In arrivo aumenti salariali per i dipendenti statali tedeschi. Il nuovo contratto del lavoro ritocca al rialzo le buste paga.
I dipendenti statali in Germania vedranno aumentare il proprio stipendio in busta paga di 200 euro e riceveranno un bonus (una tantum) di 3.000 euro come misura anti-inflazione.
I lavoratori del settore pubblico tedesco, in previsione, vedranno poi un’ulteriore ritocco alle buste paga grazie alla rivalutazione del 5,5%.
Questo è il risultato di duri mesi di proteste della cittadinanza culminate in questi giorni in un interessante patto salariale con i datori di lavoro. L’accordo ha infatti posto fine ad una controversia che ha provocato numero scioperi e paralizzato i trasporti del Paese come non accadeva ormai da 30 anni.
Ecco cosa comporterà questa nuova misura a sostegno dei lavoratori e come è stata accolta la notizia in Italia.
La trattativa con il Governo
Anche se già nel corso del 2022 i prezzi al consumo in Germania erano aumentati del 9,6%, ad alimentare le proteste è stata l’impennata del costo della vita registrata quest’anno. La complessità degli interessi in gioco ha portato così ad alcuni degli scioperi tedeschi più estesi e partecipati degli ultimi tempi in cui gli unici fattori di leggera decompressone sono stati l’affievolirsi della crisi energetica di questo inverno e l’attenuarsi dei problemi nella catena di approvvigionamento.
A marzo 2023 infatti ricordiamo lo sciopero che ha quasi bloccato le ferrovie e gli aeroporti nazionali nel più grande sciopero della Germania da oltre di tre decenni.
Ad animare il movimento sono stati i Ver.di, il secondo sindacato più grande della Germania dopo l’IG Metall, forte di oltre due milioni di iscritti, che in vero puntava ad un incremento salariale del 10,5%. Quello raggiunto è quindi da leggersi come un compromesso in cui il leader Frank Werneke afferma di aver “raggiunto la soglia del dolore”.
Come funzionerà l’accordo
L’accordo, siglato il 22 aprile dal ministro dell’Interno Nancy Faeser e dal sindacato Ver.di (Vereinte Dienstleistungsgewerkschaft, Unione dei sindacati del settore dei servizi), si applicherà a circa 2,5 milioni di lavoratori.
La misura d’intervento resterà in vigore per due anni e, dalle prime dichiarazioni ufficiali del ministero competente, apprendiamo che ogni addetto riceverà 3mila euro esentasse da qui a febbraio 2024 quale contributo una tantum per compensare l’inflazione. “Questo accordo porta un notevole sollievo ai dipendenti - ha commentato il ministro dell’Interno Nancy Faeser - e i pagamenti esentasse appariranno rapidamente nei portafogli”.
La nota specifica inoltre che il primo versamento di 1.240 euro avverrà a giugno e che da marzo 2024 invece gli stipendi aumenteranno di 200 euro al mese. Come detto, a questa prima tranche seguirà una seconda fase in cui è previsto un aumento del 5,5 per cento.
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In Italia invece non ci sono fondi
Quella tedesca, agli occhi dei commentatori italiani, sembra una situazione irreale o quanto meno un lontanissimo miraggio a fronte delle recenti dichiarazioni del segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri.
Proprio lui infatti, in seguito alla riunione tra sindacati e il ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, ha sottolineato l’assenza di fondi per un rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici con paghe che resteranno sicuramente ferme per l’anno corrente ma anche per i primi mesi dell’anno prossimo.
Non si è fatta attendere quindi la nota di Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief (l’associazione nazionale insegnanti), su come il divario di trattamento dei lavoratori tra i Paesi moderni rispetto all’Italia si sta via via allargando:
«La Germania dispone importanti indennità fisse e transitorie – dice il sindacalista – in Italia la questione degli stipendi sotto l’inflazione verrà portata da Anief alla Consulta».
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