Dipendenti pubblici: perché aumenta lo stipendio se si risparmia energia in ufficio

Simone Micocci

12 Ottobre 2022 - 11:49

L’energia risparmiata negli uffici pubblici permetterà alle singole amministrazioni di stanziare più risorse per aumentare gli stipendi dei dipendenti; la conferma del ministro Brunetta.

Dipendenti pubblici: perché aumenta lo stipendio se si risparmia energia in ufficio

Il caro energia si abbatte anche sulla pubblica amministrazione, tant’è che l’attuale ministro della funzione pubblica, Renato Brunetta, ha dovuto fare appello al buon senso dei propri dipendenti facendo leva sull’importanza di evitare gli sprechi così da risparmiare risorse che potrebbero essere utilizzate diversamente, ad esempio per aumentare gli importi delle buste paga.

Il Ministro, quindi, si gioca la carta dell’aumento di stipendio per “convincere” i dipendenti pubblici riguardo alla necessità di risparmiare energia, riportando in auge il tema del dividendo di efficienza, concetto che era stato introdotto proprio dallo stesso Brunetta nel 2009, anni della spending review.

Il concetto è lo stesso: evitare gli sprechi negli uffici della pubblica amministrazione, con il focus che oggi si sposta sull’energia vista la situazione attuale.

In questo modo, le amministrazioni avrebbe maggiori risorse da utilizzare per la contrattazione collettiva dei dipendenti pubblici, così da aumentare gli stipendi. Ma il piano della pubblica amministrazione non si ferma qui: contestualmente, infatti, sono state stanziate le risorse per l’efficientamento energetico degli uffici pubblici, con una spinta verso le energie rinnovabili laddove possibile.

Aumentano gli stipendi dei dipendenti pubblici se si risparmia energia

Mai come in questo momento risparmiare energia dovrebbe essere priorità di tutti: a casa e al lavoro, ogni ambito è opportuno per mettere in atto alcuni consigli che aiutano a ridurre i consumi.

A tal proposito, nelle ultime ore il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, ha inviato una circolare a tutte le amministrazioni invitandole a mettere a punto delle strategie per il raggiungimento di uno dei più importanti obiettivi contenuti nel piano organizzativo degli uffici pubblici (Piao), sezione “valore pubblico, performance, anticorruzione”: il risparmio energetico appunto.

Secondo Brunetta, infatti, i risparmi energetici andrebbero considerati come fossero un dividendo di efficienza. Cosa significa? Che le risorse risparmiate non andrebbero perse, in quanto potrebbero essere utilizzate a margine della contrattazione collettiva, e quindi a favore dei dipendenti stessi.

Come dire: più energia verrà risparmiata e più risorse si avranno a disposizione per aumentare gli importi degli stipendi.

Va detto che, visto il momento storico, non è detto che un maggiore efficientamento energetico si traduca in un risparmio per la pubblica amministrazione, poiché nel frattempo bisognerà fare i conti con l’aumento dei costi dell’energia.

Tuttavia, puntarci non costa nulla, anche solo per un discorso etico. Anche perché, qualora dovessero esserci risparmi certificati, la pubblica amministrazione potrà decidere, nell’ambito dell’autonomia attribuita dal Piao, valutare quante risorse dedicare alla contrattazione integrativa.

Contrattazione con cui le singole amministrazioni vanno a disciplinare i criteri, e gli importi, per l’erogazione di alcuni emolumenti. È il caso, ad esempio, dei criteri generali per l’attivazione di piani di welfare integrativo o anche quelli per la determinazione dei valori retributivi correlati ai risultati e al raggiungimento degli obiettivi assegnati.

Senza dimenticare poi che, come previsto dal documento “Dieci azioni per il risparmio energetico e l’uso intelligente e razionale dell’energia nella Pubblica Amministrazione”, per le amministrazioni che metteranno in campo esperienze virtuose di risparmio energetico è previsto un premio economico ad hoc.

Maggiore efficientamento energetico degli uffici pubblici

Nel frattempo, il ministero della Transizione ecologica ha stanziato 320 milioni di euro da destinare alle amministrazioni, enti locali compresi, per avviare lavori che puntino al rifacimento degli edifici puntando a un maggiore efficientamento energetico degli stessi.

Ad esempio, le risorse potranno essere utilizzate per l’installazione di pompe di calore, impianti fotovoltaici, per il cambio degli infissi o per qualsiasi altro intervento volto a ridurre il consumo di energia. Il 50% delle risorse, concesse a fondo perduto, è riservato al Sud Italia.

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