Le dApp sono applicazioni mobili su blockchain che negli ultimi tempi hanno conosciuto una rapida crescita. Vediamo come funzionano e come guadagnarci.
Nell’ultimo anno il mercato delle dApp (abbreviazione di «decentralized application») ha conosciuto una rapida espansione, elemento che ne ha favorito l’adozione anche all’infuori del settore finanziario.
Al momento esistono diverse migliaia di progetti di questo tipo, la maggior parte dei quali si basa sulle blockchain di Ethereum, NEO ed EOS. Ecco le principali differenze con le applicazioni tradizionali, come si classificano le dApp e in che modo è possibile guadagnarci.
DApp: caratteristiche e differenze con le app tradizionali
Le applicazioni decentralizzate sono software eseguibili su una rete peer to peer nella quale non esiste un’entità che esercita un totale controllo. I primi esempi di dApp possono essere individuati nei protocolli per la condivisione di dati BitTorrent e DC++, ma anche nel software Tor, che assicura agli utenti un elevato livello di privacy nel corso della navigazione.
Le dApp su blockchain e le app tradizionali possiedono la medesima struttura di base, che si compone di:
- front-end: l’interfaccia con cui l’utente interagisce con l’applicazione;
- back-end: la struttura logica che permette il funzionamento dell’applicazione;
- archivio dati: lo spazio in cui sono conservati i dati dell’utente.
Se in termini di front-end non si riscontrano differenze tra queste due tipologie di applicazioni, lo stesso discorso non vale per il back-end e lo spazio di archiviazione. Nelle applicazioni decentralizzate su blockchain la struttura di back-end è legata a uno smart contract che viene eseguito sulla catena di blocchi di valute digitali quali per esempio ETH. I contratti intelligenti garantiscono il funzionamento dell’applicazione decentralizzata e l’archiviazione dei dati degli utenti avviene all’interno dei singoli blocchi. Spetta dunque agli utenti vigilare sulle operazioni svolte sulla rete, a differenza di quanto avviene nelle applicazioni tradizionali in cui è una singola entità a controllarne il corretto funzionamento.
Quest’ultimo aspetto comporta per le app tradizionali il rischio di rimanere irraggiungibili nel caso in cui si verificasse un guasto di notevole entità sul server principale, evento che non può interessare le applicazioni decentralizzate.
Le diverse tipologie di dApp
Le dApp si classificano in tre tipologie sulla base della Blockchain utilizzata:
- Tipo I: rientrano in tale categoria le applicazioni decentralizzate dotate di una propria Blockchain, come ad esempio la già menzionata Ethereum, Bitcoin, Litecoin, Bitcoin Cash e molte altre crypto.
- Tipo II: queste applicazione decentralizzate non possiedono una propria infrastruttura ma emettono un loro token digitale. Un esempio di dApp di tipo II è Golem, l quale sfrutta il protocollo di Ethereum;
- Tipo III: si definiscono d’App di Tipo III quei progetti che utilizzano il protocollo delle applicazioni di Tipo II. Safe Network è un esempio di rete per l’archiviazione decentralizzata dei dati che si serve del protocollo di una dApp di Tipo II - Omny Layer - per generare il suo token;
Come guadagnare grazie alle applicazioni decentralizzate
Una volta comprese le principali caratteristiche delle dApp, analizziamo in che modo è possibile guadagnare tramite il lancio e l’utilizzo di un’applicazione decentralizzata.
1. Crowdsale di token
Il crowdsale (letteralmente «vendita di massa») rimane uno dei migliori metodi con cui finanziare progetti in ambito crypto. Si tratta di raccogliere finanziamenti per la propria dApp mediante l’offerta al pubblico di token digitali. Le criptovalute distribuite donano al loro possessore una serie di vantaggi, come ad esempio la possibilità di eseguire operazioni di trading - se l’applicazione decentralizzata è un exchange - o di acquistare determinati prodotti fisici. Per avviare un finanziamento mediante crowdsale è necessario pianificare nel dettaglio tutte le funzionalità della propria dApp e asiscurare agli utenti un prodotto o servizi che desti interesse.
2. Creazione di NFT
Gli NFT sono token che presentano caratteristiche peculiari e che non possono essere sostituiti da altri prodotti digitali simili. Negli ultimi due anni il mercato degli NFT è cresciuto notevolmente, ragione per cui l’emissione di token non fungibili può tradursi in un grande afflusso di capitale. Per lanciare un token non fungibile che susciti l’interesse degli utenti bisogna individuare le tendenze del momento e saerle integrarle nella proprio app.
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3. Abbonamento
Al pari delle applicazioni tradizionali, anche le dApp possono prevedere o meno la sottoscrizione di un abbonamento mensile per usufruire del servizio. L’abbonamento potrebbe rivelarsi in alcuni casi un’arma a doppio taglio: se da un lato permette di guadagnare immediatamente, è anche vero che alcuni utenti potrebbero non essere interessati a pagare per un servizio offerto gratuitamente dai competitors. Mettere a disposizione una versione «premium» con diverse funzionalità aggiuntive a pagamento potrebbe essere una buona soluzione al problema.
4. Premi in crypto
L’inserimento di un piano di remunerazione in criptovaluta per gli utenti può essere un ottimo fattore di leva. Nel mondo delle app tali incentivi sono quasi sempre presenti nelle piattaforme videoludiche per incentivare i gamers a progredire di livello. L’inserimento di un montepremi in crypto può fidelizzare i vecchi utenti e allo stesso tempo fpuò attrarre nuovi utenti.
5. Donazioni
Al pari delle comuni app mobili, anche le app decentralizzate possono prevedere delle sezioni in cui è possibile inviare denaro sotto forma di donazioni. Di solito si chiedono donazioni quando il progetto lanciato si prefigge come obiettivo primario la risoluzione di un determinato problema. Se si sceglie questa strategia è bene mostrarsi trasparenti con gli utenti ed elencare punto per punto come saranno investiti i capitali raccolti.
6. Pubblicità
Mettere a disposizione spazi pubblicitari a pagamento nelle sezioni della propria app permette di guadagnare in maniera veloce: il cliente paga per avere visibilità al proprio sito web e la remunerazioni dipende dal numero di clic sul link esterno precedentemente inserito in un apposito riquadro. L’afflusso di denaro dipende molto dalle dimensioni del nostro progetto e dal traffico che si attira. Un’app ancora giovane può faticare nella ricerca di clienti disposti a pagare per la pubblicità. Se invece si parla di una piattaforma con milioni di utenti attivi, non sarà difficile apparire affidabili agli occhi della clientela potenziale.
7. Commissioni sulle transazioni
Le commissioni sulle transazioni sono uno degli strumenti più impiegati dagli amministratori delle app decentralizzate, specie se si tratta di exchange o marketplace in cui si vendono e acquistano prodotti fisici. Le commissioni sono determinate in assoluta libertà da chi gestisce la piattaforma, ma è consigliato non imporre commissioni troppo elevate, le quali potrebbero portare alcuni utenti altrove. Anche in questo caso è bene guardarsi intorno e individuare la media delle commissioni applicate dalle altre dApp dello stesso tipo.
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