarsi perché da 16 mesi non ricevevano lo stipendio. Anche allora la situazione si risolse con la lettura della loro lettera di proteste da parte del conduttore Fabio Fazio.

L’Ariston quindi, si confermerebbe, una cornice entro la quale fare un appello e portare le proprie istanze davanti alla politica. Dall’altro lato si teme che il palco possa non essere il luogo migliore per le proteste del movimento e ci si interroga su come sarà rappresentato. Alcuni sostenitori sui social, addirittura, mettono in guardia Riscatto Sociale da possibili “trappole mediatiche”.

Non resta, quindi, che sintonizzarsi sul canale di Rai 1 per scoprire quali saranno le parole della lettera che leggerà Amadeus in diretta.

Argomenti

Iscriviti a Money.it