La senatrice del Pd, Monica Cirinnà, commenta in un’intervista a Money.it l’affossamento del Ddl Zan e ribadisce la posizione del Pd che spera ancora di approvare una legge contro l’omotransfobia.
Il Senato ha di fatto affossato il ddl Zan. Ma la battaglia per approvare una legge contro l’omotransfobia è ancora aperta. Ne è sicura la senatrice del Pd, Monica Cirinnà, che intervistata da Money.it parla di un “voto scriteriato” che non consente di tutelare chi è vittima di odio e violenza.
Cirinnà accusa il centrodestra di voler svuotare la legge da qualsiasi forma di tutela e parla di “franchi tiratori” che con il voto segreto non hanno dovuto “assumersi pubblicamente la responsabilità” della loro scelta. Ora c’è tempo per decidere quale strada seguire, ma la convinzione del Pd - sottolinea Cirinnà - è che “non si gioca sulla vita delle persone, sui diritti non si possono fare passi indietro”.
Ddl Zan, il centrodestra contrario e i franchi tiratori
L’affossamento del ddl Zan da parte del centrodestra nasce da una chiara contrarietà a questa legge, afferma la senatrice dem. A dimostrarlo l’atteggiamento ostruzionistico in commissione ma anche “i testi alternativi e le modifiche che hanno presentato, tutte volte a stravolgere la legge e svuotandola da ogni forma di tutela per le persone vittime di odio”.
Secondo Cirinnà quando c’è stata disponibilità a discutere nel merito del testo “la loro maschera è caduta e si sono rifugiati nel voto segreto”. Difficile dire chi abbia votato contro il ddl Zan al Senato considerando che “il voto segreto permette di nascondersi e di non assumersi pubblicamente la responsabilità delle proprie scelte”.
Non ci sono stati solo i voti mancanti della destra, a questi si sono sommati quelli di “alcuni franchi tiratori che non hanno rispettato il patto che era stato siglato tra Pd, M5s, Leu, Autonomie e Italia Viva”.
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Pd punta ancora a legge contro l’omotransfobia entro la legislatura
L’auspicio di Cirinnà è che si arrivi ugualmente a una legge contro l’omotransfobia entro la fine della legislatura, ma “quel voto scriteriato ha sicuramente creato una situazione di enorme difficoltà”. Ora, secondo quanto previsto dal regolamento del Senato, per sei mesi non sarà possibile riproporre il testo della legge.
“C’è tempo per riflettere su quale strada seguire”, spiega la senatrice parlando della linea che verrà intrapresa dal Pd. Che sia un nuovo testo o un tentativo di accordo sul ddl Zan. Nel frattempo, però, il problema resta:
“Tutti coloro che sono vittime di odio e violenza per le loro scelte o la loro condizione continueranno a soffrire senza essere adeguatamente tutelati. Di quanti atti vergognosi contro persone omosessuali, diversamente abili e dovremo ancora aver notizia?”
Le modifiche al ddl Zan e la posizione del Pd
Una delle ipotesi è quella di ripartire dal testo del ddl Zan tra sei mesi, opzione che il Pd non esclude avendo già “dichiarato la disponibilità a discutere” di possibili interventi su alcuni punti, come chiesto da Forza Italia e Italia Viva.
Cirinnà critica però l’atteggiamento avuto proprio da chi chiedeva modifiche: “Evidentemente non era quello l’obiettivo che si voleva raggiungere. Vedremo quali posizioni assumeranno gli altri partiti”.
La senatrice ribadisce la posizione del suo partito: “Il Pd resta fermo su una convinzione: non si gioca sulla vita delle persone, sui diritti non si possono fare passi indietro”. In ogni caso la discussione resterà a livello parlamentare trattandosi di una legge proveniente dalle Camere: “Il testo è di iniziativa parlamentare e, correttamente, il governo non è intervenuto”, conclude Cirinnà escludendo un coinvolgimento del presidente del Consiglio Mario Draghi.
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