Dopo la conferma della regola del doppio mandato, senza alcuna deroga, arrivano i primi annunci d’addio al Movimento 5 Stelle: lasciano il capogruppo Davide Crippa e il ministro Federico D’Incà.
Dopo l’ufficializzazione della conferma della regola del doppio mandato, per cui i parlamentari che hanno già ricoperto la carica di deputato o senatore per due legislature non possono più candidarsi, nel Movimento 5 Stelle inizia la grande fuga e arrivano i primi annunci - attesi - d’addio.
Da una parte c’è il garante Beppe Grillo che d’accordo con il leader politico Giuseppe Conte ha deciso di non concedere deroghe per il terzo mandato e ora parla di chi “è caduto e non ha resistito al contagio”; dall’altra c’è chi, come Davide Crippa e Federico D’Incà (entrambi al secondo mandato), annuncia il suo addio al Movimento.
La decisione di Conte e Grillo smuove quindi le acque nel Movimento portando a qualche abbandono comunque preventivato. Intanto Michele Santoro punta a dare sostegno al M5s in campagna elettorale, creando anche una lista a supporto di una possibile coalizione guidata da Conte. Ecco cosa sta succedendo.
M5s, lascia il capogruppo Crippa
Attraverso un post su Facebook il capogruppo del M5s alla Camera, Davide Crippa, ufficializza il suo (atteso) addio ai pentastellati. Crippa ricorda i suoi 14 anni di attivismo politico, ma si dice “costretto” a lasciare il Movimento: “Si tratta per me di un gesto molto sofferto e meditato a lungo. Non ho mai nascosto la mia divergenza di opinione con i vertici del movimento sulla gestione del mancato voto di fiducia al Governo, che di fatto ha aperto una crisi poi cavalcata dal centrodestra per scopi elettorali”. Crippa si concentra quindi sulla crisi di governo e sul progetto politico, a suo giudizio “volubile e contraddittorio”.
L’addio al M5s del ministro D’Incà
All’addio di Crippa segue anche quello del ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà. Che parla soprattutto delle conseguenze della caduta del governo Draghi, tema su cui il ministro si è più volte mostrato critico nei confronti dei vertici pentastellati. D’Incà parla di “insanabili divergenze” rispetto al percorso intrapreso nelle ultime settimane dal Movimento e ricorda che aprire la crisi di governo sia stata una decisione “irresponsabile” che lui stesso non ha condiviso e ha cercato di evitare fino all’ultimo.
Grillo rivendica lo stop al terzo mandato
Sulla conferma della regola del doppio mandato, senza deroghe, interviene anche il fondatore del Movimento, Beppe Grillo, con un post sul suo blog. “Non esiste un vento favorevole per chi non sa dove andare, ma è certo che per chi va controcorrente il vento è sempre sfavorevole”, scrive.
Grillo parla allora di zombie per raccontare ciò che sta avvenendo nel Movimento:
“Sapevamo fin dall’inizio di dover combattere contro zombie che avrebbero fatto di tutto per sconfiggerci o, ancor peggio, contagiarci. E così è stato: alcuni di noi sono caduti, molti sono stati contagiati. Ma siamo ancora qui, e alla fine vinceremo, perché abbiamo la forza della nostra precarietà: siamo qui per combattere, non per restare, e questa nostra diversità è spiazzante per gli zombie.
(...)
Compiangiamo chi di noi è caduto e non ha resistito al contagio. Ma soprattutto ringraziamo chi di noi ha combattuto e combatte ancora. Per alcuni è il tempo di farlo con la forza della precarietà, perché solo così potremo vincere contro gli zombie, di cui Roma è schiava. Onore a chi ha servito con coraggio e altruismo, auguri a chi prosegue il suo cammino! Stringiamoci a coorte! L’Italia ci sta chiamando”.
Elezioni politiche, Santoro pensa a lista vicina a M5s
Se c’è chi lascia il Movimento, c’è anche chi vuole dargli una mano dall’esterno in vista delle elezioni politiche. È il caso del giornalista e conduttore tv Michele Santoro, che in un’intervista a la Repubblica dice di essere disponibile a dare un contributo: “Un partito non nasce per decisione di una o poche persone ma per rappresentare le esigenze di un pezzo di società. Di sicuro non mi interessa fare il candidato indipendente senza un progetto che guardi al futuro”,
Secondo Santoro il Pd non ha nulla a che vedere con la sinistra e per questo resta uno spazio aperto per un campo alternativo e da qui nasce l’idea di quella che lui chiama una lista per la pace, magari proprio a sostegno del M5s. Un progetto che vorrebbe condividere con Sinistra Italiana, anche se al momento la strada sembra ancora in salita.
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