Alcuni sostengono che le celebrazioni liturgiche non siano più valide o costituiscano un atto sacrilego. La causa? La presunta invalidità della Declaratio di Benedetto XVI. Ma è davvero così?
Nel mio precedente articolo “Bergoglio, papa o antipapa? Nuove ipotesi di nullità” ho esaminato alcune ipotesi di invalidità della Declaratio di Benedetto XVI, tema molto dibattuto, per cui si sono spesi giornalisti (e.g. Socci, Cionci) ma anche alcuni ecclesiastici, come mons. Carlo Maria Viganò. Nell’aprile del 2022, sul blog di Aldo Maria Valli, il prelato sottolineava la necessità di far luce sull’abdicazione di Benedetto XVI come anche su presunti brogli elettorali in Conclave:
Certi Papi, non dimentichiamolo, sono concessi; altri sono inflitti. Ma prima di discutere del prossimo conclave, occorre far luce sull’abdicazione di Benedetto XVI e sulla questione dei brogli del Conclave del 2013, che prima o poi dovranno dare luogo ad un’indagine ufficiale. Se vi dovessero essere prove di irregolarità, il conclave sarebbe nullo, nulla l’elezione di Bergoglio, così come nulle sarebbero tutte le sue nomine, gli atti di governo e di magistero. Un reset che ci riporterebbe provvidenzialmente allo status quo ante, con un Collegio cardinalizio composto solo dai cardinali nominati fino a Benedetto XVI, estromettendone tutti quelli creati dal 2013, notoriamente ultraprogressisti. Di certo la situazione attuale, con tutte le indiscrezioni sulle dimissioni di Ratzinger e sull’elezione di Bergoglio, non giova al corpo ecclesiale e crea confusione e disorientamento nei fedeli.
La Declaratio invalida rende nulla la messa celebrata “Una Cum Francisco”?
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