Crisi di Governo: sembra ormai chiaro che ci sarà un Conte-ter, ma la partita (su nomi e temi) è ancora tutta da giocare.
La crisi di Governo sembra avere ormai un epilogo già scritto. In realtà il futuro di Giuseppe Conte e della maggioranza che lo sostiene - così come gli obiettivi politici delle parti in causa - era chiaro fin da quando Matteo Renzi ha staccato la spina.
C’è stato il tentativo di Giuseppe Conte di trovare un sostegno alternativo a quello di Italia Viva, allargando la maggioranza ai responsabili; progetto che tuttavia, come tra l’altro era prevedibile, non ha dato i suoi frutti rafforzando ancora di più la posizione di Matteo Renzi che - nonostante soli 18 senatori - è diventato fondamentale per dar vita ad un Governo Conte ter.
E non sarà un problema se il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico subito dopo le dimissioni delle Ministre Bellanova e Bonetti avevano posto il veto su un ritorno di Italia Viva nella maggioranza; in politica, non bisogna dare tanto credito alle dichiarazioni del momento.
Ad oggi sembra chiaro cosa succederà, anche se non sono comunque escluse sorprese: ci sarà un Governo Conte ter, con Italia Viva e una maggioranza che molto probabilmente sarà più stabile grazie al sostegno dei responsabili “europeisti”.
Un nuovo progetto che vedrà però rafforzata la figura di Matteo Renzi, il quale politicamente è il vero vincitore di questa partita (ma dovrà comunque rispondere del perché mettere avanti i propri interessi personali in un periodo di crisi come questo), mentre Giuseppe Conte potrà contare su una maggioranza tale da permettergli di arrivare - salvo sorprese - fino alla fine della legislatura.
Crisi di Governo: ci sarà un Governo Conte-ter
È sempre stata l’ipotesi più accreditata e personalmente non ho gli elementi per pensare che andrà diversamente. D’altronde Matteo Renzi non ha nascosto che è “preferibile un Governo politico”: e l’unica maggioranza possibile è proprio quella con Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, in quanto un accordo tra Centrodestra e Partito Democratico sembra alquanto improbabile.
Per dare vita ad un progetto politico, quindi, l’unica via è quella di ricucire lo strappo tra Matteo Renzi e Giuseppe Conte. E non è un caso se già prima delle dimissioni il Premier uscente ha chiamato il leader di Italia Viva per verificare se ci sarebbero stati o meno veti su di lui, così come non lo è il cambio del tono nelle dichiarazioni di Movimento 5 Stelle e Partito Democratico, i quali non parlano più di chiusura ad IV. Insomma, preso atto della possibilità che per andare avanti serve una “convivenza” tra Renzi e Conte si è deciso di lavorare in questa direzione.
Ovvio che in questo momento ci sia un gioco tra le parti, con Matteo Renzi che continua a non escludere altre opzioni, come ad esempio un Governo Draghi (che in realtà sarebbe il favorito dal leader di IV, ma questo deve prendere atto della chiusura del Movimento 5 Stelle a riguardo); ma ormai il destino della crisi di Governo sembra essere chiaro, così come le prossime tappe.
Il mandato a Fico, infatti, è servito solamente per ricucire lo strappo; poi arriverà il momento di discutere su temi e nomi e di sottoscrivere un nuovo patto di legislatura con Giuseppe Conte che sarà alla guida del suo terzo Governo.
Crisi di Governo: si ragiona sui nomi
Personalmente non credo ci saranno ostacoli alla formazione di un terzo Governo Conte. Certo, la partita è ancora tutta da giocare ma un accordo conviene a tutte le parti in causa. Ci sarà un compromesso, in quanto è l’unica soluzione possibile per andare avanti senza dover ricorrere ad un Governo istituzionale o persino ad un ritorno alle urne (passaggio che è temuto da tutti i deputati e i senatori, i quali farebbero di tutto per evitarlo).
A tal proposito, ha poca credibilità la campagna messa in atto da alcuni parlamentari del Movimento 5 Stelle riguardo alla possibilità di una scissione in caso di nuovo accordo con Renzi. E non è un caso che all’interno del Movimento 5 Stelle si cominci già a parlare di nomi.
A rischiare la non conferma nel nuovo Governo sono i Ministri più vicini a Giuseppe Conte, nonché i più attaccati da Italia Viva: specialmente Bonafede (Giustizia, dove si fa il nome di Cartabia e Cassese, o anche di Andrea Orlando) e Azzolina (Istruzione). Ma a rischiare è lo stesso Gualtieri (il sogno di Renzi è Mario Draghi), come pure il Commissario straordinario per l’emergenza, Domenico Arcuri.
A rischio anche il ruolo di portavoce del Governo di Rocco Casalino, mentre non è assolutamente certa la conferma delle Ministre dimissionarie Teresa Bellanova e Elena Bonetti, le quali - nonostante le rassicurazioni di Matteo Renzi - potrebbero non essere nella nuova squadra di Governo (dove invece dovrebbe trovare spazio Maria Elena Boschi).
Insomma, si discuterà sui nomi e anche sui temi (come sul MES) e durante le trattative non sono esclusi momenti di rottura. Ma una cosa è certa: si sta lavorando nella direzione di un Governo Conte-ter e tutte le prossime mosse avranno come obiettivo la conferma - e se possibile l’allargamento - dell’ultima maggioranza.
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