Ignazio La Russa è il presidente del Senato per la XIX° legislatura. Nel suo lungo discorso ha anche risposto direttamente a Liliana Segre, senatrice a vita che ha presieduto la seduta.
Il presidente del Senato è stato eletto: è Ignazio La Russa con 116 voti, su una maggioranza di 104. Sessantasei le schede bianche mentre due voti sono andati a Liliana Segre, che presiede l’Aula, e altri due per Calderoli. Nel suo discorso, La Russa richiama più volte alla coesione nazionale, e apre il dialogo con le opposizioni. Risponde anche alla senatrice a vita Liliana Segre, che nel suo discorso di apertura della seduta ha sottolineato il valore simbolico di questa circostanza, a 100 anni dalla marcia su Roma che dette inizio alla dittatura fascista, così come il monito sulle date del 25 aprile, del 2 giugno e del 1° maggio.
Il discorso del neo eletto presidente del Senato è iniziato con un gesto simbolico: arrivato al banco più prestigioso di Palazzo Madama, ha dato a Liliana Segre un grande mazzo di rose bianche.
Cosa ha detto Ignazio La Russa nel suo discorso al Senato: la frecciatina agli alleati di Forza Italia
Prima le rose e poi la frecciatina. Il discorso di Ignazio La Russa è iniziato con i ringraziamenti per chi l’ha votato, per chi non l’ha votato e per chi l’ha votato pur non facendo parte della coalizione di centrodestra. Insomma, una frecciatina sia a Forza Italia, i cui 18 senatori non hanno votato per lui, sia per l’opposizione, che a quanto pare gli è più amica degli alleati.
Dopo la frecciatina, però, La Russa ha assunto un tono più istituzionale e ha iniziato un lungo discorso, rivendicando il suo passato da militante ma allo stesso tempo rimarcando l’apertura all’opposizione. Esordisce ringraziando il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la presidente del Senato uscente Liliana Segre. Cita anche l’ex presidente della Repubblica Sandro Pertini: «Nella vita è necessario saper lottare non solo senza paura, ma anche senza speranza, diceva Pertini. E la lotta, aggiungo io vale anche quando non c’è speranza di vincere, solo per averne preso parte».
La Russa presidente del Senato: nel suo discorso l’omaggio alle forze armate
«Nella mia lunga vita politica i momenti più toccanti e che ricordo con più tristezza e dedizione sono quando ho portato sulle mie spalle le bare dei soldati in Afghanistan e a loro e a tutti i caduti di ogni guerra va il mio deferente omaggio». La prima parte del discorso di Ignazio La Russa è un omaggio alle forze armate, e continua: «Il mio pensiero va ai patrioti ucraini perché non c’è pace senza giustizia».
Ambiente, famiglia e lavoro nel discorso di La Russa
La Russa affronta accenna anche al tema ambientale, per poi concentrarsi sulla famiglia e sul lavoro:
«Ecologia e tutela del pianeta sono fondamentali: l’umanità è respingere ogni forma di violenza e sopraffazione dei diritti legalmente riconosciuti. La violenza sui minori e la violenza sulle donne sono la vergogna della nostra società, vanno oltre che combattute, vanno prevenute. Tutelare l’infanzia e promuovere la natalità. Ogni fragilità ci riguarda e ci interpella serve sostenere dare speranza avvicinare, non dobbiamo chiederlo ad altri ma a noi stessi cosa è che possiamo e dobbiamo realizzare per essere accanto a quanti vivono una diversa abilità. Per chi è debole il posto non è in fondo è in prima fila.»
Sul tema del lavoro:
«Lavoro significa riscatto per i giovani, per il sud per le periferie. Il lavoro è la storia dell’Italia, storia di ingegno di passione di cultura nel mondo. La parola Italia è quella che più di ogni altro appassiona e innamora cittadini lontanissimi dalla nostra penisola. è una porta il lavoro non può diventare il burrone delle morti bianche che hanno colpito recentemente e tristemente anche ragazzi molto giovani».
La promessa di La Russa per un ruolo super partes
«Sono stato un uomo di parte, di partito -dice la Russa- ma in questo ruolo non lo sarò ed è una lezione che ho appreso da tanti anni. Cercando sempre di cogliere dagli eventi un utile posizione di crescita anche di mettere in discussione le proprie posizioni. È l’impegno non solo mio, ma della mia parte politica. Un insegnamento che ho reso da mio padre senatore di questa repubblica e che a livello politico ho ricevuto da più persone. E che devo a un uomo che non a caso veniva chiamato Ministro dell’armonia Giuseppe Tatarella, che voglio ringraziare».
Poi, il ricordo degli anni di piombo: «Ricordo la stagione del terrorismo politico, dei tanti ragazzi che hanno perso la vita perché credevano in delle idee e degli ideali o perché si trovavano nel posto sbagliato al posto sbagliato. Di nomi ne potrei fare tanti e dovrei farne tanti, ma quello dell’ispettore Calabresi credo possa rappresentarli tutti, assieme, per restare nella mia Milano, a tre nomi di ragazzi: un militante di destra, Sergio Ramelli (militante del Fronte della Gioventù e ucciso a 19 anni nel 1975, ndr) che ho conosciuto e di cui sono stato avvocato di parte civile, e due di sinistra, Fausto e Iaio (Fausto Tinelli e Lorenzo detto Iaio Iannucci, frequentavano il centro sociale Leoncavallo di Milano e furono uccisi nel 1978, ndr) i cui assassini non sono mai stati trovati. Mi inchino anche davanti alle loro memorie. La stagione del terrorismo politico può essere considerata vinta, maggiori preoccupazioni continuano ad esserci per il terrorismo internazionale. Mai abbassare la guardia di fronte ai fenomeni mafiosi».
La Russa risponde a Segre: cosa ha detto il presidente del Senato nel suo discorso
La Russa decide anche di rispondere apertamente alle domande di Liliana Segre:
«La senatrice Segre che ha parlato di tre date e non voglio fuggire, troppo facile scappare di fronte alle richieste di chiarezza. Ha parlato del 25 aprile, del 2 maggio del 2 giugno. Queste date hanno bisogno di essere celebrate da tutti, solo un’Italia unita è la precondizione per affrontare ogni emergenza e ogni criticità. Un clima coeso aiuterebbe a cogliere la complessità del nostro paese, a costruire la liberazione come valore di tutti gli italiani a determinare i confini di un sistema politico per il semplice fatto di vivere in questo paese, di battersi per il suo futuro di volerlo più prospero e più sereno.»
Infine, l’invito alla coesione, anche con l’Europa: «Il parlamento con la sua centralità custodisce la memoria collettiva del paese. Le istituzioni sono memoria di futuro. Con questo sguardo che si nutre di storia e di futuro che guardiamo all’Europa come casa comune. L’unione Europea deve essere ancora comunità speranza di pace se saprà come fare per elevare il suo raggio di azione sempre più in alto anziché alle cose di secondaria importanza.»
Il discorso si conclude con una promessa: «vi giuro che cercherò con tutte le mie forze di essere presidente di tutti». Solo il tempo ci dirà se le parole verranno seguite dai fatti.
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