Dopo anni di impegno per promuovere diversità, equità e inclusione, molte aziende USA ed europee stanno rivedendo le loro politiche DEI sotto la pressione politica e legale.
Negli ultimi anni, le politiche di Diversità, Equità e Inclusione (DEI) sono diventate una priorità per molte aziende statunitensi ed europee, soprattutto dopo le proteste esplose in seguito all’omicidio di George Floyd nel 2020.
In quel periodo, due terzi delle società presenti nell’indice S&P 500 hanno emesso dichiarazioni a sostegno della causa, e circa la metà ha collegato la remunerazione dei dirigenti al raggiungimento di obiettivi DEI, secondo i dati della società di consulenza Mercer.
Tuttavia, questo slancio sembra ora rallentare. La crescente pressione politica, in particolare sotto l’amministrazione di Donald Trump, sta spingendo molte aziende a rivedere le loro politiche. Citigroup, ad esempio, ha annunciato che non richiederà più la presenza di candidati diversificati nei colloqui di lavoro. Anche Meta Platforms, proprietaria di Facebook, ha abbandonato obiettivi di rappresentanza specifici. McDonald’s ha eliminato non solo gli obiettivi di diversità, ma anche il termine stesso, preferendo parlare di «inclusione». Goldman Sachs ha smesso di imporre la presenza di donne o minoranze nei consigli di amministrazione delle aziende assistite nelle IPO. [...]
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