Richiedere la detrazione per familiari a carico necessita della convivenza? Ci sono differenza in base al grado di parentela.
Le detrazioni per i familiari a carico richiedono la convivenza tra i soggetti? La condizione sine qua non per poter richiedere il beneficio è il carico fiscale, ovvero che il soggetto considerato a carico abbia redditi entro una certa soglia. La convivenza tra il beneficiario della detrazione e il soggetto a carico, invece, è richiesta solo in alcuni casi.
La normativa fiscale riconosce diverse agevolazioni volte a tutelare la famiglia e proprio per questo motivo per il contribuente che ha familiari a carico sono state introdotte specifiche detrazioni di imposta che permettono di abbassare l’Irpef dovuta.
Le detrazioni per i carichi di famiglia, però, non sono uguali per tutti i tipi di familiare: cambiano di importo in base di quale sia il soggetto a carico, ma cambiano anche le condizioni per poterne fruire.
In questo articolo andremo a vedere se per averne diritto è necessario che il contribuente debba essere convivente con il familiare a carico.
Detrazioni per carichi di famiglia, per quali familiari?
A stabilire quali sono i familiari a carico per i quali spettano le detrazioni sono elencati nell’articolo 433 del codice civile. Nello specifico spettano detrazioni per:
- coniuge;
- figli;
- genitori;
- fratelli o sorelle;
- suoceri, generi e nuore.
La normativa per la spettanza, in ogni caso, varia in base alla tipologia di familiare, come è diversa, anche la somma teorica spettante.
Quanto spetta di detrazione per i carichi di famiglia?
Le detrazioni spettano quando un familiare risulta fiscalmente a carico del contribuente. Per essere fiscalmente a carico il familiare deve avere redditi annui che non superano i 2.840,51 euro. Per i figli si applica una regola diversa che prevede questo importo limite solo per i figli che hanno compiuto i 24 anni, per tutti quelli che non li hanno ancora compiuti, invece, il limite per essere considerati a carico è elevato a 4.000 euro.
Le detrazioni vigenti per i carichi familiari sono essenzialmente tre:
- detrazioni per i figli a carico, che ricordiamo spettano solo per i figli che non fruiscono dell’assegno unico (con almeno 21 anni di età);
- detrazioni per il coniuge a carico;
- detrazioni per altri familiari a carico.
Per i figli l’importo massimo spettante è di 950 euro, per coniuge spetta un importo massimo di 800 euro e per tutti gli altri familiari a carico l’importo massimo che si può avere è di 750 euro.
Parliamo di importo massimo poiché, proprio come l’Irpef anche le detrazioni sono progressive e diminuiscono all’aumentare del reddito. Di fatto, quindi, non sempre l’importo massimo è riconosciuto perché quest’ultimo è rapportato al reddito annuo del contribuente. L’importo massimo, infatti, è solo teorico e spetterebbe con redditi pari a zero: in questo caso, però, la detrazione non è riconosciuta per l’incapienza fiscale.
Per la detrazione i familiari devono essere conviventi?
La domanda che moltissimi contribuenti si pongono è se le detrazioni spettano soltanto per familiari a carico conviventi. La risposta non è univoca perché dipende dalla tipologia di familiare per la quale si richiede l’agevolazione fiscale.
Per figli e coniuge a carico non è necessaria la convivenza con il dichiarante: per queste due tipologie di detrazione il beneficio spetta anche se figli e coniuge hanno diversa residenza o se la hanno all’estero.
Per gli altri familiari, invece, la detrazione è subordinata alla convivenza con il dichiarante. In alternativa, se dovesse mancare la convivenza, è necessario che al familiare per il quale si richiedono le detrazioni per vivenza a carico, siano versati assegni alimentari non risultanti da provvedimento dell’autorità giudiziaria, come stabilito dall’articolo 12, comma 1, lettera d) del TUIR.
© RIPRODUZIONE RISERVATA