Dopo il ricorso delle discoteche il tribunale amministrativo conferma la chiusura imposta dal ministro Speranza. Sale da ballo chiuse per tutelare la salute pubblica.
Niente da fare per discoteche e sale da ballo che restano chiuse almeno fino al 7 settembre. Nei giorni scorsi il ministro della Salute Roberto Speranza ne ha ordinato la chiusura su tutto il territorio nazionale dopo l’incremento del numero dei contagi soprattutto tra i giovani.
La decisione del Governo aveva spinto il sindacato che rappresenta discoteche, sale da ballo e locali notturni a promuovere un ricorso al TAR Lazio chiedendo la riapertura immediata, ma i giudici amministrativi hanno confermato la decisione ministeriale respingendo il ricorso. Quella odierna è una decisione cautelare mentre la pronuncia definitiva ci sarà il prossimo 9 settembre in sede collegiale.
Ennesima conferma della necessaria stretta alla movida, che si accompagna all’obbligo di indossare la mascherina dalle 18.00 alle 6.00, imposizione che colpisce in modo particolare la fascia più giovane della popolazione.
Le discoteche restano chiuse: il TAR respinge il ricorso
Contro l’ordinanza entrata in vigore il 17 agosto che prevede la chiusura immediata di discoteche e sale da ballo il sindacato Silb-Fipe-Associazione Italiana Imprese di Intrattenimento da Ballo e di Spettacolo aveva presentato ricorso al TAR Lazio, che si è espresso sul caso in maniera fulminea: in meno di 24 ore il tribunale amministrativo ha respinto il ricorso poiché gli interessi dei gestori di discoteche e locali notturni - seppur meritevoli di tutela - devono fare un passo indietro per salvaguardare la salute pubblica.
Discoteche e sale da ballo, infatti, sono per loro natura luoghi in cui è difficile, se non impossibile, evitare gli assembramenti, cosa che aumenta il rischio di contagio anche se i presenti indossano la mascherina (obbligo peraltro non sempre rispettato).
La decisione del TAR non frena la protesta dei gestori dei locali della movida che ritengono di essere vittime di una ingiustificata discriminazione. Queste le parole di Maurizio Pasca, presidente del sindacato Silb Flib:
“Ci sono motivi infondati per la chiusura: il distanziamento sociale non è mantenuto ovunque, basti pensare ai treni, agli stabilimenti balneari: perché penalizzare solo il settore dell’intrattenimento? Se c’è qualcuno che non rispetta le regole va sanzionato o chiuso, ci mancherebbe, ma non può essere penalizzato tutto un settore perché un singolo non rispetta le regole. Sono molti i gestori dei locali ad aver sanificato, ad aver misurato la temperatura all’ingresso e preso le generalità. Le azioni vanno adottate nei confronti dei singoli, non è giusto generalizzare.”
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