L’Italia nel 2023 dovrà vendere 400 miliardi di titoli di Stato e Crosetto ha attaccato la Bce per lo stop agli acquisti: il governo è pronto ad andare allo scontro con l’Europa?
Guido Crosetto ha attaccato la Bce nel corso di una intervista rilasciata a La Repubblica, con le critiche del ministro della Difesa che potrebbero essere il preludio di un 2023 molto caldo per quanto riguarda i rapporti del nostro governo con l’Europa.
“Le condizioni economiche del Paese rischiano di peggiorare se verranno a mancare le ‘tutele esterne’ che hanno aiutato negli ultimi anni - ha dichiarato Crosetto -. Per questo fatico a comprendere le ragioni che hanno spinto la Bce a cambiare politica sugli acquisti dei titoli di Stato europei, in un momento già economicamente molto complesso, per certi versi drammatico, come quello che sta attraversando il mondo e l’Ue in particolare”.
Il ministro poi ha rincarato la dose contro la Bce: “Non sta a me giudicare ma non serve un premio Nobel, basta il buon senso di una massaia per capire che alcune decisioni provocano effetti negativi perché amplificano la crisi. Quando Draghi lanciò il whatever it takes, la situazione economica e sociale era enormemente migliore di quella a cui stiamo andando incontro. A maggior ragione oggi non c’era alcuna ragione per una stretta”.
Il tutto nasce da un recente articolo del Financial Times, dove l’Italia è stata indicata come ‘l’anello debole’ dell’eurozona in quanto “è il Paese più esposto a una nuova crisi del debito alla luce della politica restrittiva della Bce”.
Da qui lo j’accuse del ministro Crosetto, visto che l’Italia potrebbe avere più di un problema nel 2023 a piazzare i suoi titoli di Stato considerando l’alto debito pubblico del nostro Paese e la sostanziale fine del quantitative easing.
Crosetto, la Bce e i nostri titoli di Stato
Quando nelle scorse settimane la Bce ha deciso di alzare nuovamente i tassi di interesse, Guido Crosetto al pari di Matteo Salvini non ha risparmiato aspre critiche nei confronti della mossa di Francoforte.
Le preoccupazioni del governo del resto sembrerebbero essere ben fondate: stando alle cifre che girano, l’Italia in questo 2023 appena iniziato avrebbe la necessità di emettere titoli di Stato per un totale di 400 miliardi.
Una cifra enorme, ma questi 400 miliardi di titoli di Stato non saranno facili da piazzare dopo la sostanziale fine del quantitative easing che, per diversi anni, ha coperto le spalle ai Paesi dell’eurozona.
In teoria la Bce ha messo a punto quello che è stato rinominato come lo scudo antispread proprio per venire incontro ai Paesi che potrebbero andare in difficoltà, ma Christine Lagarde già ha avvertito Giorgia Meloni che lo strumento sarà a disposizione solo per chi “rispetta le regole Ue sui conti”.
Nel 2023 sarà governo contro l’Europa?
Guido Crosetto a La Repubblica ha voluto sottolineare poi come nella legge di Bilancio sono stati stanziati “oltre 20 miliardi in più, rispetto allo scorso anno, per pagare gli interessi sul debito pubblico”, con la situazione che nel 2023 potrebbe essere ancora peggiore vista la necessità di piazzare titoli di Stato per un totale di 400 miliardi e lo stop al quantitative easing.
Per il ministro “senza inflazione e tassi si sarebbero fatti maggiori investimenti nell’economia e si sarebbe scongiurato l’aumento delle accise sulla benzina o il taglio della rivalutazione di alcune pensioni”.
Se questo sono le premesse, il leitmotiv dei prossimi mesi da parte del governo potrebbe essere incentrato in una polemica continua verso l’Europa, il tutto per giustificare l’impopolarità di alcune misure e la difficoltà nel mantenere le tante - ed esose - promesse fatte in sede di campagna elettorale.
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