Aumentano i ricoveri nei reparti Covid in 8 regioni e c’è chi ha superato la soglia per il passaggio in zona gialla. L’allarme: «Il numero dei contagi potrebbe triplicare a breve».
Sono otto le regioni italiane che secondo i dati dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) hanno registrato un incremento del tasso di occupazione dei reparti Covid. Tra queste, il Friuli Venezia Giulia ha già superato la soglia limite per il passaggio in zona gialla sia per quanto riguarda le terapie intensive che per i reparti ordinari. Venerdì la cabina di regia potrebbe certificare il cambio ufficiale di colore, a partire da lunedì 29 novembre. A rischio anche la provincia di Bolzano. Entriamo nel dettaglio.
Aumentano i ricoveri, le regioni a rischio zona gialla
Secondo i dati Agenas, il Friuli Venezia Giulia è la regione italiana con le strutture sanitarie più appesantite dall’impatto della quarta ondata, con un aumento che porta al 14% le terapie intensive occupate da pazienti Covid (oltre la soglia d’allerta del 10%) e al 17% l’occupazione dei posti letto nei reparti ordinari (oltre la soglia del 15%). In ogni caso, i dati riguardanti il Friuli Venezia Giulia sono stabili. Il primo è stato registrato il 20 novembre e il secondo il 21 novembre.
Non è tutto. Dal rapporto Agenas, emerge che diverse regioni hanno registrato rapidi aumenti. Per quanto riguarda i posti nei reparti ordinari, l’incremento riguarda 8 regioni: Calabria (al 7%), Marche (al 10%), Puglia (al 4%), Piemonte (al 5%), Toscana (all’8%), Umbria (al 7%), Sardegna (al 6%) e Bolzano (al 9%).
Per quanto riguarda le terapie intensive, in sei regioni cresce la percentuale di pazienti ricoverati in area critica: Basilicata (al 2%), Lombardia (all’11%), Veneto (al 6%), Piemonte (al 6%), Sicilia (al 10%) e Trento (al 10%).
A livello nazionale, i pazienti Covid occupano il 6% delle terapie intensive e l’8% dei posti in reparto. I dati medi nazionali sono entrambi sotto la soglia limite del 10% e 15%, stabilita per il passaggio in zona gialla. Tale soglia però è superata da singole regioni.
leggi anche
Tornano domani in Italia zona rossa e coprifuoco: divieto di circolazione dalle 20 alle 5. Ecco dove
L’allarme di Battiston: «Aspettare tutti i parametri potrebbe essere rischioso»
Roberto Battiston, fisico dell’Università di Trento e coordinatore dell’Osservatorio dei dati epidemiologici in collaborazione con l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), ha commentato così gli ultimi dati: «Aspettare che scattino tutti i parametri necessari per l’ingresso nelle zone a colori in un’intera regione potrebbe essere tardi, quando a preoccupare sono spesso delle realtà più circoscritte, come province e perfino città».
Parlando delle feste di Natale, Battiston spiega: «Non credo che in questo mese le zone più esposte potranno risolvere i problemi che stanno incontrando. L’indice di contagio in aumento lascia supporre che se oggi abbiamo circa 8 mila infetti e in media 50 morti al giorno, quando passeremo a 2-3 volte tanto, ed è questione di poche settimane, anche il numero dei decessi aumenterà in proporzione. A meno che non ci siano azioni di contenimento di massa per ridurre la crescita, come è avvenuto con successo nel passato».
Per Battiston, dunque, aspettare il passaggio nelle zone a colori potrebbe essere tardivo. «Esistono situazioni specifiche nelle quali gli effetti dell’epidemia sull’incidenza sono così forti da far scattare il lockdown previsto dalla legge e legato al carico sanitario. Sarebbe saggio concentrarsi su alcune città, come Trieste e Gorizia, che hanno valori così alti da mettere in difficoltà il servizio sanitario locale. Ad un mese da oggi il carico sanitario potrebbe aumentare anche per altre regioni al punto da attivare zone a colori. Con il virus, dovremmo ormai saperlo, dobbiamo agire tempestivamente con interventi locali prima che scattino gli interventi restrittivi previsti dalla legge a livello regionale».
© RIPRODUZIONE RISERVATA