È in arrivo un aumento di stipendio per alcuni dipendenti statali. Ecco quali lavoratori lo riceveranno.
Prima che iniziassero le votazioni agli emendamenti (più di 200) al decreto-legge n. 25/2025 - recante Disposizioni urgenti in materia di reclutamento e funzionalità delle pubbliche amministrazioni - il ministro Zangrillo ha annunciato l’intenzione di uniformare gli stipendi nelle Pubbliche amministrazioni. Sarà quindi aperto un tavolo in Funzione pubblica per ridurre il divario retributivo tra i dipendenti delle amministrazioni centrali e quelli degli enti locali.
Questi ultimi saranno i principali beneficiari delle novità, essendo generalmente più penalizzati nella retribuzione rispetto al personale del comparto centrale. Un annuncio che trova la soddisfazione dei sindacati di categoria, anche di Cgil e Uil che non hanno firmato l’ultimo rinnovo di contratto. Si va così verso un trattamento più equo, auspicabilmente contrastando la vera e propria fuga dagli enti locali che rischia di paralizzare le Pa.
Quali lavoratori riceveranno l’aumento
Come anticipato, il ministro per la Pubblica amministrazione si dice intenzionato ad allineare gli stipendi e appianare le differenze tra le amministrazioni centrali e gli enti locali. Un divario consistente, che contribuisce a rendere l’occupazione sempre meno appetibile mentre il reclutamento degli organi centrali procede a gonfie vele.
Non bastava l’alto tasso di pensionamenti, considerata l’età media di 51 anni nel comparto locale, sempre più dipendenti preferiscono cambiare lavoro. Già dal 2022 le uscite per dimissioni superano quelle per pensionamento e si mantengono in continua crescita, con un incremento del 45,5% nel 2023 rispetto al 2017 segnalato dall’ultimo report dell’Istituto per la finanza e l’economia locale (Ifel).
Parte di questo personale, coglie le occasioni offerte proprio dall’amministrazione centrale, che nel frattempo ha ripreso a pieno ritmo le assunzioni. Sono di conseguenza proprio i lavoratori degli enti locali, per lo più i dipendenti comunali, a dover ricevere l’aumento. È l’unico modo per intervenire contro le differenze retributive tra i comparti, a oggi profonde e a tutti gli effetti ingiustificate. Oltre a una questione di mera equità e parità, senza dubbio importante, sarà così possibile mettere un freno alla fuga dagli enti locali e tutelare il buon funzionamento delle Pubbliche amministrazioni. Quanto meno, si risolve in gran parte il problema della carenza di personale, anche se quanto a tempistiche è ancora tutto incerto.
Di quanto sarà l’aumento dei dipendenti statali
Per contrastare le disparità di stipendio fra i dipendenti statali bisogna inevitabilmente pianificare degli aumenti coerenti con le differenze attuali. Come premesso si tratta di percentuali considerevoli, che secondo i sindacati arrivano addirittura fino al 20%. È ovviamente impensabile un aumento delle retribuzioni di questo tipo: per quanto colmerebbe pienamente il divario, non sarebbe affatto sostenibile. Prima di avere qualsiasi dato numerico su cui basarsi, tuttavia, deve essere effettuato un controllo minuzioso e specifico, ragionando anche in base alle risorse a disposizione.
A tal proposito, va rilevato che diversi emendamenti arrivati alla Camera riguardano l’articolo 14 del decreto-legge citato, che ha riconosciuto ai dipendenti dei ministeri e della Presidenza del Consiglio un aumento del 3,15% (oltre all’aumento del 6% ottenuto con il rinnovo 2022-2024), finanziandolo con 190 milioni di euro. Una mossa che ha accentuato il divario e che rende evidente la necessità di aumenti a partire dal 3,15%. Un altro elemento che può intervenire positivamente sui salari statali riguarda la cancellazione dei limiti al salario accessorio.
Accanto all’aumento dei fondi, si discute dell’eliminazione dei benefici assistenziali e sociali dal calcolo per il tetto massimo, che avverrebbe con l’abrogazione del comma 124 della Legge di Bilancio 2025. Si potrebbe quindi intervenire su più fronti e, nel complesso, arrivare a garantire un trattamento stipendiale decoroso al personale degli enti locali.
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