Pene più severe per il reato di rissa e Daspo dai locali della movida per i soggetti violenti: si lavora ad un nuovo decreto sicurezza, ecco le novità.
Tra le modifiche al decreto sicurezza spuntano anche le norme “anti-risse” per limitare gli episodi di violenza nei locali notturni. Un provvedimento sentito dopo gli ultimi drammatici fatti di cronaca, in particolare la morte di Willy causata proprio da un’aggressione di gruppo dopo una serata di svago.
Lo scopo è creare una sorta di Daspo (come negli stadi) dai luoghi della movida nei confronti di quei soggetti “noti” per il loro comportamento violento: in particolare si vuole vietare l’accesso ai locali a coloro che negli ultimi 3 anni hanno commesso risse e altri reati violenti. Questo servirà a prevenire aggressioni e lesioni personali all’interno di bar, pub e discoteche.
A breve il testo definitivo a cui stanno lavorando il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e degli Interni Luciana Lamorgese.
Daspo locali notturni nel dl sicurezza: cosa prevede e a chi è rivolta la misura anti-risse
Molti l’hanno già chiamata “norma Willy” e in effetti la triste vicenda avvenuta qualche settimana fa sembra aver avuto un peso determinante nella decisione di imporre una sorta di Daspo dai locali notturni nei confronti di soggetti violenti e notoriamente rissosi. Una misura nuova che potrebbe essere inserita nel vasto progetto di modifica e smantellamento del decreto sicurezza voluto da Salvini.
Le indiscrezioni in possesso rivelano che i ministri Bonafede e Lamorgese vogliono inasprire le pene per il reato di rissa (articolo 588 del Codice penale) come segue: per chi partecipa ad una rissa la multa passa da 309 euro al massimo a 2.000 euro, mentre la reclusione in carcere in caso di morte o lesione della vittima diventa minimo 6 mesi fino a 6 anni, mentre ora va da minimo 3 mesi a 5 anni al massimo.
A questo si aggiunge il Daspo - quindi il divieto di accesso - nei locali della movida, pub e discoteche nei confronti di chi ha precedenti per risse e aggressioni, sia sentenze passate in giudicato che semplici denunce. Questa misura sarà rimessa alla discrezionalità del questore e per i trasgressori ci sarà la multa fino a 2.000 euro e la reclusione fino a 2 anni.
Ma non mancano le critiche. C’è chi sostiene che non serve inasprire le sanzioni in vigore o imporre nuovi divieti ma che basterebbe applicare con maggior rigore le misure già esistenti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA