Il decreto flussi 2022 toglie il tetto agli ingressi voluto da Salvini. In arrivo 80 mila stranieri per rispondere alla richiesta di lavoro del settore agricolo, manifatturiero e del turismo.
Il decreto flussi 2022 dovrebbe arrivare sul tavolo del Consiglio dei ministri prima di Natale. La misura rappresenta una risposta all’ingente richiesta di lavoro che arriva dal settore dell’agricoltura, del turismo e del manifatturiero. In vista dei fondi stanziati dal Pnrr, il decreto flussi 2022 aumenta le possibilità di assunzione, allargando le quote di ingresso di cittadini stranieri, immigrati comunitari ed extra comunitari. Ma la Lega ha alzato le barricate. Entriamo nel dettaglio.
Decreto flussi 2022, 80 mila stranieri in arrivo
Il decreto flussi 2022 risponde alla grande richiesta di lavoro che arriva dal settore dell’agricoltura, del turismo e del manifatturiero.
In sostanza, si passerà dai 30.850 ingressi previsti lo scorso anno a circa 80 mila. Una cifra quasi triplicata. L’obiettivo è far accedere al mondo del lavoro nuovo personale qualificato. Il decreto - che dovrebbe essere approvato a breve- permetterà dunque l’ingresso regolare in Italia a cittadini stranieri per motivi di lavoro subordinato, lavoro autonomo, lavoro stagionale. Con conseguente richiesta di permesso di soggiorno.
Il decreto, a cui stanno lavorando diversi ministeri tra cui Interno e Lavoro, modifica il decreto sicurezza firmato Salvini che aveva imposto un tetto agli ingressi. Tetto rimosso su indicazione della ministra Luciana Lamorgese.
Il settore agroalimentare a corto di personale
È sempre più pressante la richiesta di nuovo personale da parte degli operatori del settore agroalimentare. La pandemia infatti ha ridotto drasticamente il numero di lavoratori.
In merito al nuovo decreto flussi, il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha commentato: «Sul decreto flussi non è stato possibile procedere nella maniera auspicata per il 2021, ma stiamo lavorando come governo per verificare la possibilità di recuperare il tempo per il 2022 perché sappiamo quanto sia importante questo tema per dare un quadro di certezze alle imprese».
Saranno ammessi nel nostro paese lavoratori stranieri nei settori dell’autotrasporto merci per conto terzi, dell’edilizia, del turistico-alberghiero, dell’agroalimentare e del manifatturiero. La cooperazione in materia migratoria dovrebbe riguardare diversi paesi, tra i quali:
- Albania
- Algeria
- Bangladesh
- Costa D’Avorio
- Egitto, El Salvador
- Bosnia-Herzegovina
- Corea del Sud
- Guatemala
Una quota di ingressi sarà dedicata a lavoratori non comunitari, residenti all’estero, che hanno seguito corsi di formazione professionale e di istruzione nel paese natale.
Decreto flussi, la Lega alza le barricate
La Lega di Matteo Salvini alza le barricate dal momento che il nuovo decreto flussi nasce «sulle rovine» della vecchia legge Salvini. Legge che prevedeva un tetto agli ingressi.
«Vogliamo vedere molto bene il testo - afferma Nicola Molteni, sottosegretario leghista al ministero dell’Interno -. Abbiamo tre milioni di cittadini che percepiscono il reddito di cittadinanza che ci costa nove miliardi solo quest’anno. Prima di far entrare nuovi immigrati vogliamo veder funzionare le politiche attive sul lavoro perché è lì che dobbiamo cercare la manodopera che manca».
E conclude: «Non abbiamo ancora visto il testo, ma i numeri non ci convincono. È indubbio che se si fanno entrare migranti regolari bisogna espellere gli irregolari. Questo non sta avvenendo se si pensa solo ai 63 mila immigrati sbarcati sinora».
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