Dipendenti pubblici: ritorno in ufficio previsto a maggio, ma lo smart working non verrà del tutto abbandonato.
Dipendenti pubblici: quando si potrà tornare in ufficio?
Come noto la maggior parte degli uffici pubblici, eccetto che per quelli che svolgono servizi indifferibili, sono chiusi e ai lavoratori è stato chiesto di continuare a lavorare per mezzo degli strumenti di smart working.
Ci sarà un momento, però, che i dipendenti pubblici dovranno tornare in ufficio; ma il loro lavoro sarà molto differente rispetto a quello a cui erano abituati.
Anche nella fase due, infatti, varranno le regole previste dal protocollo d’intesa siglato dal Ministro della Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone, e dai sindacati (CGIL, CISL e UIL) con lo scopo di garantire la sicurezza dei dipendenti pubblici ed evitare il contagio da COVID-19.
Regole che potrebbero cambiare l’organizzazione dei vari uffici pubblici, con la possibilità persino che ci possa essere l’adozione di un sistema di turnazione per evitare l’affollamento nei locali. Anche nella fase due, quindi, non è escluso che si continuerà, seppur in parte, a lavorare in smart working.
Dipendenti pubblici: quando si tornerà a lavorare in ufficio
La data in cui i dipendenti pubblici potranno tornare a lavorare in ufficio dipenderà dalle scelte future del Governo che presto dovrebbe ufficializzare il calendario scelto per l’inizio della fase due.
Secondo le prime indiscrezioni, la fase due avrà inizio già dopo Pasqua ma riguarderà solamente alcuni processi produttivi. Per una prima riapertura che interesserà alcuni uffici pubblici e attività commerciali si dovrà attendere presumibilmente fino a maggio 2020, quando ad alcuni dipendenti pubblici che fino ad oggi hanno continuato a lavorare in smart working verrà permesso di tornare in ufficio.
Progressivamente tutti gli uffici riapriranno, ma le regole da seguire potrebbero comportare diverse novità in merito all’organizzazione dell’attività lavorativa.
Dipendenti pubblici: si continuerà con lo smart working per alcuni mesi
Nel protocollo d’intesa siglato tra il Ministro Fabiana Dadone e i sindacati viene promosso il ricorso a misure specifiche per contenere i contagi, al fine di garantire la sicurezza degli ambienti di lavoro e la continuità dei servizi, e allo stesso tempo assicurando i livelli retributivi dei lavoratori.
A tal proposito, viene stabilito che le Pubbliche Amministrazioni devono organizzare il lavoro negli uffici in maniera tale da ridurre la presenza sia del personale che dell’utenza, ricorrendo al lavoro agile e alla rotazione dei dipendenti.
Una disposizione che potrebbe portare alla continuazione - seppure parziale - delle attività in smart working visto che nella generalità dei casi bisognerà diminuire il numero dei dipendenti (ma anche degli utenti) all’interno dei locali.
Anche nella fase due, quindi, dovrebbe esserci lo svolgimento di alcuni servizi da remoto, mentre per l’utenza bisognerà privilegiare la presenza dietro appuntamento con il personale che inoltre dovrebbe essere dotato di dispositivi di protezione.
Tra qualche settimana, quindi, si potrebbe tornare in ufficio ma per il ritorno alla normalità ci vorranno diversi mesi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA