Crac polizze FWU, risparmiatori italiani traditi. Nelle mani di Lussemburgo, tra rabbia e paura

Laura Naka Antonelli

17/02/2025

Il caso del fallimento della società FWU e delle polizze piazzate senza che le autorità italiane potessero bloccarne la vendita. Associazioni consumatori sul piede di guerra.

Crac polizze FWU, risparmiatori italiani traditi. Nelle mani di Lussemburgo, tra rabbia e paura

Tanta rabbia e anche tanta paura per i risparmiatori italiani coinvolti nel caso della compagnia assicurativa FWU Life Insurance Lux S.A, che ha fatto ufficialmente crac alla fine di gennaio, stando a quanto deciso dal tribunale di Lussemburgo, che l’ha messa in liquidazione.

Dopo che il 3 febbraio scorso, in relazione al caso FWU, l’Associazione dei consumatori Codacons ha annunciato di essere pronta a scendere in campo, a tutela dei 110.000 cittadini italiani interessati dalla vicenda, venerdì scorso 14 febbraio si è fatta sentire anche l’Adusbef, riassumendo quanto accaduto alla società tedesca che ha sede legali in Lussemburgo.

Il caso è scoppiato la scorsa estate, quando la casa madre FWU AG ha presentato istanza di insolvenza il 19 luglio. Motivo: l’eccessivo indebitamento della società.

Sempre in data 19 luglio 2024, la controllata FLL (FWU Life Insurance Lux S.A) ha informato l’autorità di vigilanza del Lussemburgo (Commissariat aux Assurances – CAA) di non essere più conforme al requisito patrimoniale minimo (“MCR”) e al requisito patrimoniale di solvibilità (“SCR”).

Tribunale Lussemburgo pronuncia scioglimento e liquidazione FWU Life Insurance Lux

La situazione si è fatta più drammatica alla fine di gennaio 2025, quando il Tribunal d’arrondissement de et à Luxembourg (tribunale di Lussemburgo) ha pronunciato, a partire dal 31 gennaio 2025, lo scioglimento e la liquidazione di FWU Life Insurance Lux S.A. a seguito della richiesta avanzata precedentemente dal CAA.

L’Adusbef ha calcolato che “sono circa 250 mila i risparmiatori europei coinvolti nel dissesto, di cui circa 120 mila italiani e il resto tedeschi, francesi e spagnoli, per un controvalore delle polizze, ancora in via di accertamento, che si aggira intorno ai 300 milioni di euro”.

L’associazione ha ricordato che “FWU Life Insurance Lux S.A. è registrata sotto il numero II. 00065 nell’elenco annesso dell’albo delle compagnie di assicurazione ammesse ad operare in Italia, tenuto dell’IVASS, sebbene non sottoposta a vigilanza in Italia”.

E il problema è proprio questo: spetterà al tribunale e alle autorità di Lussemburgo decidere il da farsi e fornire i dettagli per soddisfare i creditori, assicurati compresi, come ha ricordato anche l’Associazione Altroconsumo, in una nota del 10 febbraio 2025.

Altro caso di risparmio tradito, colpa di una vigilanza frammentata in Europa. IVASS con mani legate

Altro caso di risparmio tradito, quello di FWU, reso più complicato dal fatto che l’autorità di vigilanza italiana IVASS ha le mani praticamente legate dal momento che, se per le banche europee esiste un unico (doppio) faro comune, quello della Vigilanza della BCE e dell’Autorità bancaria europea, per le compagnie assicurative la supervisione spetta solo all’autorità del Paese in cui l’azienda ha ottenuto il passaporto UE, in questo caso al tribunale di Lussemburgo.

Il paradosso è che FWU, società tedesca, così come altre società assicurative europee, ottenendo il passaporto UE a Lussemburgo, ha potuto liberamente piazzare le proprie polizze in Italia e in tutta Europa, attraverso una rete locale di agenti o intermediari, dunque anche banche, senza essere monitorata da nessuna autorità di vigilanza unica europea e dello stesso Paese in cui i suoi prodotti sono stati venduti.

Nel caso specifico dell’Italia, l’IVASS non ha avuto neanche il potere di bloccare la vendita delle polizze. Detto questo, la rabbia manifestata da parte delle associazioni è rivolta a quegli intermediari e broker in Italia che hanno prima promosso, poi venduto le polizze di un gruppo che evidentemente versava in cattive acque ai risparmiatori italiani, molti dei quali non informati in merito alla rischiosità dei prodotti.

L’Adusbef ha comunicato in ogni caso di essersi “già attivata presso il Tribunale lussemburghese affinchè attui una procedura snella tanto da permettere a tutti i risparmiatori e ai loro legali o consulenti di intervenire in modo semplice, celere e senza intoppi ”.

Adusbef: ma broker e intermediari che hanno piazzato polizze sono sottoposti a vigilanza IVASS

Ancora l’Adusbef ha messo in evidenza, tra l’altro, che la sentenza del tribunale di Lussemburgo ha rilevato che FWU Life Insurance Lux SA non rispettava più i requisiti patrimoniali previsti dalla normativa Solvency II fin dall’anno 2020, facendo notare che “ a distribuire le polizze in Italia, oggi congelate sono state alcune reti di broker e intermediari in tutta Italia (soprattutto tra Veneto, Lombardia, Lazio e Puglia) i quali sono sottoposti alla vigilanza IVASS”.

Non è mancato di conseguenza il monito: “Pertanto se, come accaduto, gli intermediari hanno continuato a piazzare i prodotti senza avvertire i clienti delle difficoltà finanziarie della compagnia, potrebbero essere ritenuti responsabili per negligenza o per omissione di informazioni rilevanti, violazione degli obblighi di diligenza e trasparenza”.

Di fatto, è stato rimarcato che “ gli intermediari assicurativi, come banche, broker e promotori finanziari , hanno l’obbligo di verificare la solidità dell’emittente del prodotto prima di proporlo ai clienti e di informare correttamente i sottoscrittori su rischi e potenziali criticità”.

Sul piede di guerra anche il Codacons

Così, in data 3 febbraio 2025, in relazione al caso FWU, lo stesso presidente dell’Associazione dei consumatori Codacons Gianluca Di Ascenzo:

“Ancora una volta migliaia di risparmiatori vengono coinvolti in un crac legato al comparto delle polizze vita, settore che solo in Italia vale ben 100 miliardi di euro. Occorre ora accendere un focus su quegli intermediari che hanno piazzato al pubblico italiano le polizze della compagnia FWU”.

Ancora il Codacons: “Si tratta a tutti gli effetti di prodotti finanziari spesso piazzati ai risparmiatori con eccessiva disinvoltura, e i cui rischi per i sottoscrittori non vengono adeguatamente illustrati, non consentendo così scelte consapevoli”.

Motivo per cui l’associazione ha reso noto di star considerando possibili azioni di rivalsa da intraprendere a tutela dei cittadini italiani coinvolti nel fallimento di FWU.

La nota dell’IVASS

Con un comunicato diramato in data 6 febbraio 2025 l’IVASS, l’autorità italiana di Vigilanza del settore delle assicurazioni, ha confermato che gli assicurati “ dovranno inviare al liquidatore una dichiarazione di credito entro il 31 gennaio 2028 ”, precisando al contempo che “ciò non esclude la possibilità che i primi rimborsi avvengano prima di tale data”.

La liquidazione della compagnia assicurativa, ha spiegato ancora l’IVASS, “ non comporta la perdita totale del risparmio per gli assicurati (o, eventualmente, per i loro beneficiari)”; questi, entro sei mesi dalla sentenza, riceveranno dal liquidatore “una dichiarazione di credito precompilata” che consentirà loro di conoscere tutti i dettagli pratici.

Dall’estratto della sentenza del 31 gennaio 2025 con cui il Tribunale distrettuale di Lussemburgo ha posto in liquidazione la FWU Life Insurance Lux S.A - pubblicato da parte dell’autorità di vigilanza di Lussemburgo Commissariat aux assurances (CAA) - è emersa la notizia della nomina, da parte della corte, del giudice della liquidazione Anick Wolff e del liquidatore Maître Yann Baden e la fissazione al 22 luglio 2024 del momento della cessazione dei pagamenti.

La stessa sentenza ha annunciato l’interruzione del decorso degli interessi su crediti non garantiti da privilegi, pegni o ipoteche, informando i creditori tenuti a far pervenire al liquidatore la dichiarazione dei loro crediti al 31 gennaio 2028, a pena di decadenza.

La verifica dei crediti, si legge nell’estratto della sentenza, sarà effettuata dal liquidatore.

Gli elenchi con i crediti periodicamente dichiarati ammissibili saranno depositati presso la cancelleria del tribunale distrettuale di Lussemburgo, seconda sezione, nei primi dieci giorni di gennaio, aprile, luglio e ottobre, presso la quale i creditori dichiarati e quelli iscritti a bilancio potranno prenderne visione.

Durante tale periodo, questi stessi soggetti possono presentare opposizione ai crediti iscritti negli elenchi.

L’opposizione, effettuata mediante una dichiarazione presso la cancelleria, deve essere reiterata, a pena di irricevibilità, entro un termine di tre giorni mediante lettera raccomandata al liquidatore e deve contenere, a pena di irricevibilità, le generalità dell’autore e a che titolo viene presentata l’opposizione, le motivazioni relative alla sua qualità di creditore dichiarato o iscritto a bilancio, nonché i motivi e i documenti addotti a sostegno dell’opposizione.

Sarà il liquidatore a verificare la ricevibilità e la fondatezza dell’opposizione. Scaduto il termine di dieci giorni per presentare opposizione, i crediti dichiarati ammissibili e non opposti sono definitivamente ammessi nei verbali, firmati dal liquidatore e dal giudice della liquidazione.

Il liquidatore trasmetterà regolare comunicazione ai creditori le cui dichiarazioni di credito sono state contestate o nei confronti delle quali è stata presentata opposizione, della relativa contestazione dei loro crediti o dell’esistenza di un’opposizione, con lettera raccomandata inviata all’indirizzo riportato nella dichiarazione di credito o altrimenti presso il loro ultimo indirizzo noto.

Caso Fwu Life, Associazioni consumatori e Sna: i prodotti piazzati appaiono capestro

Lo scorso 7 febbraio, le associazioni dei consumatori Codici, Confconsumatori e Sna, il Sindacato nazionale agenti di assicurazione, in relazione al fallimento della compagnia lussemburghese FWU Life Insurance Lux, hanno riportato che in Italia circa 110 mila polizze vita sono state piazzate tramite canali di brokeraggio assicurativi o finanziari, ma non tramite agenti assicurativi.

Le associazioni hanno rilevato fortissima criticità sui prodotti, facendo notare come apparissero “capestro”, parlando di un meccanismo contrattuale assolutamente vessatorio.

“Infatti le polizze cedute prevedono che i costi assicurativi e le commissioni della compagnia siano concentrati nei primi 5 anni di contratto, con la conseguenza che i versamenti fatti nei primi 5 anni non sono garantiti da riserve tecniche e probabilmente finiranno nel tritacarne dei crediti chirografari con assoluta incertezza di recupero. Molte persone che ad esempio hanno versato 10 anni di premi assicurativi riscontrano valori di polizza, investiti in fondi, pari al 50% dei loro versamenti, con la conseguenza che avranno – con elevata probabilità – la possibilità di recuperare dalla liquidazione FWU soltanto la metà di quanto versato. Si tratta di un meccanismo contrattuale assolutamente vessatorio e avulso alla prassi seguita dalle compagnie italiane.”

Pertanto il mondo dei consumatori e degli agenti assicurativi si chiede dov’era IVASS, l’Istituto di vigilanza sulle assicurazioni, quando i broker e i promotori finanziari italiani proponevano questi contratti, quali e quanti controlli abbia svolto su queste vendite e, soprattutto, se non intenda intervenire con una massiccia attività ispettiva a tappeto sui broker e i promotori finanziari che hanno ceduto le polizze ”, hanno fato notare le associazioni, lanciando un monito ben preciso: “Se è vero, dunque, che la governance europea sulle assicurazioni ha indubbiamente fallito facendo liquidare un colosso assicurativo, anche quella italiana certamente non ha brillato per puntuali controlli su vendite di polizze vita ”.

Confconsumatori ha intanto comunicato venerdì scorso 14 febbraio che sono stati cinque i grossetani che solo la scorsa settimana si sono rivolti allo sportello Confconsumatori di Grosseto per segnalare il loro caso: si tratta di cinque famiglie che rischiano – complessivamente – di perdere circa 70 mila euro di risparmi.

“La polizza che avevano sottoscritto prevede l’imputazione dei primi 5 anni di versamenti a copertura dei costi assicurativi e provvigionali, con la conseguenza che quei pagamenti non sono considerati crediti privilegiati e difficilmente saranno recuperati”.

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