I tamponi sono ancora efficaci? Secondo alcuni esperti i tamponi non funzionano più. Ci sono diverse ipotesi a supporto della tesi, ecco quali.
A questo punto della pandemia di Covid-19 si sta presentando un problema che fino a pochi mesi fa era impensabile: i tamponi non funzionano più. Lo strumento più utile per rilevare la diffusione del virus Sars-CoV-2 e le sue varianti nel 2022 potrebbe non essere più d’aiuto.
Secondo quando riportano i media e la comunità scientifica, le dinamiche delle nuove varianti di Covid impediscono ai tamponi di essere efficaci. Se a questo dato si aggiunge la sempre minor responsabilità individuale, tra generale stanchezza e l’arrivo della stagione estiva, al momento è difficile confermare i dati dei tamponi positivi come veritieri rispetto alla situazione epidemiologica del Paese.
I problemi dei tamponi non finiscono qui. Nel tentativo di comprendere il motivo per il quale lo strumento non è più efficace, gli esperti hanno posto sul tavolo altre due ipotesi. La prima si riferisce a un errore di procedura per i tamponi fai-da-te, sia per quanto riguarda un prelievo poco profondo nella narice - dove sappiamo che, dalla variante Omicron in poi, il Covid si annida molto poco -, sia nella mancata ripetizione del test a distanza di due-tre giorni.
L’altra ipotesi, di natura più tecnica, si basa sulla risposta del sistema immunitario al Covid, che più reattivo è in grado di mostrare prima i sintomi e, solo in seguito, permetterebbe al virus di diffondersi. Un tempismo di incubazione ben diverso da quello che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi due anni e che cambia le carte in tavola. Alla luce di queste ipotesi, ci si interroga su quanto sia ancora efficace il tampone e se invece non sia più utile trovare un nuovo sistema di monitoraggio.
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Perché i tamponi non funzionano più
I nuovi dati relativi al Covid-19 fanno presagire una ripresa della diffusione, seppure ancora contenuta nonostante la variante molto più contagiosa delle precedenti. Potremmo dare il merito solo al vaccino, ma la curva epidemiologica che rimanda a una nota: i tamponi non sono più molto efficaci.
Dopo due anni di pandemia, nei quali gli italiani hanno imparato a convivere con una forma di controllo fastidiosa e invasiva, appunto i tamponi, leggere della loro inefficacia è sconfortante. Il Covid-19 però ha anche abituato a continui cambiamenti e quello del problema dei tamponi come strumento di monitoraggio è solo l’ultimo della lista.
Secondo quanto riportano media ed esperti, il tampone è sempre meno efficace perché la tempistica di incubazione, manifestazione dei sintomi e positivizzazione è del tutto differente rispetto a prima. Insomma, dal ritardo burocratico e organizzativo che si era creato intorno alle festività natalizie e che ha comportato un aumento dei casi di positività, ora il problema è di natura biologica.
Covid e falsi negativi: il problema dei tamponi fai da te
I problemi del tampone non finiscono con i cambiamenti della diffusione e della sintomatologia del Covid. Tra le varie ipotesi sul perché ormai i tamponi non funzionano più si deve aggiungere una motivazione di natura umana, cioè gli errori. Alla riduzione delle restrizioni, anche se è stata confermata la proroga per l’uso obbligatorio della mascherina, per quanto in pochi luoghi e situazioni, si deve aggiungere al quadro un generale senso di stanchezza e un aumento di comportamenti meno attenti.
Tra questi il non ripetere i tamponi dopo alcuni giorni dal primo o di non fare proprio il tampone per paura di risultare positivi. Si aggiunga inoltre l’enorme numero di falsi negativi dati dai test fai-da-te. Il risultato è che la diffusione del virus appare drasticamente inferiore alle possibilità di trasmissione che la variante Omicron 5 presenta. Succede così che in alcune città il tasso di positività, quando si riesce a verificare, appare quintuplicato in appena una settimana.
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