Anche i lavoratori domestici hanno diritto alla Naspi ma, vista la particolarità del loro lavoro, sono previste regole diverse. Ecco come funziona.
La Naspi - l’assicurazione sociale per l’impiego - spetta a tutti i lavoratori dipendenti, compresi i lavoratori domestici come colf e badanti.
Per loro i requisiti per beneficiare dell’indennità sostitutiva di disoccupazione sono gli stessi previsti per gli altri dipendenti, ovvero:
- stato di disoccupazione involontaria: quindi ne hanno diritto coloro che hanno perso il lavoro in seguito al licenziamento o alla scadenza naturale di un contratto, oppure coloro che hanno presentato le dimissioni per giusta causa (ad esempio per il mancato pagamento degli stipendi);
- aver lavorato per almeno 13 settimane nei 4 anni antecedenti alla domanda di disoccupazione e per almeno 30 giornate effettive nei 12 mesi antecedenti.
Quindi per i lavoratori domestici non ci sono differenze riguardo ai requisiti necessari per beneficiare della Naspi; tuttavia, vista la particolarità del lavoro svolto da questa categoria di lavoratori, sono state previste delle regole ad hoc riguardanti il calcolo dei giorni lavorati e la contribuzione.
Come si calcolano i giorni lavorati
Come anticipato sono previste delle regole particolari per quanto riguarda il calcolo dei giorni lavorati e della contribuzione che tengono conto della particolarità della mansione svolta dai lavoratori domestici.
Considerato che le modalità di prestazione dell’attività per i lavoratori domestici sono frammentate, il legislatore ha infatti fissato dei criteri di calcolo tali da non pregiudicare la possibilità del lavoratore domestico di fruire della Naspi.
Nel dettaglio, per l’accredito di una settimana ai fini contribuitivi è richiesto che siano state lavorate almeno 24 ore, anche se presso datori differenti.
Inoltre, occorre ricordare che per l’accredito delle settimane fa fede il trimestre solare. Per raggiungere il requisito delle 13 settimane negli ultimi 4 anni richiesto per poter beneficiare del sussidio di disoccupazione, dunque, bisogna aver lavorato per un totale di 312 ore al netto di eventuali arrotondamenti mentre, per soddisfare le 30 giornate effettive di lavoro è sufficiente avere 5 settimane di contribuzione negli ultimi 12 mesi.
A precisare il funzionamento della Naspi per i lavoratori domestici è stata la circolare INPS 194/2015. Sulla base delle precisazioni rese note dall’Istituto di previdenza, quindi, i lavoratori domestici non devono dimostrare la loro presenza effettiva al lavoro in ogni giornata o settimana.
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Calcolo assegno di disoccupazione
Per calcolare l’importo dell’indennità Naspi al quale si ha diritto bisogna sommare tutte le retribuzioni imponibili previdenziali percepite negli ultimi 4 anni e dividere il risultato per il numero di settimane di contribuzione.
Il quoziente ottenuto va poi moltiplicato per il coefficiente 4,33.
Se questo risultato è inferiore al minimale mensile fissato annualmente dall’INPS - che per il 2018 ammonta a 1.208,15€ - allora l’importo dell’indennità sarà pari al 75% della cifra ottenuta.
Se invece il risultato è superiore al suddetto limite si aggiunge un 25% del differenziale tra la retribuzione mensile e il suddetto importo, purché non venga superato il limite di 1.3140€.
Per maggiori informazioni su come funziona il calcolo per l’assegno di disoccupazione leggi anche-Naspi 2018: calcolo e durata, tutte le novità sul sussidio di disoccupazione.
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