Crollo Bitcoin, le altre volte è andata peggio: il grafico della settimana

Ufficio Studi Money.it

22 Maggio 2021 - 09:00

Il crollo del Bitcoin a cui abbiamo assistito nelle ultime sedute non è stato il primo, non sarà l’ultimo e, soprattutto, non è stato il peggiore registrato dalla più famosa delle criptovalute.

Crollo Bitcoin, le altre volte è andata peggio: il grafico della settimana

Il recente crollo del Bitcoin ha spinto i prezzi della più famosa delle criptovalute di poco sopra la soglia dei 31 mila dollari. Rispetto agli oltre 64 mila dollari di metà aprile, la contrazione è stata di oltre 50 punti percentuali.

Due le grandi cause che hanno causato questo tonfo:

  • il voltafaccia da parte di Elon Musk che, dopo aver abbellito, anche grazie al Bitcoin, i conti trimestrali di Tesla si è accorto dell’impatto ambientale di questo asset;
  • la crescente insofferenza da parte delle autorità verso questo tipo di strumenti.

Che si tratti di una seria ipoteca sul futuro del Bitcoin o di una nuova opportunità di ingresso sul mercato, non è dato sapere.

Ciò che è certo è che la dominance delle altcoin è salita ai livelli maggiori degli ultimi tre anni: in questo momento il Bitcoin rappresenta poco più del 40% della capitalizzazione complessiva del mercato cripto.

Crollo Bitcoin: i casi precedenti

Ma, come è possibile vedere dal grafico elaborato da Visual Capitalist su dati CoinMarketCap, la forte correzione del prezzo del Bitcoin a cui abbiamo assistito nelle ultime settimane non è stata, in termini percentuali, la più marcata.

Fonte: Visual Capitalist

Al primo posto c’è il tonfo di circa 87 punti percentuali registrato tra il novembre 2013 ed il gennaio 2014. Il crollo, causato dall’avversione delle autorità cinesi e dal fallimento di Mt.Gox a causa di un attacco hacker, ha visto i prezzi oscillare da un massimo di 1.163 ad un minimo di 152 dollari.

Con un rosso dell’83,6%, la seconda posizione in questa speciale classifica al contrario è appannaggio del movimento ribassista iniziato a dicembre 2017 e durato un anno.

Sul gradino più basso del podio troviamo il rosso di oltre 80 punti percentuali messo a segno, in soli due giorni, ad aprile 2013.

Quarto posto per il -60,8% di giugno 2019-marzo 2020 e quinta posizione per il -56,3% dell’agosto 2012 registrato a causa della chiusura del sito Bitcoin Savings and Trust (tramite il più classico degli schema Ponzi, il sito prometteva interessi del 7% a settimana).

Il movimento a cui abbiamo assistito ad aprile-maggio 2021 è sesto in classifica con un -51,1%.

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