Italia virtuosa nel risparmio del gas? Perché il nostro Paese ha stoccaggi ai massimi pluriennali e da cosa dipende questa vantaggiosa posizione nella crisi energetica. Rischi finiti? Non del tutto.
Mentre il prezzo del gas nel benchmark di riferimento europeo continua a calare, per l’Italia ci sono anche altre buone notizie.
Osservando i dati e facendo confronti con gli anni scorsi, infatti, risulta che il nostro Paese finora è stato particolarmente virtuoso nel risparmio energetico, tanto da poter contare su stoccaggi da record: 13,1 Gmc di gas in riserva sono disponibili per affrontare l’ultima parte dell’inverno 2023.
Un numero importante, considerando che la media degli anni 2016-2019 si attestava a 10,8 e il picco storico di 11,5 Gmc è stato ampiamente superato.
Un’analisi Ispi aiuta a capire perché l’Italia si trova in questa vantaggiosa posizione: come ha fatto il Paese a risparmiare così tanto gas?
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Italia virtuosa: record di gas in stoccaggio
Matteo Villa, esperto Ispi, ha reso noto in una breve ma esaustiva analisi quanto l’Italia sia riuscita a mantenere piene le sue riserve di gas per questo inverno.
Il sistema Paese ha risparmiato 8 miliardi di metri cubi (Gmc), corrispondente al 23% dei consumi solitamente calcolati in questo periodo invernale. La percentuale è rilevante e consente di garantire stoccaggi pieni più della media degli ultimi anni e ben oltre la cifra considerata il picco massimo.
Come è stato possibile? Non c’è soltanto la componente cosiddetta virtuosa, ovvero legata a comportamenti più oculati dei consumatori.
Innanzitutto, come ha fatto notare l’esperto, l’inverno 2022-2023 non è stato ancora caratterizzato dall’assenza completa del gas russo. Le forniture da Mosca, infatti, sono drasticamente diminuite, ma non scomparse del tutto e, in più, dalla Norvegia sono giunti flussi di combustibile.
Studiando i dati Snam, inoltre, si scopre che le temperature miti dell’inverno hanno dato una spinta importante all’uso di gas più limitato per il riscaldamento. Nello specifico, Villa ha sottolineato che “nel periodo tra ottobre 2022 e metà gennaio 2023, le temperature medie in Italia si sono attestate sui 12,6°C, di oltre un grado e mezzo superiori a quelle dello stesso periodo dell’anno precedente (10,9°C), e ancora più alte rispetto a quelle (10,0°C) della stagione 2020-2021.”
I conti suggeriscono che: “a parità di temperature esterne, a oggi gli italiani sembrano aver ridotto in media la temperatura desiderata di 0,9°C. Questo suggerisce risparmi nei consumi di gas di circa 15-20% rispetto al periodo pre-crisi, e che spalmati lungo il periodo considerato conducono a un totale di risparmi di 1,1 Gmc.”
In un grafico elaborato da Ispi su dati Snam, il risparmio di gas di 8 miliardi di metri cubi in questo inverno è così scorporato nelle varie voci:
Questo significa che, in termini relativi, i consumi dell’industria più bassi (16%) e la generazione termoelettrica in calo (33%) rappresentano il 49% dei risparmi energetici.
Il 51% restante riguarda la rete di distribuzione, con Il 14% del risparmio attribuibile alle utenze dei consumatori e il 38%, ovvero quasi 4 metri cubi di gas ogni 10 risparmiati in questa stagione autunno-inverno, legato al clima meno rigido.
Italia fuori pericolo? Crisi gas non è finita
I buoni dati per questo inverno, sommati al calo ormai evidente del prezzo del gas nel benchmark olandese (circa 55 euro per megawattora il 27 gennaio, livello più basso da questa estate) non devono suscitare facili entusiasmi.
Villa ha infatti fatto notare che i circa 3 miliardi di gas risparmiati grazie al fattore clima sono legati di fatto a un fattore imprevedibile che sicuramente non è certo si ripeterà anche il prossimo inverno. Calcolando anche che nel 2024 non ci saranno più le forniture russe e che il mercato energetico (per esempio quello del Gnl) subirà nuove pressioni, lo scenario potrebbe peggiorare. Anche per l’Italia.
L’avvertimento è il seguente: senza le temperature invernali così miti quest’anno, nel nostro paese gli stoccaggi sarebbero ai minimi. La sfida energetica è appena iniziata.
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