Se ne è parlato all’ottava edizione CV Spring Day, delineando anche un ruolo attivo per l’intelligenza artificiale.
Il 1 aprile si è tenuta a Milano l’ottava edizione del CV Spring Day presso Palazzo Mezzanotte (sede di Borsa Italiana) che ha avuto come titolo Next Generation EU, il ruolo dei distressed credit nel PNRR.
L’evento, che ha ospitato numerosi rappresentanti di importanti istituzioni del mondo del credito, è stato occasione per ascoltare testimonianze e opinioni di figure molto rilevanti in questo panorama per quel che riguarda i futuri trend e le possibilità che si apriranno nello scenario post pandemico.
Al centro del dibattito è stato posto il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e come i cambiamenti che questo porterà con sé andranno a impattare sui crediti in sofferenza o distressed credit.
Numerosi gli argomenti toccati: riforma della giustizia, mercato immobiliare, sostenibilità, centralità della persona, digitalizzazione ma soprattutto innovazione tecnologica.
È stato appurato che la pandemia ci ha messi di fronte sia a sfide che a opportunità: con la fine delle moratorie volute dal Governo italiano per concedere ai creditori la possibilità di assestarsi dopo lo shock pandemico molte aziende si sono trovate nella posizione di non poter rispettare i propri doveri verso gli istituti di credito.
Di conseguenza le varie istituzioni sono state chiamate a tutelarsi maggiormente.
È proprio da questo scenario che nascono le nuove possibilità: sul mercato si sono affacciati nuovi investitori, consapevoli di essere davanti a un mercato estremamente volatile a causa dei molteplici fattori d’influenza (fra cui pandemia e una guerra alle porte dell’Europa), ma anche disposti a rischiare per ottenere possibilità di guadagno proporzionate.
Questo rinnovato interesse da parte degli investitori per il mercato dei distressed credit ha portato molte realtà affermate a dover ripensarsi, non solo a causa della competitività del mercato, ma anche in termini di efficienza interna: gli esperti hanno infatti concordato che prima ancora che la competizione tra i vari player, le aziende del mondo creditizio debbano pensare a snellire e a rendere più efficaci i propri processi interni, spesso non al passo con i tempi.
Pier Paolo Masenza, partner di Pricewaterhousecoopers (PWC), ha affermato che dato il contesto di estrema volatilità, un ottimo modo di prevedere quali saranno i prossimi trend nel mercato italiano è quello di osservare il comportamento delle Pmi, fondamentali in Italia e chiamate ogni giorno a essere più resilienti agli shock provenienti dai mercati e dagli eventi geopolitici.
Un modo per tutelarsi da questi shock - ha detto Alessandro Scorsone, Direttore del dipartimento Sales and Marketing di Axactor Italy - è quello di diversificare il proprio portafoglio di investimenti, così da renderlo più resiliente.
Il ruolo trasversale dell’intelligenza artificiale
A tutti questi processi di tutela e ottimizzazione può contribuire un altro pilastro centrale nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ossia l’intelligenza artificiale.
Massimiliano Massolin, Direttore della Business Unit Service Banking di Nexen, facente parte del gruppo Engineering, ha infatti spiegato come questa tecnologia possa giocare un ruolo fondamentale nel rinnovamento dei processi delle aziende che operano nell’ambito della gestione del credito.
L’esperto ha spiegato che l’intelligenza artificiale ha un ruolo trasversale in questo settore, partendo dalla concessione, passando per il monitoraggio, fino alla riscossione.
Sin dal momento della concessione del credito è fondamentale istruire pratiche di raccolta dati, che possono rivelarsi molto lunghe ma sono necessarie per capire se il creditore sia o meno meritevole della fiducia che l’ente finanziatore richiede.
Queste possono essere rese più veloci ed efficienti attraverso l’uso dell’ intelligenza artificiale, che attraverso un’analisi della documentazione relativa al richiedente, può fornire rapidamente un verdetto circa il diritto del consumatore di ottenere il credito.
Successivamente alla concessione - ha affermato Massolin - si passa al monitoraggio del credito, ossia alla parte in cui si osserva e si cerca di prevedere se il creditore sarà in grado di onorare il prestito che gli è stato concesso.
Anche in questo frangente questa tecnologia aiuta gli istituti di credito: è infatti possibile raccogliere con grande efficienza e velocità i dati pertinenti in modo che i decisori possano analizzarli e prendere le opportune decisioni.
Laddove l’intelligenza artificiale dovesse rilevare delle difformità, sarà in grado di fornire un early warning, sintomo di un rischio di una futura insolvenza.
Al momento della riscossione del credito, infine, l’intelligenza artificiale è in grado di percepire, ad esempio mediante una conversazione telefonica, se il creditore sia o meno a disagio nel parlare del suo debito, sintomo che potrebbe potenzialmente significare una sua incapacità di onorare il contratto.
Massolin ha specificato che ovviamente l’utilità dell’intelligenza artificiale non si limita al settore creditizio ma può essere impiegata anche in altri settori, come quello giuridico dove, stante un grande numero di dati, ad esempio in un contratto, è possibile risalire alle informazioni del quale si necessita ed estrarle.
Nel corso di tutto il dibattito è stato ricorrente il tema della sostenibilità, non solo in termini ambientali, concetto al quale è spesso affiancata, ma a 360 gradi.
In questo ambito è intervenuto sempre Scorsone di Axactor , il quale ha ribadito l’importanza per le aziende di diventare sostenibili anche dal punto di vista del capitale umano, mettendo le persone al centro del progetto, essendo queste il punto cardine del successo aziendale. Questo - hanno concordato gli esperti - è il punto dal quale è veramente necessario ripartire dopo la pandemia.
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